Dipendenti e collaboratori senza lavoro, perdita dei contributi già stanziati dalla Regione Toscana, annullamento delle produzioni e della stagione 2020/2021, chiusura di tutti i corsi di formazione.
E’ il futuro che si prospetta per il Teatro delle Donne di Firenze, da quasi trent’anni Centro di Drammaturgia, uno dei punti di riferimento nazionali più qualificati per la drammaturgia contemporanea grazie all’archivio dei testi delle autrici contemporanee, la scuola di scrittura teatrale, le attività di produzione e di formazione, il festival Avamposti e una viva stagione teatrale.
Alla sospensione delle attività e ai danni ricevuti dall’emergenza Covid, per il Teatro delle Donne si aggiunge una sconcertante decisione “politico-amministrativa” che ne compromette l’esistenza: il 31 dicembre 2020 scadrà la proroga dell’affidamento in gestione del Teatro Comunale Manzoni di Calenzano, dove il Teatro delle Donne ha sede dal 2002. Il Comune di Calenzano, proprietario della struttura, ha rifiutato di concedere una proroga ulteriore, anche di pochi mesi: tale rinvio, assolutamente realizzabile dal punto di vista legale, permetterebbe al Teatro delle Donne di salvare gli importanti contributi già assegnati dalla Regione Toscana per il 2021 per l’attività di residenza al Manzoni di Calenzano, e quindi le attività e tutte le professionalità.
“Togliere la residenza a dicembre al Teatro delle Donne significa metterne a rischio la stessa sopravvivenza – scrivono la fondatrice Cristina Ghelli e Dacia Maraini, scrittrice e autrice da sempre vicina al Centro di Drammaturgia, nell’appello inviato al Comune di Calenzano e sottoscritto tra gli altri dalla scrittrice cilena Isabel Allende – di cui il Teatro delle Donne ha prodotto un adattamento teatrale del romanzo “La casa degli spiriti” – oltre che da registi, attori, autori, critici, scrittori, professori universitari e da tutti i colleghi titolari delle Residenze Artistiche della Toscana – Il teatro, per millenni, ha escluso le donne dalle scene. Ora le cose sono cambiate ma un fondo di discriminazione rispetto alla creatività femminile è rimasto. Non divieto ma sfiducia, non rifiuto ma mancanza di attenzione. Il Teatro delle Donne di Firenze si è sempre mostrato all’avanguardia nel superare, con la collaborazione di grandi attrici, registe, drammaturghe e organizzatrici, queste difficoltà, creando un centro di produzione drammaturgica femminile unico in Italia”.
Tra le autrici, attrici, registe, operatrici e studiose che hanno dato il proprio contributo ricordiamo, oltre a Dacia Maraini, Barbara Nativi, Laura Caretti, Lucia Poli, Athina Cenci, Valeria Moretti, Donatella Diamanti, Lia Lapini, Silvia Calamai, Laura Forti, Amanda Sandrelli, Isabella Ragonese, Monica Bauco, Luisa Cattaneo, Elena Arvigo.
E ancora, dal 2002 al 2015, Stefano Massini è stato l’autore e regista residente al Centro di Drammaturgia, con lui sono state realizzate importanti produzioni che hanno girato sul territorio nazionale.
“Rispettiamo il criterio meritocratico dei bandi e il diritto, da parte di un’Amministrazione, di affidare un proprio spazio a chi ritiene più opportuno – spiega la direttrice Cristina Ghelli – chiediamo solo che si tenga conto delle situazioni oggettive in cui ci si trova e del lavoro che le nostre strutture hanno svolto e svolgono sui territori e a livello nazionale.
Solo sei mesi di proroga della residenza, del tutto giustificati dalla nuova emergenza Covid, consentirebbero di mantenere il contributo regionale 2021 e l’occupazione del personale. Oltre a permettere un’attività in teatro che altrimenti non sarà possibile. L’uscita del bando è stata annunciata da un comunicato stampa del Comune per oggi 3 novembre e ammesso che il risultato finale possa essere comunicato entro il 31 dicembre, quale nuovo affidatario potrà programmare una stagione dalla fine di dicembre per gennaio?
Rifiutare la gestione al Teatro delle Donne della stagione teatrale 2020/2021 è inutilmente punitivo sia nei confronti dell’Associazione, che ne riceve un grave danno economico, che dei suoi dipendenti e collaboratori che rimangono senza impiego. E toglie comunque alla cittadinanza di Calenzano quei 94.000 euro destinati dalla Regione ad attività sul territorio, contro ogni logica di pubblico interesse.
Un accanimento ingiustificato contro il Teatro delle Donne da parte di un’amministrazione di sinistra, che ha appena dato alla sala consiliare il nome di Nilde Iotti e che rischia, per disattenzione culturale e di genere, di far chiudere l’unico Centro di Drammaturgia delle Donne in Italia. Voglio ringraziare invece la Fondazione CR Firenze, che oggi, attraverso il direttore generale Gabriele Gori, ha annunciato disponibilità a sostegno del Teatro delle Donne”.
E’ possibile sottoscrivere l’appello al Comune di Calenzano sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com.