Dal “Laboratorio per il riconoscimento del limite umano“, il progetto realizzato da TS Krypton con il contributo di Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020 con il Centro Pecci di Prato, scaturiscono due opere video dal titolo Nel canto della balena bianca e Fame Vr , per rispondere con la letteratura e la memoria creativa a questo momento difficile per la compagnia ed il suo pubblico.
I video saranno disponibili su http://bit.ly/YouTube_Krypton,e pubblicati sui social e sul sito di Krypton: da domani 18 novembre Nel canto della balena Bianca e dal 20 novembre Fame Vr.
Le sperimentazioni attuate nella creazione di questi lavori disegnano una linea di continuità nella scelta della compagnia di perseguire, fin dagli esordi , l’applicazione dei nuovi linguaggi ed in particolare delle nuove tecnologie alle arti sceniche.
L’uso dello streaming e delle produzioni video risponde ormai ad una esigenza diffusa nella performing art e nell’arte in generale, obbligata da una pandemia, vero e proprio evento epocale, che ci fa riconsiderare le modalità dell’offerta culturale e che induce grandi ripensamenti sul futuro e sul nostro modo di “essere al mondo.”
Nel canto della balena bianca on line da oggi
ispirato a Moby Dick di Herman Melville
di e con Giancarlo Cauteruccio
scenografia virtuale e montaggio video Massimo Bevilacqua
una produzione Teatro Studio krypton
Con il contributo di Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020 con il Centro Pecci di Prato
In collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze
ringraziamenti a Roberto Incerti e Patrizia Asproni
Giancarlo Cauteruccio ha diretto ed interpretato la performance di visual teatro Nel canto della balena bianca
cui ha fatto seguito il video omonimo girato in modalità HD nella splendida cripta della ex Chiesa di San Pancrazio, che ha immaginato come il ventre di una balena.
L’occasione è stata la mostra “Di squali e di Balene”, ideata dal Marini in collaborazione con il Museo ‘La Specola’ del Sistema Museale di Ateneo di Firenze. Una installazione che ha messo in dialogo passato e presente per richiamare l’attenzione del pubblico sulle questioni ambientali e invitare tutti a una riflessione condivisa sul futuro.
Cauteruccio ha trasformato la cripta in uno spazio immersivo di grande suggestione grazie ad un videomapping totalizzante. Ed ha coinvolto anche i mostri marini dell’Ottocento, i due soggetti della mostra: lo squalo tigre di oltre tre metri e lo scheletro di un capodoglio di circa dieci metri, animali che rimandano ad insuperabili opere di Damien Hirst e Gino De Dominicis.
Una osmosi sia con il contesto espositivo che con l’idea che sottende il progetto espositivo, ovvero la messa in relazione tra natura, arte e scienza e la sensibilizzazione dei visitatori sulle emergenze ambientali e sulle conseguenze che l’a azioni umana provoca sugli equilibri naturali.
Ispirandosi a Moby Dick, romanzo mondo composto da Melville in un periodo di febbrile creatività, Cauteruccio ha dato voce alla creatura bianca, il Leviatano inafferrabile, sprofondando nell’oceano insieme ad essa . Ha Inventato parole che Moby Dick non possiede e le ha impastate con il canto delle balene. Ahab, il tragico capitano di shakespeariana memoria , non potrà mai fermarla .Brani del libro, testi originali di Anna Lufrano e la mitica canzone di Lucio Dalla del finale “Ma come fanno i Marinai “hanno costituito il tessuto drammaturgico dell’assolo.
Una breve e delicata performance in cui il regista ed interprete ha voluto sottolineare come la potenza della natura non possa essere oltraggiata dalla sfida umana che da sempre si ostina a voler superare il limite.
Durata video 22 minuti
Fame Vr on line dal 20 novembre
di e con Giancarlo Cauteruccio
ideazione e regia Giancarlo Cauteruccio e Massimo Bevilacqua
riprese e montaggio Gold Productions /Omar Rashid e Sasan Bahadorinejad
audio e luci Diego Costanzo
Con il contributo di Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea2020 con il Centro Pecci di Prato
Si ringrazia Maria Cassi per la concessione del Teatro del Sale
Fame VR è un video ripreso a 360 in un luogo nato per mettere in relazione il teatro ed il cibo. Attraverso questo esperimento lo spettatore ha la possibilità di vivere una particolare esperienza percettiva.
Il lavoro viene concepito nei giorni del primo lockdown quando Giancarlo Cauteruccio, come tutti , ha cercato di sublimare e fuggire la paura della pandemia e lo straniamento dell’isolamento cucinando e mangiando.
Il cibo e la sua preparazione, da qui il desiderio di tornare al suo testo Mi fa fame, uno dei tre poemetti pubblicati in Panza, Crianza, Ricordanza, tre pezzi dalla solitudine (Edizioni della Meridiana 2008), alla base di un fortunato spettacolo teatrale.
La location scelta è il Teatro del Sale di Firenze con la sua sala, il palcoscenico e le cucine a vista.
Solo, nello spazio vuoto, Cauteruccio recita in palcoscenico nel suo idioma di origine , il calabrese , che, primo in Italia, fatto assurgere a lingua teatrale. Egli racconta la malattia della fame.
Simultaneamente il suo corpo si muove nelle cucine , circondato da cuochi che appaiono come fantasmi; simultaneamente si accanisce sul cibo disposto su un tavolo in una sala deserta e lo divora allo stesso ritmo con il quale recita. La ripresa a 360 gradi consente di osservare le tre condizioni di solitudine.
Ancora una prova questa per un artista eclettico, una nuova strada tecnologica per produrre linguaggio ed una innovativa modalità di fruizione dell’arte scenica fuori dal luogo deputato da proporre al pubblico.
Lo spettatore quindi può immergersi in una nuova condizione attraverso l’uso di visori come l’Oculus Go, HTC Vive e Oculus Rift,oppure con ogni tipo di cardboard insieme ad uno Smartphone, altrimenti ruotando con il proprio corpo può ricercare le tre azioni sceniche simultanee sul cellulare.
Durata video 15 minuti