Mai come quest’anno, nel complicato momento spazio temporale in cui l’intera umanità si vede coinvolta nella lotta collettiva contro una pandemia, disumanizzante, che non si vede, impalpabile tattilmente, ma che condanna a morte sicura corpi, di ogni estrazione sociale, età, cultura e religione… mantenere alto il valore culturale dell’Arte in ogni sua declinazione è un dovere verso noi stessi e le future generazioni.
AnD NoW!, qui e ora, la Biennale Danza di Venezia, fermata a giugno, riparte in tutto il suo splendore e nuova linfa vitale, nutrita dall’entusiasmo della sua direttrice, la coreografa canadese Marie Chouinard, e dall’esperienza del Presidente della Biennale, Roberto Cicutto.
Non è un caso che alla cerimonia di consegna del Leone d’Oro alla carriera e del Leone d’Argento, le candidate, quest’anno, oltre ad essere due donne, La Ribot e Claudia Castellucci, come spesso è avvenuto anche in precedenza, siano l’anello di congiunzione della metafora tra passato e futuro, nel presente qui e ora… “and now”, cosa accade?
Una sottile linea che attiene alla sfera femminile, capace di costruire e tessere rel-azioni ai confini e nei confini corporei delle menti di un’umanità varia, procreatrice di danze di culture altre in perpetuo movimento e ascolto.
Nella splendida cornice di Palazzo Ca’ Giustinian, il 14esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea premia le sue leonesse.
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Roberto Cicutto
Dalle parole di presentazione del Presidente della Biennale, si evince il modo d’intendere che incarna il concetto della comunicazione delle ARTI (Teatro-Musica-Danza). Dobbiamo a Lei, M. Chouinard, l’introduzione del College della Coreografia, Laboratori che selezionano e danno la possibilità a giovani emergenti di creare e far conoscere il proprio progetto coreografico, nella prestigiosa cornice della Biennale Danza di Venezia. “Ho sempre considerato un enorme privilegio ricoprire questo ruolo, per poter offrire inviti da sogno ai partecipanti”…(Marie Chouinard)
Marie Chouinard
In collegamento video, sfoderando il discorso introduttivo, in italiano, lingua a lei cara, M. Chouinard introduce le due coreografe premiate con il Leone della Serenissima, ringraziando a cuore aperto tutte le maestranze, La Fondazione della Biennale e il suo Presidente, nonché tutti gli artisti convenuti, presentando le vincitrici dei premi. Claudia Castellucci, capelli argentati, sobria, seria, minimalista, ricca di sacralità, affronta nel tempo un percorso che riconduce il corpo e il movimento alle sue origini. Delicata e pudica, in modalità silente, lontano dai luoghi convenzionali, abbraccia la via del pellegrino, e come un’eremita, opera con pochi seguaci ballerini a lei vicini, nello sperimentare lo stupore e la folgorazione della sacralità della danza e del corpo. La Ribot, dai capelli blu elettrico, Grande Dame stravagante, ibrida, tutto e il contrario di tutto. Rigorosa, radicale, il suo lavoro resiste ad ogni classificazione, la obbliga a muoversi fuori dai canoni. Lei stessa è un manifesto che si destruttura, è pratica proteiforme. Scortica e libera il pensiero. Si diverte e ci rallegra, portandoci alla riflessione. Due coreografe, due poli opposti, due linguaggi apparentemente agli antipodi, che qui e ora, “and now”, sanno vivere danzando il presente.
Claudia Castellucci Leone d’Argento
Arriva incredula al microfono per ricevere questo prestigioso riconoscimento. Sente di appartenere a quegli artisti che spesso vengono citati alla loro dipartita, evocati per brillare di un’attenzione, giusto il tempo di una meteora. Parabolata qui dalla caverna, opera e crea in solitudine non avendo il consenso dei meccanismi mediatici, che rendono conosciuti in un lampo anche perfetti sconosciuti. Stupita, perché da sempre conduce un lavoro di progettualità e creazione, in luoghi e recinti separati. Anche solo una danza può rivelare tanto del nostro passato. La danza è fisica e veritiera, è essa stessa qualcosa, quindi primitiva… “poesia, musica, danza, accostare il momento di silenzio, diceva Agostino, e tutto si eleva a sacralità, anche il corpo”…Restare fermi, per attendere la trasformazione. Non esiste un tempo terreno per cose di questo genere, così conclude il suo intervento, salutando e ringraziando tutta la parentela parentale e metafisica, presentando la sua Compagnia Mòra, con cui la Castellucci mostra la creazione manifesto, tratta dal Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen, avvolta dai consensi degli applausi della stampa e dei convenuti.
La Ribot Leone d’Oro alla carriera
Decide di affrontare il discorso nella sua lingua, il castigliano, nonostante ormai residente e adottata dalla Svizzera, artisticamente parlando, dove a Ginevra opera e produce. È la lingua che le scalda il cuore, e oggi fa freddo. Il MOSE a Venezia ha funzionato, ma tutti noi siamo presi in una morsa invisibile che è il Covid, e mentre tutto dilaga, l’Arte rimane ancora un luogo dove condividere con gli altri un’idea, una storia comune. Una Danza inclusiva, per ogni corpo differente. La danza è un idioma comune a tutti. Cambiando la forma, i vestiti, intercambiando la storia, la Danza offre un luogo in cui tutti possono esistere senza nome. La Danza crea forti rapporti e mondi migliori, andando oltre le mode. Il linguaggio della danza si trova nel corpo, la sua casa. Attraverso il riconoscimento e i Premi, come questo, si ha la possibilità di dire che qualsiasi cosa non si fa da soli… “Ringrazio la mia famiglia, i miei genitori, i miei figli, Pablo e Matteo, perché, anche grazie a loro, posso condividere la mia danza, con altri”…
Conclude il Presidente Roberto Cicutto, ringraziando il Consiglio di Amministrazione della Biennale, tutti i tutor teacher dell’Arsenale Danza, Laboratori, ricordando gli appuntamenti e spettacoli in scaletta dal 13 ottobre al 25 c.m., sul sito labiennale.org