Questa di Emanuele Martinuzzi è una poesia che tratta del tema del superamento del dolore, della sofferenza o dell’angoscia, legata alla perdita o alla considerazione sulla propria e altrui caducità, inevitabilmente di tutte le cose. I momenti di sofferenza possono essere superati e diventare in un certo modo opportunità di crescita e conoscenza di se stessi, se si è capaci di apprendere da queste dure lezioni che la vita ci mette di fronte e allo stesso tempo donando qualcosa di noi agli altri.
Il dolore con tutta la sua insensatezza può diventare ed essere trasformato in memoria e futuro, ossia in una cicatrice che ci ricorda chi eravamo, cosa abbiamo patito e ci apre alla possibilità di cosa possiamo diventare nel futuro.
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Cicatrice
Cicatrice, reliquia rimarginata da pellegrini senza occhi, ho cercato
la lama di quei cieli rannuvolati a destino che t’incisero canzone,
emorragia forse di un ultimo bacio o prima meraviglia, fuggitiva
verso la morte come fosse vita, cupa speranza vergine disperare.
Alla tua preghiera alata affido l’incolume strazio della rugiada
e il blu di una resistenza precoce alla realtà, eden decrepito e nido.
Non voglio né posso fuggirti, mi raggrinzisco nei tuoi germogli
incompiuti, soffro se ti volti verso le mie lontananze, mi dono.
Emanuele Martinuzzi