La poesia di oggi riporta al mito. Achille, dopo aver amato Briseide, considera ciò che ha perduto per volontà del re Agamennone. Giovanni Luca Valea mette in risalto la bellezza dell’eroe, senza dimenticare di condannare l’avidità della guerra e l’inutilità del potere: “Grandioso come è l’uomo / nella sconfitta. / È morto Patroclo, che amava / e per brama di re – / che assurdità.”
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Mira, se desideri, la pace di Achille,
la voluttà quieta che esprime
nel volto la sua luce.
Molte notti prese Briseide
al fianco, ne chiamò il nome
perché indugiasse tra le labbra.
Mira, se desideri, la bellezza
che premia le spalle –
e come scende deliziosa la veste,
quanto splendido il sandalo,
infiniti i capelli che il vento
sparse nella guerra!
Soltanto ora, guardalo. Come china il capo,
grandioso come è l’uomo
nella sconfitta.
È morto Patroclo, che amava,
e per brama di re – che assurdità.
Giovanni Luca Valea