Marco di Noia è un cantautore, sperimentatore e giornalista milanese, con due lauree in materie umanistiche e un dottorato in culture e letterature comparate. Nato a Milano il 4 luglio 1980, possiede una particolare voce di quasi quattro ottave di estensione vocale e un falsetto dotato di rara pulizia timbrica. L’ultimo lavoro di Marco, realizzato insieme a Stefano Cucchi e Andrea Messieri, è stato pubblicato nell’ottobre del 2018, con titolo “Elettro Acqua 3D”, il primo “app-album” italiano per telefonini e concept album in 3D audio sull’acqua. Con Stefano Cucchi e Alberto Cutolo, Marco ha portato Elettro Acqua 3D dal vivo, in sperimentali silent-concert in 3D audio, con microfono binaurale sul palco e pubblico dotato di cuffie wireless SilentSystem. Nel novembre 2019 esce “Leonardo Da Vinci in pop”, EP interamente dedicato alla vita e alle opere di Leonardo, disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download.
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La canzone Parigi 1911 è stata pubblicata nel 2019, all’interno dell’EP “Leonardo Da Vinci in Pop”. Poche settimane fa invece è uscito il video di Parigi 1911, un pezzo basato sul furto della Gioconda per mano dell’italiano Vincenzo Peruggia proprio nel 1911. Prima di pubblicare questo disco ti sei documentato sulla vita di Leonardo e sulle vicende del furto del quadro?
Sì, sia per l’EP che per questo brano ho fatto le mie ricerche leggendo libri, articoli, guardando documentari e visitando musei. La storia del furto della Gioconda e di Vincenzo Peruggia mi ha affascinato particolarmente perché è stata anche questa vicenda a rendere il quadro famoso come è oggi. Vincenzo Peruggia era un immigrato italiano che lavorava come decoratore, un giorno entra in possesso di un opuscolo che parlava delle estese razzie dei quadri avvenute in era napoleonica e in un impulso di patriottismo decide di rubare la Gioconda per riportarla in Italia. Lo scorso anno poi era il cinque centenario della morte di Leonardo e mi è sembrata una buona occasione per rendere omaggio al maestro.
So che hai realizzato e montato il video di Parigi 1911 in autonomia.
Sì, ci ho lavorato durante il lockdown, ho fatto tutto da solo e devo dire che è stato un lavoro molto interessante. Oltre al piacere di vedere un video concepito e creato da me in rete ho anche imparato a usare alcune applicazioni per l’editing video.
Oltre a una ricerca di tipo storico possiamo dire che a supporto di questo lavoro c’è stata anche una vera e propria ricerca del suono. Infatti accanto a strumenti più tradizionali e a suoni tipici della musica elettronica troviamo anche alcuni strumenti ideati da Leonardo da Vinci stesso.
Esatto, nell’EP si possono ascoltare tre degli strumenti che ha progettato Leonardo da Vinci: la piva a vento continuo, la viola organista e l’organo di carta. Questi strumenti sono stati realizzati da Michele Sangineto e suonati dal figlio Leonardo Sangineto. L’idea è stata quella di unire gli strumenti musicali antichi e spesso dimenticati a quelli contemporanei come la chitarra elettrica, la batteria e i sintetizzatori per realizzare qualcosa di attuale e fresco. Possiamo dire che usando questi strumenti abbiamo anche omaggiato il grande maestro. Con la famiglia Sangineto, ottimi liutai e musicisti, sono venuto in contatto per il mio lavoro precedente “Elettro Acqua 3D”, un album da ascoltare in cuffia e registrato con la tecnica binaurale capace di spazializzare il suono rendendolo appunto tridimensionale.
Oltre che in Elettro Acqua 3D hai utilizzato la registrazione binaurale anche per alcuni brani di “Leonardo da Vinci in Pop”. Come ti sei avvicinato a questo metodo di registrazione?
Sono entrato in contatto con la musica 3D grazie a Stefano Cucchi con il quale collaboro ormai da diversi anni. Stefano è un incredibile musicista e compositore che conosce a fondo la musica elettronica, mi ha affiancato assieme a Alberto Cutolo sia nella produzione di “Elettro Acqua 3D” che in “Leonardo da Vinci in Pop”. Utilizzare questo metodo è stato una sfida all’inizio dato che non ci sono molti modelli di riferimento, abbiamo dovuto sperimentare e lavorare molto per capire come utilizzare in modo valido questa tecnica di registrazione. Ora è diventata quasi una firma stilistica, mi sono ricavato una nicchia essendo uno dei pochissimi musicisti in Italia a proporre concerti in musica 3D.
Questo EP ispirato a Leonardo da Vinci, come il tuo precedente lavoro “Elettro Acqua 3D”, può essere definito concept album. C’è un motivi particolare per cui utilizzi questa forma di scrittura?
Essendo giornalista trovo il formato del concept album molto congeniale. Sviluppare un album musicale raccontando una storia o avere un filo conduttore comune a tutte le tracce mi aiuta molto a produrre un lavoro organico e anche a stimolare l’immaginazione.