Continua la collaborazione tra il Teatro alla Scala e la Rai per offrire ogni giorno occasioni di visione e d’ascolto agli appassionati.
Dal 23 marzo la piattaforma RaiPlay (www.raiplay.it) mette a disposizione uno spettacolo al giorno: 30 produzioni in gran parte inedite per il web. Ogni spettacolo resterà visibile per un mese a partire dalla data di pubblicazione.
Dal 6 aprile per quattro settimane Rai5 trasmette un’opera al giorno dal lunedì al venerdì alle 10:00; ogni mercoledì si aggiunge una seconda opera alle 21:15 per un totale di sei titoli alla settimana oltre alle produzioni scaligere già previste nel palinsesto da domenica 22 marzo.
Di seguito il calendario della settimana da lunedì 30 marzo a domenica 5 aprile; ricordiamo che restano visibili su RaiPlay anche tutti gli spettacoli presentati nei 30 giorni precedenti.
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo sono sempre quelli del Teatro alla Scala.
Raccomandiamo di verificare sul sito o sui social media del Teatro alla Scala e della Rai eventuali variazioni e aggiornamenti.
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Il Calendario
Lunedì 30 marzo
RaiPlay
Giuseppe Verdi, Il trovatore
Direttore Daniele Rustioni, regia, scene e costumi di Hugo de Ana. Con Marcelo Álvarez, Maria Agresta, Franco Vassallo, Ekaterina Semenchuk. Teatro alla Scala, 2014.
Concepito per l’inaugurazione della Stagione 2000/2001 e delle celebrazioni del centenario della morte di Verdi, lo spettacolo di Hugo de Ana è tra i più monumentali della recente storia scaligera e traduce con fasto visionario il romanticismo lunare e guerresco della partitura. Celebre l’aria di Leonora “D’amor sull’ali rosee” cantata ai piedi di una catasta di cadaveri nelle loro armature. Le luci azzurrate suggeriscono una lettura lirica della partitura, come voluto alla prima da Riccardo Muti che aveva tagliato le varianti di tradizione. Fedele alla partitura è anche in questa ripresa Daniele Rustioni, oggi brillante direttore dell’Opera di Lione, che ha a disposizione un cast di prim’ordine che accanto alla protagonista Maria Agresta, a una delle sue prove scaligere più alte, un Manrico di riferimento come Marcelo Álvarez, Franco Vassallo e Ekaterina Semenchuk.
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Martedì 31 marzo
RaiPlay
Ludwig van Beethoven, Fidelio
Direttore Daniel Barenboim, regia di Deborah Warner, scene e costumi di Chloe Obolensky. Con Anja Kampe, Klaus Florian Vogt, Peter Mattei, Falk Struckmann.
Teatro alla Scala, 2014. Inaugurazione della Stagione 2014/2015.
Fidelio, ultima inaugurazione di Stagione di Daniel Barenboim, è conclusione e coronamento di un percorso beethoveniano iniziato con la Sinfonia n° 9 nel 2005 e proseguito con le integrali delle Sinfonie, dei Concerti per pianoforte, delle Sonate. Fidelio, spiega Barenboim, è spesso letto esclusivamente come dramma politico, mentre è la storia di una donna pronta a tutto per salvare l’uomo che ama. Barenboim sceglie l’ouverture Leonore n° 2 (ricordando le parole di Furtwängler: “Se si fa la n° 3 non è più necessario eseguire il resto dell’opera”) e apre l’opera con l’aria di Marzelline come nella Leonore nel 1806. Deborah Warner, che aveva conquistato la Scala con la regia di Death in Venice di Britten, concorda con Barenbom: “La ricerca della verità nel buio di una prigione, la scoperta dell’ingiustizia alla luce del sole e il potere dell’amore di vincere tutto: Fidelio è fatto di questo. Non credo che al centro ci sia l’idea della libertà, credo che ci sia assolutamente l’idea dell’amore”. Della produzione restano memorabili tra l’altro gli spazi brutalisti di Chloe Obolenski, tagliati da luci caravaggesche, e la freschezza di Anja Kampe, un’altra voce che dall’Accademia è arrivata al 7 dicembre.
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Mercoledì 1 aprile
RaiPlay
Wolfgang Amadeus Mozart, Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio)
Direttore Zubin Mehta, regia di Giorgio Strehler ripresa da Mattia Testi, scene e costumi di Luciano Damiani, con Lenneke Ruiten, Sabine Devieilhe, Mauro Peter, Maximilian Schmitt e Tobias Kehrer. Teatro alla Scala, 2017, nel ventennale della scomparsa di Giorgio Strehler e Luciano Damiani.
Nel 2017 il Teatro alla Scala ricordava nel decennale della scomparsa Giorgio Strehler e Luciano Damiani, una delle coppie regista/scenografo più straordinarie del teatro italiano riportando in scena il leggendario allestimento de Die Entführung aus dem Serail presentato nel 1965 al Festival di Salisburgo con la direzione di Zubin Mehta, che aveva allora 29 anni, e più volte ripreso nello stesso festival e alla Scala. Lo spettacolo, celebre per il magistrale uso delle luci e delle silhouettes, tornava al Piermarini con il direttore che lo aveva visto nascere e con un cast che comprende alcune delle migliori voci mozartiane del nostro tempo: tra cui Sabine Devieilhe al debutto scaligero, accanto a Lenneke Ruiten, Mauro Peter, Tobias Kehrer e Maximilian Schmitt. Nella parte parlata del saggio Bassa Selim è in scena Cornelius Obonya, continuatore della tradizione della più prestigiosa famiglia di attori del teatro austriaco. Così il M° Mehta ricorda la nascita dello spettacolo a Salisburgo: “Rammento con gioia il lavoro di Strehler, con le scene di Luciano Damiani. Era geniale l’idea di mettere i dialoghi in piena luce, mentre le arie venivano eseguite in silhouette. Quel gioco di contrasti fu uno dei più fantastici colpi di teatro inventati da Strehler”.
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Giovedì 2 aprile
RaiPlay
Giacomo Puccini, Manon Lescaut
Direttore Riccardo Chailly, regia di David Pountney, scene di Leslie Travers, costumi di Marie-Jeanne Lecca. Con Maria José Siri, Roberto Aronica, Massimo Cavalletti, Carlo Lepore. Teatro alla Scala, 2019.
Riccardo Chailly presenta per la prima volta alla Scala la prima versione di Manon Lescaut, andata in scena al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893, basandosi sull’edizione critica curata da Roger Parker per Casa Ricordi nel 2013. La differenza più significativa è alla fine del primo atto quando si sviluppa un Largo sostenuto (introdotto dalla citazione della melodia di ‘Donna non vidi mai’) con una sovrapposizione tra solisti, coro e orchestra di estrema complessità. Ma anche in Sola, perduta, abbandonata si ascolta un inedito intermezzo orchestrale. Lo spettacolo fastoso di Pountney rimanda al destino di perenne fuga dei due amanti collocando la vicenda in una stazione ferroviaria vittoriana, magistralmente realizzata dalle grandiose scenografie di Leslie Travers. Maria José Siri torna protagonista pucciniana dopo il successo riscosso come Cio Cio San in Madama Butterfly, accanto a Roberto Aronica.
Rai 5 ore 18:00
Ludwig Minkus, La bayadère
Coreografia di Natalia Makarova da Marius Petipa
Scene Pier Luigi Samaritani, costumi Yolanda Sonnabend, direttore David Coleman, Étoiles Svetlana Zakharova, Roberto Bolle. Teatro alla Scala, 2006
La bayadère, uno dei balletti cardine del repertorio classico, vide la sua prima assoluta a San Pietroburgo nel 1877. Il fascino dei paesi esotici e il successo di opere letterarie ispirarono Petipa, che creò una perfetta armonia fra scene di massa e protagonisti, alto lirismo e fascino poetico. Su tutti, la meraviglia del Regno delle Ombre, quadro che aprì la strada alla fortuna occidentale di questo balletto. La versione curata da Natalia Makarova è indicata come il più audace e il più deferente lavoro di ripristino del balletto di Petipa. E proprio la Scala, nel 1992, tenne a battesimo il debutto italiano di questa versione; prima di allora il nostro Teatro non aveva avuto in repertorio nessun allestimento di questo balletto. In un’India da leggenda, tra intrighi e drammi d’amore brillano Svetlana Zakharova e Roberto Bolle nei ruoli della bella Nikiya e del principe Solor.
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Venerdì 3 aprile
RaiPlay
Ludwig Minkus, Don Chisciotte
Coreografia Rudolf Nureyev, scene di Raffaele Del Savio, costumi di Anna Anni, direttore Alexander Titov, artisti ospiti Natalia Osipova, Leonid Sarafanov. Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.
Teatro alla Scala, 2014
Uno dei cavalli di battaglia della Compagnia scaligera, trionfante anche in molte tournée internazionali, Don Chisciotte è in repertorio alla Scala dal 1980, quando Nureyev ne fu protagonista accanto a Carla Fracci. Con la sua frizzante energia e i caldi colori dell’allestimento di Raffaele Del Savio e Anna Anni, trasporta con freschezza, allegria, virtuosismi e ricchezza coreografica in una Spagna affascinante, tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore sospeso del giardino delle Driadi. Una serata di scoppiettante danza, con divertenti ruoli comprimari e virtuosistici ruoli principali. A condividere le scaramucce, i soli e i pas de deux riservati a Kitri e Basilio nella registrazione del 2014 due veri fuoriclasse: Natalia Osipova e Leonid Sarafanov.
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Sabato 4 aprile
RaiPlay
Giuseppe Verdi, Attila
Direttore Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore, scene di Giò Forma, costumi di Gianluca Falaschi. Con Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, Fabio Sartori, Gianluca Buratto. Teatro alla Scala, 2018. Inaugurazione della Stagione 2018-2019.
Con Attila il Direttore Musicale del Teatro prosegue la sua ricognizione del repertorio italiano ripercorrendo gli anni giovanili di Verdi: Attila segue Giovanna d’Arco, che aprì la Stagione 2015/2016 e prelude a Macbeth in un’ideale Trilogia giovanile. L’allestimento è affidato a Davide Livermore, che dopo il debutto scaligero con Tamerlano di Händel aveva già collaborato con il M° Chailly per Don Pasquale di Donizetti e sarebbe tornato per Tosca. Livermore non precisa il tempo dell’azione, che pure sembra richiamare l’Italia occupata nella seconda guerra mondiale, e punta a illuminare gli snodi psicologici del desiderio di vendetta di Odabella, e la fragilità che mina il senso di onnipotenza del protagonista. Ma lo spettacolo si confronta anche con l’urgenza di Verdi di trovare nuove soluzioni scenografiche: le grandi scene della tempesta e dell’alba a Rio Alto e del sogno di Attila diventano occasione di impiegare le risorse tecnologicamente più avanzate del teatro di oggi. Grande successo anche televisivo, Attila ha rivelato alla Scala Saioa Hernández, confermando il carisma di Ildar Abdrazakov e la tempra verdiana di Fabio Sartori.
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Domenica 5 aprile
RaiPlay
Giacomo Puccini, La fanciulla del West
Direttore Riccardo Chailly, regia di Robert Carsen, scene di Robert Carsen e Luis Carvalho, costumi di Petra Reinhardt. Con Barbara Haveman, Roberto Aronica, Claudio Sgura, Carlo Bosi. Teatro alla Scala, 2016.
Il percorso di Riccardo Chailly attraverso l’edizione critica delle opere pucciniane tocca uno snodo importante con il ripristino dell’orchestrazione di Puccini de La fanciulla del West. La prima dell’opera ebbe infatti luogo al Metropolitan nel 1910 sotto la bacchetta di Toscanini, il quale aveva operato alcuni tagli, molti raddoppi in ragione dell’acustica assai secca della grande sala e qualche concessione alle esigenze divistiche del protagonista, Enrico Caruso. La fanciulla ne usciva irrobustita, ma con qualche morbidezza e qualche ricercatezza timbrica in meno rispetto ai desideri d’autore. Chailly ripristina il dettato pucciniano, incluse 124 battute espunte a New York. La regia è di Robert Carsen, che riflette sul linguaggio “cinematografico” del teatro musicale di Puccini e sulle analogie tra la costruzione drammaturgica delle sue opere e le tecniche di montaggio della nascente settima arte. Carsen vede in Puccini un compositore e uomo di teatro all’avanguardia, pronto al confronto con le sfide poste dalla nuova industria dello spettacolo.
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Altri spettacoli disponibili su RaiPlay
Restano visibili su www.raiplay.it tutti gli spettacoli presentati nei giorni scorsi
Gioachino Rossini, La gazza ladra
Direttore Riccardo Chailly, regia di Gabriele Salvatores, scene e costumi di Gian Maurizio Fercioni. Con Rosa Feola, Michele Pertusi, Edgardo Rocha, Alex Esposito. Teatro alla Scala, 2017.
“Il successo fu talmente enorme, il lavoro suscitò un tale furore che a ogni momento il pubblico in massa s’alzava in piedi per coprire Rossini d’acclamazioni”: così Stendhal racconta l’accoglienza dei milanesi per la prima assoluta del capolavoro semiserio di Rossini il 31 maggio 1817. Riccardo Chailly, appassionato interprete rossiniano, ha riportato il titolo al Piermarini a duecento anni dalla prima in uno spettacolo del premio Oscar Gabriele Salvatores con un cast che raccoglie le migliori voci della nuova generazione: Rosa Feola come Ninetta, Edgardo Rocha come Giannetto, Paolo Bordogna come Fabrizio Vingradito, Alex Esposito come Fernando Villabella, Serena Malfi come Pippo e Teresa Iervolino come Lucia, insieme al Gottardo autorevole di Michele Pertusi. Su tutti volteggia la gazza, che in questo allestimento è l’acrobata Francesca Alberti.
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Giuseppe Verdi, I masnadieri
Direttore Michele Mariotti, regia di David McVicar, scene di Charles Edwards, costumi di Brigitte Reiffenstuel. Con Fabio Sartori, Michele Pertusi, Lisette Oropesa, Massimo Cavalletti. Teatro alla Scala, 2019.
I masnadieri è un adattamento della prima e seminale opera teatrale di Schiller Die Räuber; un’espressione per eccellenza dello spirito romantico, un’opera selvaggia e violenta scritta in segreto da uno Schiller diciannovenne, ancora studente di una brutale accademia militare di Stoccarda. Verdi ne offre una versione incandescente e sperimentale che alterna passi illuminanti a incongruenze drammatiche. L’allestimento scaligero, portato anche in tournée a Savonlinna, è diretto da Michele Mariotti con la regia di David McVicar, e un cast che comprende Lisette Oropesa, ormai contesa dai teatri di tutto il mondo e qui al debutto scaligero, Fabio Sartori in una delle sue migliori prove verdiane, Michele Pertusi, tra le voci scaligere più amate degli ultimi anni in Verdi ma anche in Rossini, e Massimo Cavalletti.
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Claudio Monteverdi, L’Orfeo.
Direttore Rinaldo Alessandrini, regia, scene e luci di Robert Wilson, costumi di Jacques Reynaud. Con Georg Nigl, Roberta Invernizzi, Sara Mingardo, Furio Zanasi. Teatro alla Scala, 2009.
La trilogia monteverdiana è stato uno dei progetti più ambiziosi della Scala del 2000, prima ancora che nascesse il complesso barocco dell’Orchestra. Le tre opere sono andate in scena nel 2009 (Orfeo), 2011 (Il ritorno di Ulisse in patria) e 2016 (L’incoronazione di Poppea) con un progetto unitario affidato per la parte musicale a Rinaldo Alessandrini e per quella scenica a Robert Wilson, che firma regia, scene e disegno delle luci. L’Orfeo, rappresentato per la prima volta a Mantova nel 1607, è l’opera con cui si fa convenzionalmente iniziare la storia del melodramma, e si avvale qui accanto al protagonista Georg Nigl e alla Euridice di Roberta Invernizzi della toccante messaggera di Sara Mingardo.
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Richard Wagner, Götterdämmerung
Direttore Daniel Barenboim, regia e scene di Guy Cassiers, scene e luci di Enrico Bagnoli, costumi di Tim van Steenbergen. Con Waltraud Meier, Lance Ryan, Iréne Theorin, Gerd Grochowski. Teatro alla Scala, 2013.
Con questa produzione Daniel Barenboim concludeva nel 2013 la Tetralogia che aveva visto i complessi scaligeri impegnati dal 2010. Il percorso wagneriano di Barenboim alla Scala era iniziato con lo storico Tristan und Isolde con la regia di Chéreau che aveva aperto la Stagione 2007/2008 e aveva incluso il non meno importante Lohengrin con la regia di Guth nel 2012. Il Ring, che alla Scala aveva avuto una storia tormentata soprattutto dal punto di vista registico (negli anni ‘70 si era interrotta la fondamentale lettura di Luca Ronconi) trova in Guy Cassiers un interprete colto e minuzioso, determinato a restituire visivamente l’intrico dei Leitmotive musicali in sintonia con la profondità di lettura del direttore. Importante il cast: Brünnhilde è Irene Théorin, Siegfried Lance Ryan, Waltraute Waltraud Meier e Hagen Mikhail Petrenko.
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Pëtr Il’ič Čajkovskij, La Bella addormentata nel bosco
Coreografia e regia Rudolf Nureyev. Scene e costumi Franca Squarciapino. Direttore Felix Korobov, artista ospite Polina Semionova con Timofej Andrijashenko,
Teatro alla Scala 2019
Il balletto più sontuoso e sognante, quasi il “balletto per eccellenza”. Tra le letture dei classici di Nureyev che la Scala ha in repertorio, proprio al nostro Teatro affidò, nel 1966, il debutto della “sua” Bella. A dodici anni dalle precedenti rappresentazioni è tornata in scena nel 2019 nello sfarzoso allestimento del premio Oscar Franca Squarciapino creato per la Scala nel 1993. Protagonisti gli artisti scaligeri e l’ospite Polina Semionova, in un ruolo mai presentato prima alla Scala.
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György Kurtág, Fin de partie
Direttore Markus Stenz, regia di Pierre Audi, scene e costumi di Christof Hetzer.
Con Frode Olsen, Leigh Melrose, Hilary Summers, Leonardo Cortellazzi. Teatro alla Scala, 2018. Prima esecuzione assoluta, commissione del Teatro alla Scala.
Rimandata di anno in anno, annunciata più volte e più volte cancellata, la prima opera di uno dei grandi maestri della musica d’oggi ormai novantenne era oggetto di un’attesa spasmodica che ha fatto convergere alla Scala appassionati, giornalisti e operatori da tutto il mondo. Il lavoro con i cantanti era iniziato un anno prima, le prime prove di compagnia si erano tenute a Budapest. Il risultato, definito dal New York Times “l’ultimo capolavoro del XX secolo”, colora di umanesimo lo spietato testo di Beckett lasciando affiorare sotto la crudele metafora della condizione umana una dolente confessione autobiografica sull’amore assoluto tra Kurtág e la moglie Marta e lo strazio dell’inevitabile separazione.
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Gioachino Rossini, Il viaggio a Reims
Direttore Ottavio Dantone, regia di Luca Ronconi, scene di Gae Aulenti, costumi di Giovanna Buzzi. Con Patrizia Ciofi, Daniela Barcellona, Annick Massis, Carmela Remigio, Juan Francisco Gatell, Nicola Ulivieri. Teatro alla Scala, 2009.
Di tutte le produzioni della Rossini renaissance, Il viaggio a Reims resta tra le più leggendarie. La partitura che si credeva perduta fu ritrovata nel 1977 nella biblioteca di Santa Cecilia; l’edizione critica a cura di Janet Johnson e Philip Gossett rese possibile la prima moderna al Rossini Opera Festival di Pesaro nel 1984 in uno spettacolo storico che, con alcune modifiche, venne ripreso alla Scala l’anno seguente. Dirigeva allora Claudio Abbado, con un cast che riuniva le migliori voci rossiniane degli anni ’80. Lo spettacolo ingegnoso e irresistibile con cui Luca Ronconi e Gae Aulenti hanno trasformato in punti di forza le debolezze della drammaturgia è stato ripreso nel 2009 con la direzione di Ottavio Dantone e un cast rinnovato in cui spiccano Annick Massis, Carmela Remigio, Patrizia Ciofi e Daniela Barcellona.