Il Natale è alle porte, una notizia che qualsiasi altro anno avrebbe portato un’aura di gioia e spensieratezza nelle nostre case: non si lavora, non si va a scuola e si spende il tempo libero, oltre che con i propri affetti, a girovagare per le città illuminate d’oro e magenta, brulicanti della leggerezza della strana sensazione di calore e protezione che ci è dato provare una volta l’anno, quando arrivano le feste. Purtroppo questo Dicembre, per molti Italiani, la familiare sensazione di leggerezza ha lasciato spazio a un abisso di prospettive di solitudine e malinconia, dettate dal fatto che, causa le restrizioni dovute al virus, a Natale non si potranno vedere i propri cari se lontani, né ci si potrà immergere nell’accogliente atmosfera offerta dalle strade delle città decorate a festa. Fino a qualche mese fa si malediva l’incombere del cenone dove i bambini sbraitano, i nonni mettono sottosopra le cucine, gli zii fanno il quarto grado ai nipoti che contano i minuti per fuggire dagli interrogatori e festeggiare con gli amici, eppure adesso ci accorgiamo di quanto gli improponibili raduni natalizi siano nient’altro che un modo di esprimersi affetto a vicenda, vicinanza, di assaporare un po’ di calore umano come contorno alle deliziose pietanze. Natale ci darà una bella lezione quest’anno, o meglio, ci ribadirà quella che i periodi passati in casa ci hanno già precedentemente insegnato: assaporare le piccole cose nella loro pienezza, nella loro semplicità e volatilità, perché non si può sapere quando ci sarà dato gustarle un’altra volta. Ricordiamoci, la prossima volta, di dare un bacio in più alla nonna per il maglione di lana, che alla fine se messo sotto il cappotto non è poi così male, di ringraziare la zia per l’orribile cane di porcellana che ci ha regalato e di lasciare i bambini togliere l’uvetta e i canditi dal panettone, perché diciamo la verità, non piacciono a nessuno. La speranza è che i sacrifici compiuti dagli Italiani, sia dai privati che dai negozianti, aiutino il paese a rifiorire, come una tenera margherita, dopo il periodo invernale. Dunque quest’anno Natale con i tuoi (sempre che siano nella stessa regione, è chiaro) e Pasqua con chi vuoi (o almeno speriamo!).