È un viaggio tra le strade deserte e insolite di una Firenze sola con le voci dei cittadini fiorentini rimasti bloccati tra drammi personali, gioie e canti di liberazione quello di “Firenze Sotto Vetro”, il social film di Pablo Benedetti e Federico Micali, un racconto reale dello straordinario periodo di lockdown causato dall’emergenza sanitaria mondiale.
Dallo scoppio della colombina ricostruito nei giardini delle proprie case al silenzio dei calcianti, muti e con le mascherine; dai flash mob dai balconi alle iniziative solidali passando per i video virali; dagli studenti fuori sede bloccati ai bambini che hanno continuato a giocare e a studiare a distanza; dai cori da stadio dai balconi alle drammatiche esperienze di persone malate e di quelle che hanno perso i propri cari. Ma anche fughe nascoste per un desiderio di libertà e amori nati in chat ai “tempi del Covid”. E il lavoro, da quello drammatico di medici e infermieri, a quello fondamentale di chi ha sempre continuato fino ai tanti che sono stati costretti a fermarsi, tra cui i tantissimi lavoratori della filiera dello spettacolo, della musica, del cinema e dei teatri. Sono alcune delle testimonianze che i fiorentini, oltre un migliaio, hanno inviato ai registi per raccontare un periodo straordinario delle loro vita. “Firenze – hanno spiegato Benedetti e Micali – per la prima volta della sua storia si è trovata svuotata, “sottovetro”, chiusa senza turisti e senza fiorentini, ognuno nelle proprie case”.
“Firenze Sotto Vetro” ha tracciato un inedito percorso, da un luogo ad un altro della città, in punta di piedi, nel silenzio del lockdown per raccontare il destino comune, quello di “prigionieri” in casa. “Abbiamo vissuto la città da casa – hanno detto i registi – grazie ai contribuiti e alle testimonianze dei filmati: dall’alto con i video dei droni (sono pervenuti filmati che da Bagno a Ripoli hanno documentato la città, passando sull’Arno); dal basso, attraverso testimonianze di infermieri e dottori che hanno voluto raccontare il loro dolore e anche la gioia di vittorie e dalla pancia della città con divertenti e ironici racconti che rappresentato la sagacità fiorentina”. Nel film saranno documentati anche i luoghi della cultura e dell’arte: dal Teatro del Maggio alla Pergola, da Palazzo Vecchio al Duomo con immagini inedite e straordinarie.
Ad accompagnare il film le fotografie di Alessandro Cinque realizzate con una lensball: una palla di vetro che “nell’idea del progetto – ha spiegato – riflette, racchiude e capovolge l’oggetto dell’inquadratura, restituendo in modo iconico l’idea di quello che stiamo vivendo in questo periodo unico della nostra vita: le prospettive ribaltate della quotidianità del lavoro, della famiglia, dei rapporti con gli amici”.
“Abbiamo scoperto una città – hanno infine spiegato Benedetti e Micali – che sa aspettare, inventare, soffrire e ripartire. Il film vuole essere un documento storico, una memoria collettiva e condivisa di una quarantena che ha fatto tabula rasa delle nostre abitudini riscrivendole secondo canoni che mai avremmo immaginato, ha tirato fuori potenzialità sopite, forza d’animo e un senso di unità che avevamo dimenticato in un qualche cassetto”.
Si possono inviare i propri video all’indirizzo email firenzesottovetro@gmail.com o al numero 3497494282 (attraverso le piattaforme whatsapp e telegram) o nella chat del profilo Facebook @firenzesottovetro (https://www.facebook.com/firenzesottovetro/).
Il progetto ha il patrocinio del Comune di Firenze come partner istituzionale, è prodotto da Malandrino Film e 011Films con la collaborazione di Toscana Film Commission e del cinema La Compagnia con media partner Lady Radio e PS Comunicazione. E’ un progetto Open No Profit: qualsiasi entrata, oltre i costi di realizzazione, sarà devoluta ad enti e associazioni impegnati in questa emergenza.
Pablo Benedetti: da One More Time (Alfonsina y el mar) con cui portò a Firenze Lucia Bosè al recente docufilm El Numero Nueve su Gabriel Omar Batistuta che ha coinvolto tutta la città in eventi di successo e proiezioni.
Federico Micali: oltre 20 anni di documentari e film che hanno spesso coinvolto la città, dal Social Forum del 2002 alla Firenze resistente di Lungarno, dalla Santo Spirito di Monicelli a L’Universale.