CAMERISTI DELLA SCALA
Direttore ERNEST HOETZL
CARL STAMITZ
CONCERTO IN SI BEM. MAGG.
per due clarinetti e orchestra
Allegro
Andante Moderato
Allegro
FABRIZIO MELONI, DARKO BRLEK, clarinetti
ENNIO MORRICONE
NOTTURNO PASSACAGLIA
per clarinetto, flauto, oboe, pianoforte e archi
Dedicato dall’autore a Massimo Mercelli e Darko Brlek in occasione del 60° della European Festival Association
DARKO BRLEK, clarinetto
MASSIMO MERCELLI, flauto
SERGEJ PROKOF’EV
PIERINO E IL LUPO
Con la partecipazione di AUGUSTA GORI
Disegni di LAURA BELLINI
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Imparare ad ascoltare
Grande, piccola, da camera, sinfonica… Le dimensioni di un’orchestra variano per adattarsi ai repertori e ai luoghi in cui la musica è eseguita. Ma c’è qualcosa di stabile che colpisce anche l’ascoltatore più distratto: il gruppo degli archi è in assoluto il più nutrito. Tale asimmetria cominciò a delinearsi intorno alla metà del Settecento e a dargli impulso fu l’orchestra più ammirata del secolo, quella di Mannheim. Essa era molto numerosa, essendo costituita da una cinquantina di elementi (alla corte viennese, ad esempio, ve n’e-rano appena trenta), e includeva, cosa insolita, ben tre clarinetti, strumenti di recentissima invenzione. Que-sto ensemble eccezionale ebbe un ruolo di primo piano nel rinnovamento del gusto e delle forme musicali, accompagnando la transizione dal Barocco al Classicismo.
Presso tale orchestra si formò come violinista e compositore Carl Stamitz. Nel 1770 il musicista decise di in-traprendere la carriera del libero professionista, affrancandosi dalla corte e raggiungendo Parigi. Qui incon-trò il virtuoso del clarinetto Johann Joseph Beer, suo collega a Mannheim, con il quale iniziò una collabora-zione feconda. Fra le prime composizioni che Stamitz dedicò all’amico c’è il Concerto per due clarinetti in Si bemolle maggiore, nato per stupire il pubblico parigino dei Concerts Spirituels con una proposta inedita. Purtroppo, l’idea del giovane artista era così originale e i clarinettisti dell’epoca erano così rari che Stamitz stesso dovette accompagnare Beer, interpretando al violino la parte del secondo clarinetto. Sin nel primo movimento, l’autore fa sfoggio di una risorsa imparata a Mannheim: l’uso del crescendo; i cambiamenti di-namici erano infatti una grande specialità di quell’orchestra tedesca ammirata e imitata in tutta Europa. Il successivo Andante moderato si segnala per la sua elegante tenerezza, mentre il finale, brevissimo, è un mi-nuetto molto vivace.
La parte dei solisti è sempre brillante, ma elude l’ostentazione virtuosistica.
La sezione degli archi costituisce la colonna portante dell’orchestra anche nelle opere di molti compositori moderni: un chiaro esempio è il Notturno e passacaglia per Cervara di Ennio Morricone, in cui questi stru-menti creano un delicato tappeto sonoro per far spiccare le voci di clarinetto, oboe e flauto. I tre legni, con i loro gentili arabeschi sonori, evocano l’atmosfera serena e agreste di Cervara, un borgo laziale in cui il compositore adorava trascorrere le vacanze estive insieme alla famiglia. Se il pezzo, scritto nel 1996, faces-se parte di una delle sue celebri colonne sonore, sarebbe senz’altro associato a un paesaggio naturale not-turno ma inquadrato da un interno domestico, poiché è tutto sussurrato, intimo, sempre fra il piano e il pia-nissimo. Per dare forma al suo omaggio musicale, Morricone prese spunto dalla passacaglia; com’è tipico di quella danza d’origine rinascimentale, la composizione è percorsa da un motivo che si ripete con ostina-zione: in questo caso, una formula essenziale di sole due note.
I più piccoli possono apprezzare l’importanza degli archi nell’equilibrio sonoro di un’orchestra attraverso un classico intramontabile del repertorio infantile, Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev. L’obiettivo di questa favola musicale, commissionat a nel 1936 dal Teatro per Bambini di Mosca, è insegnare a distinguere gli strumenti e le loro caratteristiche timbriche. Ogni personaggio, infatti, è associato a uno strumento e a un te-ma musicale: Pierino, svolgendo il ruolo principale, è rappresentato da una melodia baldanzosa affidata agli archi; l’anatra ha la voce nasale dell’oboe; gli scoppi dei fucili sono resi dai colpi dei timpani; il nonno, un uomo anziano e lamentoso, è impersonato dal fagotto, ecc. Così come nella storia i personaggi interagisco-no, nella partitura i temi si combinano per creare una musica divertente e facile da decifrare.
Prokof’ev, che amava raccontare storie ai suoi bambini, scrisse egli stesso il testo e poi compose la musica di getto: in appena una settimana la versione preliminare per pianoforte era stata ultimata e dopo altri sette giorni anche l’orchestrazione fu approntata. La sua favola bonaria non ebbe un grande successo in Russia, ma conquistò Walt Disney quando l’autore gliela presentò a Los Angeles nel 1938 diventando immediata-mente un cartone animato. Da allora Pierino e il lupo non ha mai smesso di incantare gli ascoltatori di ogni latitudine, non solo per la sua musica orecchiabile, ma anche perché racconta un’esperienza universale: il momento in cui decidiamo di valicare un limite rassicurante per affrontare le nostre paure.
Liana Püschel
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Cameristi della Scala
L’orchestra da camera dei Cameristi della Scala è formata da musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala e ha iniziato la sua attività nel 1982. I Cameristi hanno eseguito concerti nei teatri e nelle sale da concerto più pre-stigiose del mondo. Nel corso della stagione 2018-2019 hanno fatto il loro debutto alla Victoria Hall di Ginevra e tenuto concerti alla Maison de la Culture di Grenoble, all’Istanbul Music Festival, al Festival di Lubiana, al Festival Enescu e all’Autumn Tbilisi Music Festival. La scorsa stagione si è aperta con uno straordinario evento al World Economic Forum di Davos, i Cameristi della Scala e Roberto Bolle sono stati i protagonisti della serata inaugurale del WEF con la prima mondiale dello spettacolo The Seasons. Altri importanti appuntamenti sono stati la prima tournée in India, un concerto al Teatro alla Scala dedicato al genio di Leonard Bernstein, con in programma una nuova commissione affidata a Giovanni Sollima, il concerto inaugurale del festival che si tiene nella splendida cornice dell’arena romana di El Jem in Tunisia e il concerto conclusivo delle Variations Musicales de Tannay in Svizzera. Negli ultimi anni hanno suonato per due stagioni alla Carnegie Hall e nella Sede dell’ONU di New York, al MIT di Boston, a Washington, Miami e Providence, in tre occasioni a Mosca nella sala Čaikovskij, a Madrid all’Auditorio Nacional, a Buenos Aires al Teatro Coliseo, a Parigi nella sede dell’Unesco e nella Salle Gaveau, a Istanbul nella magica cornice di Hagia Irene e Is Sanat, a Varsavia nel Teatro dell’Opera, a Zurigo nella Tonhalle, a Toronto nel Sony Center e, in tournee, in Spagna, Germania, Francia, Svizzera, Svezia, Norvegia, Danimarca, Polonia, Lettonia, Lituania, Serbia, Turchia.
Nel 2010 i Cameristi hanno effettuato una tournee di quattro concerti in Israele, suonando tra l’altro nell’auditorium Mann di Tel Aviv, e hanno eseguito quattro concerti a Shanghai, con grande successo e affluenza di pubblico, in rappresentanza della citta di Milano all’Expo 2010.
Dal 2007 al 2009 sono stati i protagonisti, in piazza del Duomo a Milano, del Grande concerto d’estate, suonando sul sagrato alto del Duomo davanti a più di diecimila spettatori.
Nel 2007 e nel 2008 hanno rappresentato, su incarico del Comune di Milano, l’eccellenza e la cultura milanese con concerti nelle principali capitali europee per l’assegnazione di EXPO 2015. Nel 2011, nell’ambito delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia e in collaborazione con l’Associazione Musica del Risorgimento, hanno svolto un impor-tante lavoro di ricerca sul repertorio inedito ottocentesco, e hanno realizzato un CD, uscito nelle edicole in 20.000 copie, dedicato a musiche italiane del periodo risorgimentale. Hanno inoltre curato la pubblicazione di tre volumi di musiche inedite risorgimentali.
Nel 2012 i Cameristi hanno ricevuto dalla Provincia di Milano il Premio Isimbardi, destinato alle istituzioni che, con la loro importante attività internazionale, hanno contribuito al prestigio della città di Milano nel mondo.
Nell’autunno 2017 Wilson Hermanto, in occasione di un concerto tenuto a Zurigo, ha assunto il ruolo di Direttore Ospite Principale.
Violini primi: Agnese Ferraro, Suela Piciri, Gianluca Scandola, Leida Sheshaj, Lucia Zanoni
Violini secondi: Duccio Beluffi, Roberto Nigro, Estela Sheshi, Olga Zakharova
Viole: Francesco Lattuada, Joel Imperial, Matteo Amadasi
Violoncelli: Jakob Ludwig, Simone Groppo, Gianluca Muzzolon Contrabbasso: Giuseppe Ettorre
Flauto: Marco Zoni Oboe: Fabien Thouand Fagotto: Nicola Meneghetti
Tromba: Marco Toro Corni: Roberto Miele, Claudio Martini, Matteo Arcieri
Trombone: Simone Periccioli Timpani: Andrea Bindi Percussioni: Gianni Arfacchia
Pianoforte: Paolo Spadaro
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Ernest Hoetzl. Nato a Bruck an der Mur, in Stiria (Austria), è laureato in filologia classica, didattica della musica e in musicologia. Ha studiato pianoforte con Chung Lee e Rudolf Schwenzer, direzione d’orchestra a Graz con Milan Horvat e poi all’Università del Texas a Austin. È professore straordinario di storia della musica alla Kunstuniversität di Graz. Poliglotta e ambasciatore della cultura musicale austriaca, è Direttore artistico del Musikverein Jeunesse Kärnten, la Gioventù musicale della Carinzia, e dirige regolarmente più di ottanta orchestre in tutto il mondo, tra cui la Filarmonica di Zagabria, l’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, i Berliner Symphoniker, l’Orchestra Sinfonica della Radio ungherese (MÁV), l’Orchestra ajkovskij di Mosca, la Tokyo New City Orchestra, in sedi prestigiose qua-li il Musikverein di Vienna, la Philharmonie di Berlino, il Rudolfinum di Praga, la Carnegie Hall di New York e il Festival di Bregenz, il Teatro Amazonas di Manaus o al National Center for the Performing Arts di Bombay. È l’unico direttore che ha lavorato in entrambe le Coree. Ha pubblicato il volume Heute Musikgeschichte? Versuch einer Perspektive (Vienna 1995). Per i suoi meriti nel campo della musica e della sua diffusione, ha ottenuto importanti distinzioni e riconoscimenti, quali la Croce d’onore per le Scienze e per le Arti della Repubblica Austriaca, la Medaglia al merito della Carinzia e la Medaglia d’oro della Stiria.
Fabrizio Meloni. Primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala dal 1984, ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio “G. Verdi” di Milano diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore. È vincitore di concorsi nazionali ed internazionali: ARD Monaco, Primavera di Praga nel 1986.
Ha collaborato con solisti di fama internazionale quali Bruno Canino, Alexander Lonquich, Michele Campanella, Heinrich Schiff, Friederich Gulda, Edita Gruberova, il Quartetto Hagen, Myung-Wh un Chung, Phillip Moll, Riccardo Muti e Daniel Barenboim (quest’ultimo nella veste straordinaria di pianista). Ha tenuto tournée negli Stati
Uniti e in Israele con il Quintetto di Fiati Italiano, eseguendo brani dedicati a questa formazione da Berio e Sciarrino (dal 1989 al 1994 ha collaborato intensamente con Luciano Berio). Con il Nuovo Quintetto Italiano, nato nel 2003, ha all’attivo tournée in Sud America e nel Sud Est Asiatico. La sua tournée di concerti in Giappone con P. Moll e I Solisti della Scala è stata accolta da entusiastici consensi di pubblico e critica, ed il programma di musiche italiane è stato raccolto nel CD I Fiati all’opera. Ha all’attivo numerose incisioni discografiche di brani per orchestra, quintetti ed en-semble jazz. La rivista Amadeus gli ha dedicato diverse pubblicazioni. E’ stato invitato a tenere masterclass al Conservatorio Superiore di Musica di Parigi, a quello della Svizzera Italiana, alla Manhattan School of Music di NewYork, alla Northeastern Illinois University di Chicago, alla Music Academy di Los Angeles e alle Università di Tokyo e Osaka.
Docente inoltre nei corsi di alto perfezionamento presso Accademia Teatro alla Scala, Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Accademia Milano Music Master, Associazione Lirico Musicale “Giovani all’Opera” di Roma, Conservatorio “J. Tomadini” di Udine, Conservatorio Superiore di Musica di Saragozza, Istituto Musicale “A. Masini” di Cesena, Isti-tuto Superiore “A. Peri” di Reggio Emilia, Conservatorio di Musica “P. Čajkovskij” (CZ), Accademia Albero della Musi-ca di Milano. È inoltre autore del libro Il clarinetto. È solista principale dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese ch’egli ha anche diretto, nel maggio 2012, nella Messa in do min K. 417 di Mozart. Nel 2015 ha tenuto una lunga tournée in Giap-pone con Yoshikawa e la loro esibizione presso la Suntory Hall di Tokyo è stata trasmessa sul canale giapponese NHK.
Vanta numerose incisioni tra cui un CD interamente dedicato al repertorio francese per clarinetto e pianoforte. Di recentissima pubblicazione Wind Concertos di Alexandre Tasman con la Malta Philharmonic Orchestra e un cd con musiche di Stravinskij ed Eötvös con i Solisti del Teatro alla Scala.
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Darko Brlek. Diplomato con il massimo dei voti all’Accademia di Ljubljana dove ha studiato con con Miha Gunzk, si è perfezionato in seguito con Alois Brandhofer e con Bela Kovacs. Vincitore di numerosi concorsi, è stato Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Opera di Ljubljana e poi direttore dell’Opera e Balletto Nazionale Sloveno. Oggi è direttore artistico e General Manager del Festival di Ljubljana. Svolge un’intensa attività concertistica come solista, con il suo ensemble Trio Luwigana fondato nel 1993 e in svariate formazioni cameristiche. Si è esibito in Italia, Austria, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Lituania, Bulgaria, Jugoslavia, Macedonia, Turchia, Russia, Stati Uniti e Messico. Ha lavorato con numerosi artisti di fama internazionale tra cui Anton Nanut, Piérre Amoyal, Uto Ughi, Lovro Pogorelić. In veste di solista si è esibito con orchestre quali Orchestra Sinfonica della Radio Slovena, Deutsches Kammerorchester, Mannheim Kammerorchester, Orchestra da Camera di Mosca, Orche-stra Sinfonica di Stato Messicana, Orchestra Sinfonica di Stato Lituana. Viene spesso invitato a tenere masterclass in Slovenia e all’estero. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche e registrazioni per la Radio e Televisione Slovena, per le radio nazionali di Francia e Spagna, per HSR, RAI, ORF, SRT e per la televisione messicana.
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Massimo Mercelli. Autodidatta e poi allievo dei celebri flautisti Maxence Larrieu ed André Jaunet, a diciannove an-ni diventa Primo flauto al Teatro La Fenice di Venezia, vince il Premio Francesco Cilea, il Concorso Internazionale Giornate Musicali e due edizioni del Concorso Internazionale di Stresa. Suona regolarmente nelle maggiori sedi con-certistiche: Carnegie Hall di New York, Herculessaal e Gasteig di Monaco, NCPA di Pechino, Teatro Colon di Buenos Aires, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala, Auditorium RAI di Torino, Victoria Hall di Ginevra, San Martin in the Fields e Wigmore Hall di Londra, Parco della Musica di Roma, Filarmonica di San Pietroburgo, Filar-monica di Varsavia, Čajkovskij Hall di Mosca, e nei Festival di Ljubljana, Berlino, Santander, Vilnius, San Pietrobur-go,Rheingau, Jerusalem, Warsaw. Collabora con artisti quali Yuri Bashmet, Valery Gergiev, Krzysztof Penderecki, Philip Glass, Michael Nyman, Massimo Quarta, Ennio Morricone, Luis Bacalov, Peter-Lukas Graf, Maxence Larrieu, Aurèle Nicolet, Anna Caterina Antonacci, Ramin Bahrami, Albrecht Mayer, Gabor Boldowsky, Jiri Belolhavec, Catherine Spaak, e con orchestre come i Moscow Soloists, i Wiener Symphoniker, la Prague Philarmonia, la Filarmo-nica di San Pietroburgo, i Virtuosi Italiani, i Salzburg Soloists, la Moscow Chamber Orchestra, la Franz Liszt Cham-ber Orchestra, I Musici. Ha eseguito in prima esecuzione Façades di Philip Glass col compositore al pianoforte, ha suonato alla Grande Sala del Mozarteum di Salisburgo e a Bratislava con John Malkovich come voce recitante e al Festival per gli 85 anni di Krysztof Penderecki alla Filarmonica di Varsavia. Nel 2020 sono previste esibizioni in qua-lità di solista con I Solisti Veneti e la Royal Philharmonic Orchestra. Vanta inoltre importanti dediche e collaborazioni con i maggiori compositori; hanno scritto per lui o ha eseguito le prime assolute di personalità come Penderecki, Gubaidulina, Glass, Nyman, Bacalov, Galliano, Morricone, Sollima.
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Augusta Gori. Diplomatasi attrice alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano nel giugno 1980, ha lavorato con registi quali Carlo Cecchi, Lamberto Puggelli, Eduardo De Filippo, Gabriele Salvatores, Luca Ronconi, Sandro Sequi, Vito Molinari , Marina Spreafi co, Marina Bianchi, Ferdinando Bruni, Tadeusz Bradecki, Krystoff Zanussi, Brigitte Jaques, Giulio Cesare Perrone, Walter Manfré, Maria Elena Mexia, Marco Zannoni. Per RAI 1 ha condotto per sette anni la trasmissione televisiva L’Albero Azzurro, ha inoltre collaborato con il Teatro alla Scala, il Teatro di San Carlo di Napoli, il Maggio Musicale Fiorentino,l’Accademia del Fortepiano in progetti da lei creati per avvicinare i bambini alla musica colta. Autrice di testi teatrali per l’infanzia, ha creato dei corsi per l’apprendimento della lingua inglese attraverso il teatro, destinati ai bambinidella scuola primaria ed infiniti corsi di teatro per bambini.
Dal 2004 al 2018 ha tenuto laboratori di teatro applicato alla didattica per l’Università Bicocca/Scienza della Formazione. Ha inoltre inciso due CD, Il disco di Augusta e Canta e gioca con me.
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Laura Bellini. Nata a Genova nel 1978, dopo gli studi artistici e l’esperienza di due anni nel campo del restauro di dipinti antichi e di dorature, lavora presso l’International School della sua città nelle classi del Pre-Kindergarten. L’osservazione quotidiana e diretta dei bambini, ha indirizzato la sua passione di sempre per il disegno e la pittura verso il mondo dei libri illustrati.