A sale chiuse, il SofàTeatro di Officine Papage riapre il sipario con il nuovo progetto online PRENDERSI CURA: non per sostituire la scena reale con quella virtuale, ma per mantenere vivo e rinnovare – grazie alla vicinanza e all’intimità tra molti consentite dagli strumenti digitali – il rapporto tra gli spazi teatrali dei territori toscani e liguri, in cui lavora la compagnia, e i cittadini. Raccontandolo, tra memoria e futuro, con la condivisione e la partecipazione creativa di pubblico e artisti.
La nona edizione della rassegna toscana P.Arte da Noi non potrà andare in scena come previsto nei teatri di Pomarance, Monterotondo M.mo e Castelnuovo V.C., ma Officine Papage è pronta a rilanciare con un progetto tutto nuovo. Dopo lo straordinario successo Sofà Teatro, esperienza che ha coinvolto su Zoom quasi 3.000 spettatori tra marzo e giugno 2020, il format delle “platee virtuali per spettacoli digitali” allargato a tutta Italia, torna con molte sorprese. L’iniziativa sarà momento di lancio di un’altra proposta che Officine Papage vuole rivolgere alla propria comunità: un ciclo di incontri sul web per condividere ricordi legati ai luoghi del Teatro, partendo dal Teatro dei Coraggiosi di Pomarance e dal Teatro del Ciliegio di Monterotondo M.mo, per ricostruire, parola dopo parola, attraverso le voci della gente, la storia di questi spazi e i significati che questi hanno avuto nella vita di tante persone.
Per la regia di Marco Pasquinucci l’evento del 7 novembre porterà sulla scena virtuale i cittadini del gruppo Teatro Clandestino insieme agli artisti delle compagnie I Sacchi di Sabbia e Pan Domu Teatro. Tra gli ospiti della serata Angela Ameli e Marco Gistri, che porteranno al pubblico una testimonianza sul percorso artistico di Compagnia Minimal. Così amatori in formazione e professionisti saranno insieme per regalare al pubblico un tributo originale e personale al tema scelto per l’occasione, che viene sintetizzato nel titolo della serata. Un argomento simbolico in tempo di pandemia, quando ci affanniamo nella ricerca spasmodica di notizie aggiornate su vaccini e terapie mirate contro virus semi sconosciuti. Ma cosa vuol dire “prendersi cura” di noi stessi o degli altri nella nostra quotidianità, e cosa c’entra tutto questo con la cultura e con il teatro? L’evento vuole lanciare stimoli per rispondere a questa domanda, in maniera profonda e ironica allo stesso tempo. La vocazione peculiare del progetto resta sociale prima ancora che artistica: il teatro diventa pretesto per offrire una risposta concreta al bisogno collettivo di mantenere spazi di condivisione anche in un momento difficile, dove l’emergenza ci porta a vivere distanti.
“In quest’epoca strana, incerta, che ha stravolto l’ordinarietà delle cose, noi di Officine Papage vogliamo continuare a prenderci cura della comunità.” – affermano Marco Pasquinucci (direttore artistico) e Annastella Giannelli (direttrice organizzativa) rivolgendosi al loro pubblico – “Cura significa premura, attenzione e delicatezza, significa anche impegnarsi per il benessere di qualcuno a cui si tiene davvero. Questo qualcuno siete voi. Condividere storie, sentimenti, riflessioni, valori; elaborare quello che si vive (anche i dolori); sollecitare l’immaginazione e la consapevolezza per trasformare le paure; dare stimoli positivi; connettere le persone, tutto questo è il fine ultimo dell’arte e quello che vogliamo fare, anche in questo periodo difficile, che ci costringe a ripensare le nostre abitudini.”
Prendersi cura: spettacolo a ingresso libero.
Per partecipare basta avere a disposizione una connessione internet, un computer o uno smartphone dotati di applicazione Zoom.
Info generali e richiesta del link necessario al collegamento: prenotazioni@officinepapage.it – 389.0561872.