Ho intervistato anni fa Gianfranco Monti e immediatamente mi colpì la sua gentilezza, disponibilità e la sua innata semplicità nel raccontarsi. Mi parlava con affetto del suo grande amico Alberto con una dolcezza infinita.
Da quel giorno ci siamo sempre salutati sui social o scambiati qualche messaggio sul telefonino.
Quando ho appreso che “il filo spinato” del virus lo aveva carpito ed era ricoverato all’Ospedale di Careggi a Firenze, ne sono rimasto sorpreso e dispiaciuto.
Anche in un momento così però, Gianfranco mi ha colpito. Chi ha avuto la fortuna di leggere il suo post su Facebook può immediatamente farsi una idea della persona.
I social alla maggior parte delle persone servono per irridere, ferire gli altri, protestare e dire tutto quello per cui nella vita “reale”ti arresterebbero.
Gianfranco invece ha capito cosa vuol dire “amici”. Ha voluto usare questi mezzi per informarci sul suo stato di salute e lo ha fatto con i suoi modi pacati, gentili ed ancora una volta non ha dimenticato gli altri. Quelli nella stanza con lui. Parlava più del suo amico “Orso” che di sé stesso, elogiava gli infermieri per il loro pesante lavoro ringraziandoli una volta di più. Ci ha fatto vivere il virus come un’Idra che avvolge, sfinisce, cerca di schiantare la sua vittima. Nello stesso tempo si evinceva dalle sue parole che , pur con il giusto e umano timore, lui l’Idra la stava combattendo rispondendo colpo su colpo.
Ora che è a casa vorrei, credo con tutti i lettori di Teatrionline, mandargli un forte abbraccio nella speranza di risentire al più presto la sua voce nell’etere.