Questa poesia di Emanuele Martinuzzi è la traduzione espressionistica di un paesaggio notturno. La natura evocata dalle parole del poeta non è la descrizione fisica del paesaggio visto e vissuto dal suo occhio o dal suo animo, ma una trasfigurazione dove ogni elemento naturale o umano si confonde e diventa perciò simbolo, epifania, corrispondenza di un altrove che è la stessa interiorità umana, volta a conoscere il mondo e allo stesso tempo in qualche modo a crearlo continuamente.
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Sui mistici roghi
Sui mistici roghi di rade costellazioni,
tradite dal fumoso canto delle nubi,
marcisce regale e silente la luna,
libera dal passato del sogno:
brace pietrificata nell’illusione.
Lasciano i tetti assopiti
ombre morbidamente feline,
rapite dagli sguardi socchiusi
nel dubbio di una presenza,
partorite da voci inascoltate.
Dalle ferite vermiglie dei venti,
ancora in quella fanciullesca violenza
si denudano le vesti del ricordo.