La poesia come impegno politico. In questi versi, Giovanni Luca Valea celebra il valore della libertà. Nell’anarchia, il poeta vede una forma d’amore, capace di accogliere uomini e donne senza distinzioni, senza giudizio.
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Tra le piazze e le strade
Tra le piazze e le strade
che soldati di ritorno
attraversano a testa bassa,
tra le rose dell’inganno,
oltre Vicolo del Panico
e poco più in basso del fumo
di questo tabacco messicano
io ti sogno, ti sogno, ti sogno.
Tra i rifiuti cocenti,
tra i marinai che d’egoista
hanno appena la certezza
del nome dei venti,
poco lontano dal campo
dove fu ucciso Abele,
nei paraggi del silenzio di Caino
io ti sogno, ti sogno, ti sogno.
Tra l’amor di patria
e i portoni di legno
al quale battono il pugno
figli che moriranno di freddo;
per il fischio di mio padre
distante dalla mediocrità,
vicina mentre sputi sui piedistalli
io ti sogno, ti sogno, ti sogno.
Per l’ambizione che corrompe,
per chi chiude il recinto di spalle,
tra le presunzione di gloria
e la giusta solitudine che verrà;
onorevole mentre mi dai al verso
esemplare come il mio maestro
quando mi insegna a dividere il pane
io ti sogno, ti sogno, ti sogno.
Tra le mie sorelle e le vergini libere;
tra le sante da bordello
che circondano il cuore
di umori e candele accese,
nel tappeto sul quale ti stendi
per lavare i loro piedi,
donna che non devi perdonare
né dare giudizio né sentenza.
Sono tuo figlio
vengo a prendere un nome
tra la legge che non può esistere
se le schiene sono dritte.
Sono al mondo per averti
sul fianco sul cuore e ovunque
per inciderti nell’eternità del tempo,
oh anarchia, anarchia, anarchia.