“Così mi riconoscerai / confuso tra quelli che ti passano accanto, / con la voglia di fermare qui il sorriso, / come una sorpresa fragile negli occhi”. Un canzoniere d’amore, dove il verso con tutti i suoi accorgimenti sinfonici, alimentati da sinestetiche intrusioni e da metaforici allunghi, si aggrappa ad un’anima in vena di esplosioni emotive. Un vero viaggio, un odeporico abbraccio ad un pensiero che fa dell’amore un faro luminoso sul mare. Sì, una illuminazione che favorisca approdi per naviganti che cercano spiagge di un prossimo attracco: “Le mani bruciano eclissi / con mille disattenzioni, / allungando la sequenza delle fragilità, / pretendendo un prossimo attracco. / Smarginando sul tuo seno, / in un respiro trasparente, / nel desiderio di ancora una volta naufragare”.
Il poeta crede nel tocco di Eros, lo invoca, lo chiama, si piega al suo altare; dacché è l’unica via per raggiungere l’estasi; per gioire dell’apporto dei suoi stratagemmi. Ma si sa che il sentimento dei sentimenti spesso si fa turbamento, inquietudine, dubbio; ed è nel dubbio che l’autore cerca di potenziare il suo credo, la sua forte emozione di splenetica corposità. La sua intenzione è di farsi riconoscere fra quelli che gli passano accanto, e di fermare il suo sorriso, magari per renderlo vivo ai suoi occhi. Iniziare dai versi incipitari significa tuffarci da subito nel cuore di tanto sentire; di così alta empatia erotica. Amore è la voce che risuona in ogni dove, che martella ogni verso, che dà energia ad ogni composizione di questo canzoniere: “Ti guardo sorridere / e capisco / di essere dentro al tuo cuore / ma ormai fuori dal tuo tempo”, dal presentimento di non essere più sintonizzato con il tempo dell’amante; alla ricerca di una conferma: “Nel testo a fronte / sul foglio lanciato sulla sabbia, / cerco una conferma alle parole / scolpite, forse quel gioco seducente / delle labbra aggrappate a più brevi attimi in fuga”; dalla complicità: “Tuo complice / scivolo sul confine delle parole, / dove le precedenze / bruciano le promesse in fondo ad echi di vento. / Senza nascondermi ai tuoi occhi”, al gioco di sfumature fra chiari di luna e immagini carnali che denota il passaggio da una visione neoplatonica del poema ad una più concreta, più corporea: “I colori della luna / svelano il segreto di circondarti i fianchi, / nello sguardo accavallato sulle tue gambe, / in un andare e venire mai troppo lento. / Fuggendo dalla scena, prima che sia già domani” […].
Nazario Pardini
Roberto Casati
è nato nel 1958 a Vigevano (PV) dove attualmente vive. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Amore e disamore (1984), Roma e Alessandra (1986), Coincidenze massime (1988), Ipotesi di fuga (1992), In navigazione per Capo-Horn (1999), Carte di navigazione (2000, in Quaderni paralleli di nuova poesia, n°2), Carte di navigazione e altre poesie (2001, in Angeli e Poeti, n°5), Carte di viaggio (2016). L’attività letteraria di Roberto Casati è trattata nelle opere pubblicate da questa Casa Editrice: Dizionario Autori Italiani Contemporanei (20175), Contributi per la Storia della Letteratura Italiana. Dal secondo Novecento ai giorni nostri, IV vol., terza edizione (2020).
Roberto Casati, Appunti e carte ritrovate, pref. Nazario Pardini, Guido Miano Editore, Milano 2020, pp. 88, isbn 978-88-31497-31-2.