Questa poesia è una dedica in forma anonima ad un amico del poeta, che ne celebra gravemente l’umiltà, la grandezza e la giustizia. Spiccano i versi oscuri di memoria biblica “che splenda la luna sulla polvere / luce sul nostro destino infame“: un’ombra di morte che si dissolve nell’immagine che chiude questi versi, nei quali si annuncia l’arrivo di un figlio a dare una speranza che è più di un sogno.
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Fratello delle più nobili altezze
Fratello
delle più nobili altezze,
il tuo passo è di uomo retto,
pieno d’onore come la fatica
di chi piange la via alle spalle.
Ti conosco come le donne
che mai ho veduto,
come le ombre
che lascia una parola,
come il sangue
nella volontà più ferma.
Poiché il tuo nome è caro
alla guerra,
io canto la tua pace
senza confronto
che si indigna per l’insulto
al compagno,
canto
la giustizia di chi volle una montagna
senza trionfo.
Che cento anni di lotta
passino sotto gli occhi del cielo,
che splenda la luna sulla polvere
– luce sul nostro destino infame –
che si volti una donna
al tuo piano parlare:
ogni cosa, insegni, accadrà.
Ora non viene il tempo
del sogno,
fratello – più oltre è il sogno:
viene, adesso, tuo figlio.
Giovanni Luca Valea