La leggendaria copertina di “Heroes”, la quasi aliena “Loves to be Loved”, l’iconica “Watch That Man III”… Ritratti di David Bowie entrati nella storia del rock. E dell’arte fotografica. Solo alcune perle della mostra “Heroes – Bowie by Sukita”, che sabato 10 ottobre prende il via al Palazzo Sant’Elia di Palermo.
In programma fino al 31 gennaio 2021, l’esposizione propone oltre cento opere, straordinarie, immersive, un vero grimaldello per penetrare l’universo visionario di Bowie che il fotografo Masayoshi Sukita seppe interpretare da esteta raffinato. “Heroes – Bowie by Sukita” testimonia il lungo rapporto, professionale e personale, tra la rockstar e il maestro giapponese, con ogni probabilità il fotografo più importante con cui il Duca Bianco abbia mai lavorato.
Alcuni ritratti sono esposti per la prima volta in Italia. “Heroes – Bowie by Sukita” presenta anche una installazione video immersiva per permettere al visitatore di entrare a pieno nel mondo di Bowie e Sukita.
Si può visitare la mostra “Heroes – Bowie by Sukita” tutti i giorni (da martedì a venerdì orario 9/17.30 – sabato e domenica 10/20). I biglietti – da 8 a 4 euro, gratuito fino a 6 anni – sono disponibili presso la biglietteria di Palazzo Sant’Elia e su www.2tickets.it. Disponibile anche una formula con visita guidata (8 euro) in convenzione con Le Vie dei Tesori.
Prevendite in corso alla biglietteria di Palazzo Sant’Elia e su www.2tickets.it.
La retrospettiva – promossa e organizzata da OEO Firenze Art e Le Nozze di Figaro con Fondazione Sant’Elia – è a cura di Ono Arte Contemporanea; con il patrocinio del Comune di Palermo e della Città Metropolitana di Palermo; ufficio comunicazione MLC Comunicazione; inserita nel circuito Le Vie dei Tesori. Il catalogo della mostra è edito da OEO Firenze.
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BOWIE E SUKITA.
Il rapporto di collaborazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex e, sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal manifesto che lo promuoveva e raffigurava Bowie con una gamba alzata, su sfondo nero. Di quel momento Sukita ricorda: “Vedere David Bowie sul palco mi ha aperto gli occhi sul suo genio creativo. In quella circostanza osservai Bowie esibirsi con Lou Reed ed era davvero potente … Bowie era diverso dalle altre rock star, aveva qualcosa di speciale che dovevo assolutamente catturare con la mia macchina fotografica”. Sukita riesce ad incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko [Yakko] Takahashi, pioniera di questo mestiere in Giappone nonché mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, ritratti anche in alcune delle foto in mostra. Yakko propose un portfolio con i lavori di Sukita, all’epoca composto per lo più da campagne pubblicitarie e fotografie di moda, all’allora manager di Bowie che accorda uno shooting. Bowie rimane folgorato dallo stile di Sukita e, sebbene il servizio proceda nel completo silenzio a causa della barriera linguistica, tra i due scatta qualcosa, un comune sentire basato sulla continua ricerca artistica che porta alla nascita di una relazione professionale e umana tra i due che sarebbe durata fino alla scomparsa di Bowie, nel 2016.
Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie a New York negli studi della RCA, in quello che sarà l’unico servizio commissionato della storia professionale tra i due, ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo per la promozione dell’album “The Idiot” di Iggy Pop, che aveva prodotto. Sukita segue i due per la conferenza stampa promozionale e i concerti, ma durante un day off chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve sessione fotografica. In appena due ore, una per ogni artista, Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia che non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album “HEROES”, una degli scatti più iconici nella storia della cultura popolare. Fu proprio Bowie infatti a contattare Sukita qualche mese dopo, quando doveva scegliere l’artwork per la copertina del suo nuovo disco, e a chiedere di poter usare una delle immagini di quello shooting; anzi, proprio quella indicata dal fotografo come la sua preferita.
Negli anni Bowie e Sukita lavorano assieme in quasi tutte le occasioni in cui il primo si trovava in Giappone o in cui il fotografo si trova negli Stati Uniti, ma ai servizi posati in studio seguono presto session fotografiche più familiari e personali, come ad esempio quella realizzata a Kyoto nel 1980, in quelle che erano giornate di pura vacanza. Il rapporto privato che si era instaurato tra i due, alimentato da un ricco interscambio culturale, ha infatti permesso la nascita di alcuni delle immagini più famose dell’artista britannico ma anche delle fotografie che ne mostrano la sua natura più autentica. Esempio di ciò è indubbiamente uno scatto del 1989, dal titolo KI, che in giapponese significa contemporaneamente sia “anima” che “aria”: Bowie immerso nell’ascolto di un disco di Sakamoto, fissa l’obiettivo aprendosi completamente al fotografo come mai successo prima.
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Masayoshi Sukita nasce nel 1938 a Nogata, nella prefettura di Fukuoka, in Giappone. Dopo essersi diplomato al “Japan Institute of Photography” studia con Shisui Tanahashi. In seguito, inizia a lavorare per la Daiko Advertising Inc. e, nel 1965, si trasferisce a Tokyo dove si unisce alla Delta Mondo occupandosi principalmente di realizzare servizi fotografici per la moda maschile, per i quali vince svariati premi. Dalla fine degli anni ’60 inizia a sviluppare un grande interesse per le sottoculture e partecipa al Festival di Woodstock nel 1969. Da quel momento inizia a frequentare le diverse scene musicali ed artistiche di città come New York e Londra. Nel 1972 è a Londra per realizzare un servizio a Marc Bolan dei T-Rex ed in quell’occasione che riesce ad incontrare per la prima volta David Bowie. Durante il lavoro con Bowie, Sukita immortala però molti altri artisti tra cui Iggy Pop, Joe Strummer, Yellow Magic Orchestra di Ryuichi Sakamoto, B52, Devo, Pil e ha collaborazioni anche nel modo del cinema (Jim Jarmusch, Shuji Terayama). I suoi lavori sono esposti nei principali musei di tutto il mondo.
Il catalogo della mostra è edito da OEOFirenze.
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SCHEDA MOSTRA
Heroes – Bowie by Sukita
10 ottobre 2020 > 31 gennaio 2021
Palermo | Palazzo Sant’Elia
Via Maqueda, 81
Orari: martedì | venerdì 9 > 19
sabato e domenica 10 > 20
A cura di Ono Arte Contemporanea
Promozione e organizzazione OEO Firenze Art
Le Nozze di Figaro
Fondazione Sant’Elia.
Inserita nel circuito Le Vie dei Tesori
Patrocini: Comune di Palermo
Città Metropolitana di Palermo
Comunicazione: MLC Comunicazione.
Biglietto: intero 8 euro.
Biglietto in convenzione con Le Vie dei Tesori (con visita guidata) 8 euro
Ridotto 6 euro, 4 euro per le scuole, gratuito fino a 6 anni
Convenzioni sul sito www.fondazionesantelia.it
Ticket già disponibili alla biglietteria di Palazzo Sant’Elia
e su www.2tickets.it
Info: www.fondazionesantelia.it | +39.091.2712061
www.oeoart.com | 055 0946163