In un anno complesso per il mondo teatrale e dello spettacolo, il Festival di Radicondoli riconferma per la XXXIV edizione l’atteso appuntamento estivo in uno dei paesaggi italiani più affascinanti, a metà strada fra il Chianti e la Maremma. La sua natura di officina creativa, che ha sempre fatto del territorio il proprio palcoscenico naturale, dunque facilmente declinabile sulle regole di sicurezza post Covid19, lo rende quest’anno più che mai importante luogo di riflessione sul presente e sul teatro che verrà.
“Negli ultimi anni abbiamo sempre più delineato una narrazione e un’articolazione spettacolare sintonizzate sulle caratteristiche architettoniche e ambientali del contesto territoriale, tanto nell’approccio agli spazi fisici quanto nelle linee di ricerca artistica, strutturando gli spazi scenici in simbiosi con il contesto naturalistico e limitando a pochissimi elementi basici gli allestimenti tecnici. E se questo periodo mette a dura prova lo spettacolo dal vivo, dall’altro rappresenta anche un’opportunità per riaffermare la vocazione e l’identità del Festival, fortemente legata all’uso dello spazio naturale che diventa scenografia e al rapporto diretto e coinvolgente con il pubblico”, spiega il direttore artistico Massimo Luconi.
Il tema di questa edizione sarà uno sguardo lungimirante, che punta a saldare la terra – e la realtà – con il cielo – e la visionarietà, rappresentata da poeti, sognatori e paladini di ieri e di oggi di un mondo migliore, e portata in scena da grandi autori contemporanei e con testi inediti.
Tra i protagonisti ci saranno artisti e voci che incarnano questa visione. Tra gli altri ricordiamo Federica Fracassi, Ciro Masella, Anna della Rosa, Arianna Scommegna, Maria Letizia Gorga, Ulderico Pesce, Marco Baliani, Monica Demuru, Patrizia Punzo e voci di culture inascoltate. Accanto a questi la rilevante presenza di un artista come Massimo Biagi “Miradario” porta nuova energia all’idea di Radicondoli come luogo d’arte e perfetto habitat per l’arte contemporanea.
Tra le novità di quest’anno c’è la suddivisione del programma in due tempi: la prima dal 29 luglio al 7 agosto, l’altra tra il 4 e il 6 settembre, “per esplorare assieme alle istituzioni locali, regionali e nazionali le possibilità di riportare il lavoro degli artisti, dei tecnici, degli organizzatori al centro di un meccanismo di ideazione. E per trovare nuovi modi di parlare al pubblico, nell’istantaneità degli eventi”, come spiega ancora il direttore Luconi.
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Ecco i principali spettacoli in programma, giorno per giorno.
ATTO I dal 29 luglio al 7 agosto.
L’inaugurazione si terrà in Piazza della Collegiata il 29 luglio con le canzoni di Luigi Tenco rivocate dalla voce intensa di Ginevra Di Marco in Quello che conta. Il 30 luglio arriva il tradizionale appuntamento con il Premio Radicondoli per il teatro (XI edizione), che assegnerà quest’anno un premio per la sezione Maestri e uno per la sezione giovani critici. Nello stesso giorno si terranno il vernissage e la performance del poliedrico artista toscano Massimo Biagi “Miradario” con la mostra Tra cielo e terra, teatro di figure (la mostra sarà aperta tutta l’estate e si conclude il 6 settembre con un “finissage”): un evento artistico di rilievo che amplia la vocazione del festival. La giornata si conclude con uno spettacolo che ci parla di un passato vicino e sempre vivo, quello della guerra civile siriana, rivissuta nel flusso di coscienza di una donna, una contadina kurdo-siriana, che voleva diventare avvocato e invece imbracciò il kalashnikov, nel testo del pluripremiato artista inglese Henry Naylor L’angelo di Kobane, interpretato da un’artista molto amata, alla sua prima volta al festival: Anna della Rosa.
Il 31 luglio verrà ripercorso il cammino umano e professionale di un eroe sportivo come Armando Picchi, che fu pilastro di quell’Inter di Herrera e Moratti che vinse tutto al mondo nello sfondo di una Milano rampante. A dargli voce sarà la narrazione grottesca e caustica di Michele Crestacci.
L’1 agosto si renderà omaggio al centenario della morte dell’autore toscano Federico Tozzi con una lettura dall’opera Il Podere, con Francesco Argirò e Antonella Miglioretto. La performance si svolgerà in un vero podere toscano. A seguire, Arianna Scommegna, grande interprete e cara amica del festival, sarà la protagonista di Il buio oltre la siepe del premio Pulitzer Harper Lee, sul tema della paura, dell’ignoto e dei pregiudizi nati in una piccola cittadina dell’Alabama all’inizio del ‘900 di fronte alla diversità vista dallo sguardo puro di una bambina.
Il 2 agosto Maria Cassi parlerà ancora di diversità nello spettacolo profondo e comico Mamma mia, dove il teatro, mentre ci fa sorridere, diviene antidoto alle paure attuali per l’incontro di popoli diversi, inevitabile fucina di un patrimonio per il futuro.
Il 3 agosto, in prima nazionale, Ciro Masella presenta il testo di Remi De Vos, uno degli autori più interessanti della scena europea, Per tutta la mia vita ho fatto solo cose che non sapevo fare, storia di un uomo vittima di una violenza gratuita e banale, raccontata a ritroso dalla vittima stessa, in un monologo elettrizzante e teso, sul solco del tragicomico. Nello stesso giorno Alberto Severi, con la sua solita arguta comicità, propone il nuovo testo: Faccialibro, il post delle fragole di cui è anche interprete.
Il 4 agosto la geografia del festival si sposta in Palestina con il testo L’approdo, tratto da un racconto del palestinese G. Kanafani, su una misteriosa donna in giro in una città deserta, con Dalal Suleiman. A seguire Maria Letizia Gorga, diretta da Ulderico Pesce, dà voce a una delle poetesse più raffinate, profonde ed enigmatiche del ‘900: Amelia Rosselli, in Il folle volo. l’ultima notte di Amelia Rosselli, con musica dal vivo. Anche questo in prima nazionale.
Il 5 agosto sarà la volta di un interprete nazionale molto amato, Marco Baliani, che porta al festival Del coraggio silenzioso, con cui ci introduce a una nuova specie di coraggio, più introverso e meno eclatante, che muove il mondo per azioni interiori.
Il 6 agosto, dall’opera di Niyi Osundare e di altri poeti africani, Monica Demuru è voce e interprete canora dell’architettura sonora Lo spirito della Terra, elaborata insieme a Cristiano Calcagnile, un progetto speciale del festival per tenere accesa l’attenzione sull’ingiustizia sociale e la rapina della terra africana.
Il primo atto del festival si conclude il 7 agosto con un doppio appuntamento: prima nel centro di Belforte si terranno Variazioni furiose interpretate da Federica Fracassi, un’altra ospite fedele al festival, che in questo spettacolo in prima nazionale pensato come una drammaturgia sonora in un connubio con violoncello di Lamberto Curtoni, sarà diretta da Massimo Luconi a esplorare pagine dall’Orlando furioso come romanzo d’amore, opera rock, fumetto, film di fantascienza o opera che parla al nostro presente. Segue il concerto Maestrale del Trio Gambetta: tre musicisti creano un connubio sonoro tra temi che si rifanno agli idiomi e alle forme delle musiche tradizionali europee uniti a quelli della rumba gitana e delle musiche nord africane e brasiliane.
Durante questa prima parte del festival si terrà inoltre animazione per i più piccoli a cura di Rabel, l’ascolto intimo per pochi spettatori di frammenti sonori all’interno dello scuderie e la presentazione del libro di scrittura intima Esercizi d’amore.
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ATTO II 4 – 6 settembre
La seconda parte della rassegna, che si configura come laboratorio di nuovi testi e teatro a venire, si apre il 4 settembre con il volo di Michelangelo, un racconto teatrale per voce sola, quella di Beatrice Visibelli e Marco Natalucci, e violoncello, quello di Dagmar Bathmann. Quasi una fiaba popolare, a volte poetica, a volte ironica. Per ripercorrere tutto d’un fiato il mistero concretissimo di un genio indiscusso dell’arte universale.
Il 5 settembre sarà presentato il progetto di nuova drammaturgia di Marcello Benfante La visita, un reading a cura di Lisa Capaccioli e Francesco Dendi: racconto orale e ricostruzione storica, un viaggio nell’Italia ferita e nella storia personale di uomini semplici e coraggiosi, dopo l’armistizio dell’8 settembre 43. Segue Io Monica, confessioni della madre di S. Agostino con Patrizia Punzo, tratto dal romanzo di Lucia Tancredi sulla madre di S. Agostino, dov’è Monica finalmente a parlare e ci così permette di avvicinarci a lei, di conoscerla, come mai è potuto accadere prima.
A chiudere la XXXIV edizione del festival il 6 settembre il concerto dell’Orchestra da camera di Radicondoli.
Info e biglietti: www.radicondoliarte.org