In questa poesia, Giovanni Luca Valea racconta di una donna libera. L’amore e la libertà sono due momenti cardine della sua poetica, nella quale la donna assolve ad una funzione salvifica.
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Ti amo libera
Ti amo libera, dei quattro venti
e di nessuno,
libera come l’impazienza
che scuote la notte
della vergine,
libera che bruci
nel dolore, che abiti
con quattro stracci
la tua casa d’oro.
Sei tu che alzi lo specchio
sulla sponda del fiume,
venuta d’un tratto a baciare
la fronte dei nemici;
vedi, ho conosciuto sofferenza
per sofferenza
la vita,
come meritare le parole ardenti
della poesia.
Ti amo libera, nel fiore rosso
che metti nelle mani
del pazzo,
nel petalo che gli domandi;
sei l’amore che inganna
e rimane onesto
come a filo d’acqua,
la mano che alza la mia fronte
che mi fa trionfare
quando varco la piazza.