Questa poesia di Emanuele Martinuzzi parla del nostro amato amico a quattro zampe, il gatto, animale sacro in molte culture del passato come nell’antico Egitto, venerato nell’antica Roma. Amico delle streghe o animale del demonio quando la sua fama positiva venne oscurata, simbolo del legame tra mondo umano e mondo spirituale, dai più conosciuto come buffo predatore e astuto coccolone, contraddistinto dal suo spirito fiero e indipendente. Animale guida e meditativo per il suo essere silenzioso e per la sua capacità di vedere nel buio, quindi oltre le apparenze.
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Il gatto
Imperatore sinuoso
che si cura del mondo
come di un gomitolo
in discesa verso l’abisso
dei suoi sanguinari
occhi di pace,
verso l’ignoto
dei suoi baffi elettrici,
verso la sacralità
delle sue unghie di luna.