Con Elio Germano
Tratto dallo spettacolo teatrale “La mia battaglia”
Regia Elio Germano e Omar Rashid
Prodotto da Gold Productions, Infinito e Riccione Teatro
Produzione Pierfrancesco Pisani, Elio Germano, Omar Rashid
Produttore associato Alessandro Mancini, Luca Fortino
Scritto da Elio Germano e Chiara Lagani
Fotografia Luigi Ruggiero, Filippo Pagotto
Post-produzione Sasan Bahadorinejad
Grafica Azzurra Giuntini
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Nel Chiostro grande di Santa Maria Novella riparte Materia Prima, la rassegna di teatro contemporaneo che era stata rinviata a causa della pandemia; curata da Murmuris, realizzata grazie a Estate Fiorentina e al contributo di Fondazione CR Firenze – Bando Emergenza Cultura e Regione Toscana, vede, tra i protagonisti, uno straordinario Elio Germano, regista e attore di una pièce a cui ha assistito, concedendosi il rarissimo lusso di osservare le reazioni del pubblico durante la sua messa in scena, successivamente commentata insieme al co-regista Omar Rashid e alla drammaturga Chiara Lagani.
Questa pionieristica esperienza virtuale di teatro che rassomiglia, in tutto e per tutto, ad un esperimento sociale ben riuscito, ha un valore formativo altissimo; chiunque non ne sospetti la trama, che non svelerò, sarà infatti attraversato da sensazioni forti e contrastanti, raccogliendo, alla fine, una conoscenza più chiara di sé.
Tutto ha potere immersivo, dal visore, all’abbigliamento attoriale, fino al contesto d’insieme dello spettacolo, studiato per trasportare lo spettatore in una condizione psicologica altamente destabilizzante e ricca di contenuti sui quali è necessaria, ora più che mai, una successiva e attenta riflessione.
Uno spettacolo che merita assolutamente una diffusione capillare nelle scuole e che racconta gli aspetti più sottili e pericolosi della manipolazione, dimostrando la temibile e forte presa seduttiva della strumentalizzazione dell’identità culturale, capace di stritolare ogni lucidità e travolgere le masse, soprattutto in epoche storiche di profonda incertezza, mutamento di equilibri e disorientamento, quando aggrapparsi a una qualche appartenenza, ristabilire un qualche ordine, sembra appianare, lenire, i tumulti incessanti dell’inquieto vivere.
Un tuffo nella storia che vogliamo dimenticare, perché non possa ritornare ancora indisturbata.
Da vedere e rivedere.
Ines Arsì