In questo periodo di difficile resilienza anche i protagonisti del talent “Amici” di Maria De Filippi, giunto alla sua 19esima edizione, prendono coscienza della realtà che ci circonda, rimanendo in quarantena nella propria comfort zone, riposando, meditando e allenandosi per rimanere reattivi e pronti, per una ripresa si auspica in definizione il più celere possibile. Abbiamo raggiunto in videochiamata Nicolai, sul terrazzo collinare della dimora, per farci raccontare qualche aneddoto e sensazioni post-talent, da regalare ai suoi fan.
Ma chi è Nicolai?
Nicolai Gorodiskii, 24 anni, è nato nel 1995 a Leopoli nei pressi di Chernobyl, luogo dal quale la famiglia parte per dare un futuro migliore ai propri figli trasferendosi in Sud America. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza in ristrettezze, a Buenos Aires, Argentina, ma con i genitori aperti alla cultura e agli stimoli capaci di creare nuove opportunità di vita per l’avvenire. Il ricordo nella immagine di una fotografia in cui da bambino, la madre lo immerge in un secchio per fargli il bagnetto accompagna la sua voglia di rivincita e riscatto. Nicolai è un giovane ballerino talentuoso oggi, dal carattere incisivo e mordente, al quale nulla è stato regalato. Si approccia alla danza quasi per caso, indotto da una amica, all’età di 11 anni. Un fisico minuto, magro, gambe lunghe, ma che fino a quel momento giocava a calcio e imparava le danze folkloristiche argentine dei Gaucho. Viene ammesso all’Istituto Superior the Ballet Academy del Teatro Colón. Con tanti allenamenti durissimi comincia la sua ascesa. A soli 13 anni conquista due oro al Concorso Danza America. Nel 2010 una borsa di studio per Vienna. Nel 2013 si laurea e lavora con la stessa Opera Ballet di Vienna. Nel 2013 vince la medaglia d’oro al Concorso di Praga. Nel 2017 vola in Nuova Zelanda per ballare con la Royal Theatre. Nel 2018 danza con la Compagnia del San Francisco Ballet. Nel 2019-20, invitato da Alexander Stoyanov, in Ucraina, la sua terra d’origine, balla con la Compagnia National Opera Ballet. Per comprendere la leggerezza e la tecnica espressiva di questo brillante ballerino di formazione accademica classica, basta vederlo volteggiare in alcuni ruoli in rete su Youtube o Instagram nel Pas de deux con Kara Zimmermann all’American National Ballet, o nel ruolo di Pas Paysan in “Giselle” al Teatro Colón, o ancora in studio per le prove di “Diana et Actéon”.
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Nicolai, come mai hai scelto di partecipare al programma di “Amici”?
Fino all’anno scorso ero a ballare al San Francisco Ballet, poi sono stato invitato a ballare in uno spettacolo da Daniele Cipriani e mentre ero in vacanza in Italia mi hanno suggerito di partecipare al talent, così a giugno ho partecipato al provino presentando un passo a due, anche se mi dicevano che non era così facile riuscire a stare in un programma televisivo dove sei sempre sotto i riflettori delle telecamere. Avrei dovuto andare in tournée in Francia con la Compagnia Ukraine Ballet, più avanti, ma poi gli eventi hanno cambiato il programma. Tutti attorno a me, consigliavano di fare questa esperienza.
Questa esperienza televisiva al talent di “Amici” cosa ti ha tolto e cosa ti ha dato?
Per essere onesto, è stato un percorso bello, duro, un’esperienza motivante. Sono entrato più avanti nel corso del programma, ma solo sul termine mi sono ambientato e rilassato.
Come ti sentivi a ballare con la percezione del silenzio in studio, senza pubblico e senza partnership?
Quando Maria ci ha spiegato quello che stava succedendo fuori e le disposizioni del Governo di non poterci toccare e mantenere le distanze è stato come se il tempo si fosse fermato. Senza il pubblico in studio c’era il vuoto ed era una sensazione strana. Peparini ci aveva preparato bellissimi passi a due, con prese, lift, ma è riuscito creare ugualmente molta emozione anche senza potere avvicinare la partner.
I quadri coreografici di Giuliano Peparini, che ti hanno assegnato, erano di tuo gradimento?
Sì, bellissimi. Lui è un bravo professionista e ci fa mettere a nostro agio.
Nicolai, hai 24 anni, ed hai già fatto tanta esperienza all’estero sui palcoscenici internazionali: Buenos Aires, Vienna, San Francisco, Nuova Zelanda, Ucraina. Dove ti sei sentito più a tuo agio e perché?
È incredibile dirlo, perché sono andato via con la mia famiglia quando avevo solo un anno di vita, ma il posto dove mi sono sentito più a mio agio a ballare è in Ucraina. A casa, alle origini della mia famiglia. Qui ho ballato nel ruolo di Sigfrido nel balletto di repertorio del “Lago dei Cigni”, quasi senza fare prove generali. Sono stato invitato a danzare da Alexander Stoyanov.
Quali differenze hai trovato a danzare con le altre compagnie, nei ruoli accademici del balletto classico?
Io sono un ballerino classico, ma qui ad “Amici” ho imparato a ballare altri stili come l’hip hop e modern contemporaneo, di cui mi piacerebbe approfondire lo studio.
Nicolai, sei un ballerino di grande talento, quali sono i tuoi punti di forza?…Self evaluation
Sono impulsivo, ma reagisco solo quando mi sento attaccato ingiustamente per autodifesa. Un punto debole è quando non mi sento al meglio delle mie forze, così non riesco a dare il meglio. Ma emozionare dal vivo e anche sullo schermo è la qualità che mi appartiene e credo che la gente non si annoia quando mi vede ballare.
Dove vedi proiettata la tua carriera, verso ruoli più classici o contemporanei?
Nel futuro mi vedo interpretare dei ruoli in film oltre a continuare a ballare. Quando ero in California mi ero iscritto per partecipare a un format come una telenovela. Danzare in una compagnia prestigiosa italiana, ma anche tornare in Ucraina dove mi hanno aspettato.
Che tipo di musica ascolti e quale ti piace? E film? Colore preferito? Tatuaggi?
Sento musica italiana, inglese, latina, reggaeton, Ghali, Mahmood. Anche la sigla del Mundial di Calcio. Mi piacciono i film d’azione, fantasy, horror, ma anche i cartoni animati. In casetta nel talent di “Amici”, per scaricare la tensione, con Javier e Gaia ci facevamo degli scherzi. Il mio colore preferito è il giallo che tende al verde. Il simbolo del tatuaggio che ho sulla spalla è il Re Leone, che mi sono fatto in America. Io sono del segno della bilancia e mia madre del leone, così è come se fosse sempre con me.
A quale ballerino del passato e del presente ti ispiri?
Sicuramente, studiando in Argentina al Teatro Colón, i ballerini più prestigiosi che ammiro sono Julio Bocca e Maximiliano Guerra, ma anche Leonid Sarafanov. Però per stile e carisma Mikhail Baryshnikov.
In questo momento di resilienza per il Covid-19, #iorestoacasa, cosa fai per mantenerti in forma?
La verità è che ora siamo in quarantena dopo essere usciti dagli studi del programma televisivo e ci concediamo una piccola vacanza forzata, un po’ come tutti. Mi sento in pausa e sto meditando a cosa vorrei fare e realizzare e quali obiettivi raggiungere.
Con quali artisti ballerini/e vorresti danzare nel tuo prossimo futuro?
Mi piacerebbe ballare con ballerine qui in Italia.
Come ti sei sentito a fare l’“allievo” nel talent, quando sei già un professionista?
Io non mi sono sentito un allievo. Ho pensato che questo è un talent e devo fare vedere al meglio le mie qualità di ballerino. Anche se ho imparato l’italiano in pochi mesi, ho capito il meccanismo del programma che vogliono far vedere che siamo in una scuola. Anche se, quando non venivo giudicato, giustamente io lo facevo notare. In fondo per crescere siamo allievi un po’ per tutta la vita.
Cosa vuoi dire ai tuoi fan e alle persone che amano la danza?
Un pensiero soprattutto ai ragazzini di non arrendersi mai. Di allenarsi a casa in questo periodo con le lezioni su Youtube e Instagram. Si può migliorare sempre. Anche quando vado al mare, e torno carico di energia, porto nella danza le sensazioni dell’acqua. La danza è dovunque. Béjart in “Lettere a un giovane danzatore” diceva che la “barre” è in ogni cosa che fai anche nel quotidiano, come una meditazione.