Maestro di Arti Orafe, Alessandro Dari vive e opera a Firenze nel suo Museo-Bottega, situato nel quattrocentesco Palazzo Nasi-Quaratesi; in queste antiche sale a volte, aperte al pubblico, porta avanti una secolare tradizione familiare, iniziata con Aldebrando Dari già nel 1630.
Fondatore del movimento del Dinamismo Percettivo, insegnante di tecniche di Arte Orafa, musicista di chitarra classica, laureato in Farmacia, è stato insignito del titolo di Professore Universitario Onorario di Oreficeria della Facoltà di Architettura di Firenze e le sue opere sono esposte anche al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
Nel 2003 gli è stato assegnato il Premio Perseo, come Migliore artista della Città di Firenze e nel 2006 è stato nominato artista scelto del Vaticano.
Le sue doti artistiche straordinarie concentrano, in tutte le sue opere di microscultura, competenze di anatomia, meccanica e architettura, in una tecnica di profonda raffinatezza e fortissima inclinazione spirituale.
Esordisce affermando:
“Dio mi ha scelto
Per seguire la sua luce
Purificando la materia dal peccato
Dal disonore
Dall’odio che separa i popoli.
La bellezza diviene verità
Per suo volere
Io niente
Solo un suo tramite
Il pianto di un bimbo
Nel buio
Le vesti di Gesù
Ancora calde
Dopo la morte.”
E prosegue:
“Creo il movimento
Per sentire nascere in me vita.”
Questo artista di fama internazionale afferma di vivere un dialogo continuo fra la bellezza e la verità attraverso forme dinamiche e continuamente interagenti fra di loro; l’opportunità di intervistarlo ci ha permesso di approfondire con lui i significati del suo operato.
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Maestro Dari, dalla sua profonda esperienza artistica scaturisce un movimento filosofico che lei ha definito Dinamismo Percettivo. Quali sono i capisaldi di questa corrente di pensiero?
L’opera d’arte non è mai completa. Mai terminata. Diamo sempre dei limiti, dei confini al momento creativo. Nella forma decidiamo di terminarla, ma non è terminata. L’opera d’arte è infinita. Solo il dinamismo la libera da questa prigionia di incompletezza.
Michelangelo non completava le sue opere. L’incompleto era infinito. Non poneva limiti. L’osservatore la completava in sé. Era una forma dinamica nel tempo. Nella forma.
L’opera d’arte è infinita e questo si cerca di trovare nel Dinamismo Percettivo.
La vera opera d’arte appartiene per sempre a Dio, infinita come lui.
Nel Dinamismo Percettivo l’opera può anche non essere in movimento, ma diviene dinamico il proseguire del suo racconto nella forma e nel simbolismo.
Si trovano ad interagire elementi che soltanto la percezione separa e che il dinamismo unisce.
Come nascono le sue opere? Qual è la sua fonte di ispirazione?
Le mie opere nascono dalla vita di tutti i giorni.
Dai sogni.
Dai dolori sepolti.
Dalle offese non meritate.
Come se si aprisse una grande porta di acqua e ti facesse trovare in un nuovo mondo espressivo.
Qui io vivo.
A questo mondo appartengo perché lui mi ha scelto.
Lui il mio maestro.
Quali ritiene essere stati i Maestri fondamentali per lo sviluppo del suo talento artistico?
Il mio maestro, e un po’ spirito guida, è Michelangelo. L’ho studiato, disegnato e pregato per molti anni perché lui potesse guidarmi interiormente.
Le sue mani sempre in me, sulla punta dei miei sentimenti, per scolpire l’amore. Quello vero, che non ha parole.
Andiamo alle origini della sua opera. Come si è avvicinato all’Arte Orafa?
Ho iniziato questo percorso artistico a 16 anni, trovando un anello, un uroboro, che inconsapevolmente mi ha fatto sentire l’appartenenza ad un nuovo mondo da scoprire.
Un dialogo difficile e doloroso fra verità e bellezza, al quale non ero preparato tecnicamente.
Ho così studiato per oltre 12 anni le tecniche orafe e scultoree antiche, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Poi ho iniziato a creare cose solo mie, del mondo oltre la grande porta di acqua.
L’Arte Orafa, la sua passione per la Musica, la sua formazione accademica in Farmacia. Questi preziosi saperi vengono tutti coinvolti nell’elaborazione delle sue opere?
La mia formazione scolastica è complessa.
Ho iniziato a studiare e suonare la chitarra classica parallelamente al gioiello.
La sua storia, nel suono, che rivela sempre l’ordine di tutte le cose.
Oltre la porta grande di acqua.
Poi farmacista e biologo, ricercatore, per università ed eserciti, per 10 anni.
Ho fatto corsi di scultura e musica parallelamente al mio lavoro di farmacista.
Ho imparato, nel tempo, che le arti ed i mestieri vanno uniti il più possibile, sino a farli divenire una cosa sola fatta di tante cose.
Ed è così che sono nati i gioielli scultura macchinario, per raccontare tutto quello che va oltre lo storico delle forme.
Applicando meccanica ed elettronica, (mie grandi passioni studiate, sin da piccolo, da solo) riesco ad avere un’opera che comprende, di per sé, tante cose.
Che parla ed interagisce con lo spettatore, che, a sua volta, diviene una parte dell’opera.
In questa trasposizione, transfert, il mio significato artistico del Dinamismo Percettivo.
Lei è anche insegnante all’interno della sua prestigiosa Scuola Orafa. Come avvicina i suoi studenti alla pratica artistica?
Nella mia Scuola insegno, per arrivare all’intimo dell’allievo, la sezione aurea nelle sue diverse applicazioni esecutive e progettuali.
Poi passiamo alla geometria sacra ed infine alla realizzazione di forme architettoniche e anatomiche reali.
Tutto su cera, il nostro marmo di scultura.
Il corso ha una durata variabile da un mese ad un anno e sono ammessi gli allievi che abbiano superato un colloquio preliminare, per capire esattamente a quale mondo appartengono o vorranno appartenere.
Accettiamo solo persone che sanno amare, in parole povere.
Questo lavoro è amore profondo e non permetto a nessuno di sprecarlo.
Grazie.
Ines Arsì