Questa poesia di Emanuele Martinuzzi descrive la malinconia, la leggerezza e l’assenza di un paesaggio autunnale, momento di riflessione sul senso del tempo e della caducità, ma anche sulla bellezza eterna di ogni momento dell’esistenza, trasfigurata attraverso le parole della poesia.
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Paesaggio assente
Del vago sonnecchiare di aliti
estasi di poggi ambulanti
e pensieri ferrose penombre,
che mimano le sere, senza lingua,
fino a sbiadirsi al mattino
loquace d’autunni.
Via vai d’oblio e spirali,
siamo l’assenza che si guarda
sussultare nelle frane dell’oltre.
E tra gli sprazzi, intonati
alle monotonie, l’empireo sepolto
si fa largo come lacerazione
per essere bocca di poema.
Fuor della noia tira la rima,
incurante verso la morte.