#DistantiMaUniti è sicuramente uno degli hashtag più utilizzati sui social in queste giornate di quarantena. Uno slogan che ben si abbina alla collaborazione messa in campo dai tre Teatri del Nordest – Veneto, Bolzano e Friuli Venezia Giulia per la tournée digitale di “Una Stagione sul sofà” a cui si unisce questo weekend anche il Teatro Stabile Sloveno/ Slovensko Stalno Gledališče.
Quello Sloveno è l’unico teatro stabile pubblico italiano di lingua non italiana, con quasi 120 anni di attività alle spalle e un ruolo importante di mediatore culturale. Fin dalla fondazione diffonde, grazie alle traduzioni e allestimenti di testi di autori italiani, il repertorio teatrale italiano classico e contemporaneo in Slovenia e in altri paesi di area balcanica. Allo stesso modo propone testi di autori sloveni al pubblico italiano, grazie ai sovratitoli presenti in sala da quasi vent’anni per tutti gli spettacoli di produzione e ospiti.
Quattro teatri distanti geograficamente, ma uniti grazie al potere della rete per portare nelle case degli spettatori tre spettacoli in streaming dal palcoscenico virtuale di YouTube.
Il Teatro Stabile di Bolzano propone venerdì 10 aprile (ore 20.00) Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, sabato 11 aprile (ore 20.00) è il turno del Teatro Stabile del Veneto con I Rusteghi, mentre il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e lo Stabile Sloveno chiudono il weekend con la co-produzione Paurosa Bellezza/ Grozljiva lepota domenica 12 aprile (ore 18.00 in lingua slovena – ore 20.00 lingua italiana).
La tournée digitale riprende quindi venerdì 10 aprile con Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis di Pino Loperfido, con Andrea Castelli e diretto da Paolo Bonaldi. La produzione del Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara e il Coordinamento teatrale trentino è un monologo civile dedicato a una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica internazionale: il 3 febbraio 1998 un aereo Prowler della base americana di Aviano trancia di netto i cavi della funivia del Cermis in val di Fiemme, facendo precipitare nel vuoto una cabina con venti persone a bordo, tutte morte. L’unico superstite, il manovratore dell’altra cabina appena sfiorata dall’impunito pilota, diventa il narratore/attore di questa «cronaca romanzata di una tragedia». Attonito e inerme testimone dei fatti, «appiccicato alla morte» per un’ora nella gabbia metallica, racconta, guidato da un flusso di coscienza che passa dai «nudi fatti» ai ricordi personali, dall’evocazione delle voci dei valligiani alle espressioni di rabbia contro «un’imbecillità che non ha patria, non ha colore, non ha sesso». Oltre alla ricostruzione dei fatti, il testo diventa metafora della solitudine e dell’angoscia della parola quando alimenta la memoria storica.
Sabato 11 aprile è il turno del Teatro Stabile del Veneto con I Rusteghi di Carlo Goldoni diretto da Giuseppe Emiliani. Un grande classico della commedia dell’arte ritenuta da critici il capolavoro di Goldoni. La scena è ambientata a Venezia nella casa del mercante Lunardo, e si svolge nell’arco di una giornata, rispettando così la tradizionale unità di luogo e di azione.
Lucietta, da sempre in contrasto con la matrigna Margarita, vorrebbe maritarsi per uscire da una routine familiare noiosa e angusta, dovuta soprattutto all’intransigenza del padre Lunardo, autoritario, e scorbutico. A insaputa di Lucietta, il padre ha già predisposto le nozze con Filippetto, figlio del signor Maurizio, anch’egli dal carattere rigido e severo. Grazie a un travestimento Filippetto e Lucietta possono conoscersi prima che le nozze vengano ufficializzate, ma sul più bello vengono scoperti. Scoppia il finimondo: i quattro uomini montano su tutte le furie, ma è Felice, nel corso della splendida scena finale, a dimostrare quanto assurdo sia il comportamento dei rusteghi. Al di sopra del principio economico e dei falsi ideali di compostezza, rigore, rispetto dell’autorità paterna, i figli e le donne si affidano a un umanissimo principio di piacere, ribaltando i ruoli familiari a loro vantaggio e isolando i quattro rusteghi nella vecchia austerità e nel conformismo che li caratterizza.
Domenica 12 aprile la tournée propone Paurosa Bellezza/ Grozljiva lepota co-produzione che nel 2017 ha visto lo Stabile del Friuli Venezia Giulia e lo Stabile Sloveno affrontare uno spettacolo in doppia edizione linguistica (a partire dalle 18.00 sarà disponibile la versione in sloveno e dalle 20.00 quella recitata in lingua italiana) offrendo due immagini diverse dello stesso testo, basate sulla specificità dell’interpretazione attoriale. Incentrato sul tema dell’alpinismo, della sfida dell’uomo con la natura, con sé stesso e i suoi limiti grazie al doppio cast e alla doppia versione linguistica, lo spettacolo permette al pubblico di vivere l’emozione dello stesso testo e della stessa regia da due prospettive differenti. Fede, amore, coraggio nel rapporto con la Montagna sono alcuni dei temi che gli attori delle due compagnie (Lara Komar, Riccardo Maranzana, Filippo Borghi per il Rossetti e Maruša Majer, Primož Forte e Tadej Pišek per il Teatro Sloveno) restituiscono con profondità emotiva e un’intensità fisica incredibile, impegnati a recitare simulando una vera arrampicata su piano inclinato. Le videoproiezioni danno al pubblico il senso della vertigine, della paura, della bellezza, completamento dei ricordi e delle storie di tre grandi e carismatici protagonisti dell’alpinismo italiano, come Emilio Comici, Enzo Cozzolino e Tiziana Weiss. Il regista attraverso una suggestiva partitura che intreccia il linguaggio fisico degli attori a video e suoni, porta in primo piano le loro emozioni, il loro senso della sfida, la poesia delle montagne, che con la loro silenziosa immensità permettono all’uomo di affacciarsi sull’infinito, anche interiore.
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“Una stagione sul sofà” prosegue sui social
La stagione continua nel weekend e durante la settimana sui canali social del Teatro Stabile del Veneto con la rassegna di fiabe e racconti “Famiglie connesse”, il laboratorio teatrale di cittadinanza online condotto da Mattia Berto “L’ora d’aria”, gli appuntamenti su Zoom di Intimità. Interviste da casa a casa, il format curato dalla compagnia Amor Vacui, con le video-letture di romanzi e dei Sonetti di Shakespeare a cura degli allievi della Scuola Teatrale d’Eccellenza e l’immancabile appuntamento con la fiaba della buonanotte “Sogni d’oro”.
L’intrattenimento continua anche sul sito del Teatro Stabile di Bolzano www.teatro-bolzano.it/podcast che ogni martedì e ogni sabato fino al 30 maggio, mette a disposizione un podcast per ascoltare alcuni degli spettacoli di maggior successo creati a Bolzano e presentati in tour nei principali teatri d’Italia. Tra i titoli della prossima settimana Amleto di W. Shakespeare, regia Maurizio Scaparro, con Pino Micol, stagione 1972/1973 e Precarie età di Maurizio Donadoni, regia Cristina Pezzoli, con Patrizia Milani e Maria Paiato, produzione Teatro Stabile di Bolzano, stagione 2009/2010.
A partire dal 14 aprile il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia propone attraverso i propri canali social l’iniziativa “Teatro da Casa”, per offrire al pubblico la possibilità inconsueta di “incontrare” gli attori a casa loro: chi dal divano del salotto, chi dalla propria cucina, i protagonisti e gli amici delle recenti stagioni del Rossetti regalano agli spettatori piccoli momenti di teatro, una poesia, una canzone, o magari semplicemente un saluto. Video di pochi minuti, spontanei, che con cadenza quotidiana, passeranno su Facebook e Instagram tenendo vivo il nostro amore per tutto ciò che è teatro.