Gran merito quello del Festival Puccini di Torre del Lago che per primo in Europa rimanda in scena un’opera intera e che, per la sua 66esima edizione, fa debuttare la nuova produzione di Tosca.
Stefano Monti ne firma la regia, le scene e i costumi. Dominano i colori, con il nero che la fa da padrone, e il senso della circolarità che allude all’eterno ritorno delle pulsioni umane fondamentali. L’amore e la gelosia, la nobiltà d’animo e la perversa malvagità del potere. Nella sua essenzialità, una narrazione simbolica che rimanda con grande maestria le passioni che animano il dramma pucciniano. Al di là poi del messaggio e dei simboli, il colpo d’occhio sul palcoscenico è sontuoso e di forte impatto emotivo. Le scene, preparate nelle Cittadella de Carnevale di Viareggio, i costumi e le luci di Eva Bruno si amalgamano alla perfezione. Sul grande sfondo scuro si creano macchie di colore. Il rosso e l’oro si mescolano come su una gigantesca tavolozza. I tre grandi cerchi che dominano la scena diventano di volta in volta la cornice di tableau che assumono dimensione epica, come all’inizio della recita, o rimandano la suggestione pittorica di una Crocifissione rinascimentale. E quando Tosca accoltella a morte Scarpia un’esplosione di luce acceca la platea, quasi a simboleggiare la necessità del distacco e dell’immaginazione, che questa stagione impone. Non mancano altri rimandi alla pandemia, come le maschere rosse portate sul volto dagli scherani del Barone.
Alberto Veronesi, alla guida dell’Orchestra del Festival Puccini, non affretta i tempi e cesella il dettaglio quasi cinematografico dello spartito. Su questo raffinato tappeto musicale si muovono i personaggi, fra i quali spicca il Cavaradossi di Amadi Lagha. Il tenore si cala nei panni dello sfortunato pittore con voce sempre sicura, anche nei passaggi più perigliosi, e una recitazione incisiva che dona nobiltà al personaggio.
La sua “E lucevan le stelle“, cantata con misura e passione, è uno dei momenti alti della serata e strappa un lungo applauso alla platea. Amarilli Nizza è una Tosca statuaria e risoluta che dà il meglio di sé nel secondo atto, quando deve fronteggiare la crudeltà di Scarpia, sospesa fra sofferenza e sete di vendetta.
Devid Cecconi dipinge con precisione la perversa crudeltà di Scarpia, un vero super-villain del teatro musicale, con voce ricca di bei colori baritonali e gesto imperioso. Bravi anche i comprimari fra i quali risaltano il pretesco sagrestano portato in scena da Claudio Ottino e il dolente Angelotti di Davide Mura.
La scelta coraggiosa di andare comunque in scena è premiata e alla fine applausi convinti premiano tutti gli artefici della serata.
Il Festiva prosegue fino al 21 agosto. Tutto il programma a https://www.puccinifestival.it/