Regia: Michele Sinisi
Drammaturgia: Francesco M. Asselta/Michele Sinisi
Aiutoregia: Nicolò Valandro
Produzione: Elsinor Centro di Produzione Teatrale/Teatro Fontana
con il sostegno di SIA srl
Dallo scoppio della pandemia, Michele si trova con la moglie e i figli in Puglia, aspettando la fine del lockdown. I teatri sono ancora chiusi. Il lavoro latita. L’unica platea disponibile è la propria bacheca Facebook. In che modo allora ristabilire il contatto con il pubblico e trovare nuove forme per mantenere vivo il rito senza un luogo fisico in cui officiarlo?
Durante questo lockdown numerosi sono stati gli artisti che hanno provato nuovi modi di raccontare, intrattenere, emozionare, comunicare attraverso i social. Con diversi risultati, tutto questo ha paradossalmente contribuito a far parlare di teatro, anche nella sua assenza. Nonostante l’impossibilità di riprodurre il qui e ora, la necessità di continuare a creare ha dato occasione per pensare a soluzioni alternative.
Lunedì 15 giugno 2020, giorno previsto per la riapertura dei teatri, Michele Sinisi vestirà i panni del portiere del Macbeth in diretta dalla cucina di casa sua, davanti allo stesso frigorifero aperto divenuto ormai il simbolo di #decretoquotidiano, il format giornaliero che dagli inizi della pandemia affronta i topic di questi giorni dal tinello di casa Sinisi.
Macbeth è un evento virtuale, uno spettacolo pensato appositamente per lo streaming, dove assistiamo alla tragicommedia di un padre-attore che per non perdere il contatto con il proprio mestiere si lascia dirigere dai figli in una versione domestica dell’opera più cupa di Shakespeare, interpretando il personaggio più umile: il portiere.
Questi, chiuso in una stanza, assisterà impotente e incosciente allo svolgersi di una tragedia molto più grande di lui, quella di Macbeth e della sua lotta per il potere, sviluppata attraverso i video raccolti nella call aperta per l’occasione, insieme a quelli creati dai colleghi sulla scia dei progetti elaborati in questo periodo di quarantena e diventati già parte dell’immaginario di una comunità che in questi mesi non poteva che essere virtuale.
“Quell’immaginario creato durante il lockdown è un patrimonio da cui partire forse per incontrare per la prima volta un pubblico molto più vasto. L’importante sarà riconoscerlo e non rifiutarlo infantilmente secondo la presunzione del voler tornare, o attendere di ritornare, alla “normalità”. Il Teatro non si occupa di questa dimensione, piuttosto gioca col presente e con le umanità disponibili al dialogo”
Al progetto in streaming, seguirà, in un secondo momento, la versione dello spettacolo che, continuando a narrare le vicende della storia attraverso i cellulari o gli iPad, troverà nello spazio all’aperto del Teatro Fontana di Milano, la presenza del portiere pronto a “recitare” ogni qualvolta un gruppo di persone si presenterà per ascoltare la sua storia, in attesa che gli esseri umani possano tornare a ripopolare i teatri.