Con un Rigoletto on the road ambientato in un mondo criminale, ma ideato e creato appositamente per il Circo Massimo e un palco di ben 1500 metri quadrati che si confronta con i limiti imposti dal contenimento del Covid, il Teatro dell’Opera di Roma torna alla musica dal vivo da giovedì 16 luglio e in diretta televisiva su Rai 5, (repliche il 18 e il 20, inizio ore 21) affidando il celebre titolo verdiano all’interpretazione del Maestro Daniele Gatti e alla regia del geniale Damiano Michieletto che sceglie la contaminazione dei linguaggi teatrale e cinematografico per avvicinare il pubblico agli artisti.
“Non avremmo immaginato di poter ripartire in così poco tempo – sottolinea con orgoglio Carlo Fuortes, Sovrintendente del teatro capitolino annunciando l’inaugurazione di Opera al Circo Massimo, stagione estiva del teatro capitolino che sostituisce il cartellone delle Terme di Caracalla, interamente rinviato al 2021 – il nostro obiettivo è stato quello di lavorare per una nuova produzione di un’opera in forma scenica perché un grande teatro deve lavorare al completo. Questo Rigoletto è un evento straordinario confermato da un parterre d’eccezione che ospiterà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti di Senato e Camera Casellati e Fico, il ministro di Beni Culturali e Turismo Franceschini, ma anche gli ambasciatori degli Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna”.
Per un evento eccezionale e nel più rigoroso rispetto delle norme anti Covid per i 1400 spettatori accolti negli spalti del Circo Massimo (fra distanziamenti, settori specifici per congiunti e singoli, mascherine e quattro accessi diversi) si conferma il rodato sodalizio artistico di Gatti/Michieletto che si rinnova dopo il successo de La damnation de Faust di Berlioz, spettacolo inaugurale della stagione 2017/18 al Costanzi (Premio Abbiati come migliore produzione 2017).
Dal punto di vista musicale, il Maestro Gatti annuncia un’opera rivisitata con sfumature e tocchi di chiaroscuro, frutto di una lettura molto personale già ascoltata proprio in occasione dell’inaugurazione della stagione 2018/2019 con il capolavoro verdiano. “Naturalmente saremo amplificati e sono curioso di vedere come questa mia interpretazione funzionerà negli spazi aperto, ma sono certo che il senso dell’opera e di questa rilettura arriverà al pubblico – conferma Gatti – È stato un privilegio per me e per i per i miei musicisti tornare a suonare dal vivo grazie alla sensibilità del Presidente della Repubblica in occasione del 2 giugno, ma questo Rigoletto in forma scenica rappresenta un ritorno alla normalità ed è il frutto di un lavoro importante”.
È importante comunicare la propria presenza perché al distanziamento ci si abitua, nonostante il primo turbamento, ma si lavora in condizioni particolari per il pubblico sottolinea il Maestro Gatti che di fatto preferisce “non parlare di sfida, che implica la lotta contro qualcosa di più grande”, ma di confronto con le proprie abilità mettendosi “nelle condizioni di poter arrivare a un arricchimento che coinvolga davvero il pubblico”.
E proprio le forti limitazioni imposte dalle norme anti Covid, il distanziamento, l’impossibilità di toccarsi e avvicinarsi in un dramma passionale proprio come il Rigoletto, si sono rivelate determinanti nella chiave di lettura di Michieletto che ha immaginato una regia di forte valore artistico risolvendo con la contaminazione dei linguaggi narrativi.
“Cosa raccontarvi senza dire troppo che possa svelare lo spettacolo? Il 16 giugno abbiamo cominciato le prove a Cinecittà e contrariamente a quando accade in teatro, quando ci si trova naturalmente in mezzo a una macchina produttiva, parte dell’ingranaggio degli altri spettacoli, mi sono sentito un vero privilegiato – conferma Damiano Micheletto, alla nuova collaborazione con l’Opera dopo il Trittico di Puccini, La Damnation de Faust, La vedova allegra di Lèhar – È stato molto difficile all’inizio far partire il linguaggio teatrale, ma la difficoltà ti porta anche a superare alcuni limiti e ho capito che era necessario superare alcuni cliché per riuscire a trovare nuovi modi di comunicare: ad esempio, con le maschere gli artisti possono avvicinarsi e se hanno guanti possono passarsi degli oggetti, piccoli escamotage anche nel rispetto delle norme sanitarie”.
Il regista rilegge il cupo melodramma verdiano, parte della trilogia popolare (con Traviata e Trovatore) come un’opera on the road ambientata in un mondo violento e criminale fra realismo e visione onirica, recuperando tutta una serie di idee che aveva sviluppato per un una pellicola con la Indigo Film, ora direttamente coinvolta nella parte Visual della produzione e che racconta la straordinarietà dell’evento con un documentario che ne segue il processo della creazione e della realizzazione.
“È nata l’idea di una regia che raccontasse la storia di Rigoletto all’insegna della cultura cinematografica che non facesse pesare i limiti imposti dalle norme attuali – spiega il regista – ho unito tre livelli diversi, lo spettacolo in scena, le riprese live proiettate sul maxi schermo e 19 brevi video girati a Cinecittà su momenti della storia che non si svolgono in scena o che raccontano i passaggi più emotivi dei personaggi, ma anche le memorie, i sogni e le speranze di Rigoletto”. Per un Rigoletto dal gusto cinematografico e innovativo pronto a riservare non poche sorprese, ma pronto a emozionare e coinvolgere il pubblico.
Nel nuovo allestimento con le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti, i movimenti coreografici di Chiara Vecchi, le luci di Alessandro Carletti, spicca un cast unico per le tre recite con artisti molto vicini al teatro capitolino.
Nel ruolo di Rigoletto, buffone della corte di Mantova, arriva il grande Roberto Frontali, già diretto dal maestro Gatti nello stesso ruolo due anni fa e che sostituisce Luca Salsi, costretto a rinunciare a causa di un’indisposizione.
Iván Ayón Rivas interpreta il Duca di Mantova e Rosa Feola sarà Gilda in un’opera in cui ogni ruolo si rivela particolarmente importante nella sua specificità. Sul grande palco del Circo Massimo ci saranno anche Riccardo Zanellato (Sparafucile), Martina Belli (Maddalena), Gabriele Sagona (Conte di Monterone), Alessio Verna (Marullo), Pietro Picone (Matteo Borsa) e Matteo Ferrara (Conte di Ceprano). Irida Dragoti, giovane talento selezionato seconda edizione del progetto “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma), Giovanna, Angela Nicoli (Contessa di Ceprano), Marika Spadafino (Paggio) e Leo Paul Chiarot (Usciere).
“Forse si andrà verso il tutto esaurito e siamo molto soddisfatti del risultato, ma siamo lontanissimi dalla tipologia di pubblico e dai numeri della stagione alle Terme di Caracalla – riflette Fuortes – La platea sarà certamente molto diversa con tanti romani, turisti italiani e qualche turista internazionale. Ma sarà una grande festa e avrà il valore simbolico di un un vero evento”.
Dopo l’inaugurazione del Rigoletto, la stagione estiva Opera al Circo Massimo prosegue con Il barbiere di Siviglia di Rossini e La vedova allegra di Lehár in forma di concerto, il balletto Le quattro stagioni, nuova creazione di Giuliano Peparini, il galà omaggio a Roma con le stelle della lirica Anna Netrebko e Yusif Eyvazov.
Biglietti in vendita presso la biglietteria e sul sito del Teatro dell’Opera di Roma, info operaroma.it.