Questa poesia di Giovanni Luca Valea fa luce sulla nostalgia di un uomo molto amato, senza dimenticare la passione per la canzone, per i versi.
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Chissà di quante trame
avrei nostalgia.
Del tempo infinito nella musica,
dello spazio
tra gli accordi,
della mia vita perduta
ad imparare.
Chissà cosa direbbe
Elia, il maestro,
che sussurra lieve
la grandezza di una penna benedetta.
Quanti piccoli amori
lascerei,
quanto vino.
Quante inconsolabili poesie.
Poiché non risparmiai
la mia anima
non soffrii privazioni.
Soltanto la morte, della morte
volevo sapere:
e rivedere il Compagno.