La Galleria dell’Accademia di Firenze è momentaneamente chiusa a causa della ben nota emergenza sanitaria ma non si ferma! Nelle sale l’attività ferve e il museo si sta preparando, portando avanti il programma di importanti lavori di manutenzione e risanamento, per ospitare nuovamente il pubblico, appena possibile, con un percorso nuovo e più funzionale.
“Come già annunciato in precedenza – racconta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze – il grande cantiere della Sala del Colosso è iniziato più di un mese fa, in accordo con il Mibact. Quasi tutte le opere, escluso quelle amovibili, sono state spostate negli ambienti dedicati alle esposizioni temporanee, sottoposte a una valutazione del loro stato di conservazione e stiamo lavorando a un piano di veri e propri restauri. E sono lieta di annunciare che oggi, mercoledì 11 novembre, iniziamo con La Resurrezione, una splendida tavola di Raffaellino del Garbo, degli inizi del XVI secolo, che con la sua monumentale cornice lignea è stata trasportata presso i laboratori di restauro che si prenderanno cura di questo dipinto in tutta la sua complessità”.
La grande tavola di Raffaellino Dei Carli detto Raffaellino Del Garbo (S. Lorenzo a Vigliano, 1466 – Firenze, 1525 circa) fu originariamente realizzata per la cappella della famiglia Capponi nella chiesa di S. Bartolomeo a Monteoliveto, tra il 1500 e il 1505. Richiama, nell’impostazione della scena, le composizioni di Domenico Ghirlandaio, pittore al tempo responsabile di una fiorente bottega cittadina. Raffaellino, nei suoi tratti talvolta graziosi e delicati, talvolta bizzarri e contorti come nelle pose dei soldati di questo dipinto, rispecchia anche l’influenza del Verrocchio e del Lippi. Questi espliciti riferimenti ai maestri citati denotano la capacità di Raffaellino di aggiornarsi sull’arte del suo tempo e di combinare le sue molteplici fonti di ispirazione con esiti di grande piacevolezza narrativa ed efficacia espressiva. Il significato profondo del tema sacro è reso familiare grazie alla scelta dell’ambientazione: sullo sfondo è infatti ben riconoscibile una veduta della città di Firenze, caratterizzata dall’Arno e dai suoi principali monumenti, come la torre di Palazzo Vecchio.
Il restauro permetterà una concreta riflessione sull’opera, grazie ad un’articolata campagna diagnostica multi-tecnica non invasiva che integrerà imaging fotografico e metodologie di analisi, operazioni indispensabili per ottenere una serie di informazioni utili per l’intervento. Il progetto diagnostico, oltre alla normale documentazione, offrirà una dettagliata visione del dipinto per la conoscenza dei materiali e della tecnica esecutiva.
“Questo intervento riguarderà sia il supporto ligneo che gli strati pittorici e sarà condotto per gradi” spiega Eleonora Pucci, responsabile dell’ufficio restauro della Galleria. “Il complesso insieme delle operazioni che interesseranno gli strati pittorici procederà da una pulitura eseguita dopo gli opportuni test per individuare la metodologia da usare ed il livello più corretto da raggiungere, alla stuccatura con integrazione delle parti pittoriche, prima di arrivare alla protezione finale“.
Un altro importante intervento si attuerà sulla cornice lignea a tabernacolo che completa e valorizza l’opera di Raffaellino del Garbo. La cornice intagliata e dorata, in stile tipicamente cinquecentesco, separabile in più parti distinte sarà anch’essa oggetto di una campagna di indagine diagnostica preliminare al restauro. Prenderanno poi avvio delicate operazioni di fermatura e consolidamento, differenziate a seconda delle situazioni di fragilità ed instabilità, di pulitura selettiva, stuccatura ed integrazione delle lacune e di protezione finale.