«I settori culturali e creativi sono tra i più colpiti dalla prima ondata di pandemia e molto probabilmente saranno i più colpiti in questa seconda ondata e alla fine della crisi». Lo ha dichiarato Vincenzo Spera, Presidente di ASSOMUSICA ed ELMA (European live music association), nel corso del dibattito che si è tenuto ieri online “A Cultural Deal for Europe: a central place for culture in the EU’s post-pandemic future“.
Il confronto, organizzato da Culture Action Europe (CAE), European Cultural Foundation ed Europa Nostra, ha affrontato questioni critiche sul ruolo della cultura per la ripresa dell’Europa dalla pandemia COVID-19 e, più in generale, per il futuro dell’Europa e ha visto la partecipazione, tra gli altri, della Commissaria per la Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani Mariya Gabriel, della presidente della commissione Cultura del Parlamento europeo Sabine Verheyen, il segretario di Stato francese agli Affari Europei Clément Beaune. Il dibattito è stato aperto da un video contributo del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli che ha ribadito non solo l’importanza del patrimonio culturale in quanto “settore cruciale per la costruzione di un mondo nuovo“, ma anche la necessità da parte di tutti gli Stati membri di “un sostegno massiccio alla cultura e di dedicarvi una parte significativa delle misure per la ripresa economica“.
«Nonostante le misure di sostegno finora messe in atto» – ha continuato Vincenzo Spera – «e, in particolare, il compromesso recentemente concordato sul Quadro Finanziario Pluriennale, che prevede di destinare 2,2 miliardi di euro per Europa Creativa, temo che tutto questo non sia sufficiente né nel breve né nel lungo periodo. Sembra infatti che questi specifici settori non siano sempre considerati prioritari e l’assenza di un chiaro meccanismo per destinare alla cultura almeno il 2% delle risorse del Recovery and Resilience Facility rischia di incentivare ulteriormente questa mancanza di adeguata considerazione. La Commissione europea, in questo senso, dovrebbe incoraggiare gli Stati membri a integrare pienamente i settori culturali e creativi nei loro piani nazionali di recupero e resilienza. Sarebbe anche importante prevedere un fondo di “emergenza” per coprire le spese vive e altri costi, e creare un meccanismo che assicuri a tali ambiti di beneficiare delle risorse convogliate attraverso i Fondi strutturali e di investimento».
«La crisi è anche un’opportunità», ha concluso il Presidente di Assomusica ed ELMA. «Nel medio e lungo termine si renderà necessaria una maggiore integrazione e complementarità da parte dei diversi ambiti culturali al di là delle singole peculiarità di ognuno. Dovrebbero essere creati ulteriori progetti per promuovere le sinergie e sviluppare il più possibile l’innovazione e l’interdisciplinarità».
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