A volte la vita ti casca addosso e ti obbliga a cambiare forma. Entra nella tua struttura consueta e la rivoluziona. Ti allarghi, ti stringi, ti pieghi. Ti spalmi e ti ritrai. Cambi continuamente, nello sforzo di reggere l’impatto che continua a sconvolgerti. Che ti potrebbe rompere e frantumare. Ma tu continui ad adattarti a quella forza d’urto. Non lo sapevi che potevi assumere nuove forme, modificare i contorni e i confini della tua sagoma. O meglio, non lo sapevi perché non ci avevi mai provato. Non era mai successo nulla, prima, che ti obbligasse a inventare nuove forme di te. Tutto questo si chiama resilienza. E il dato di fatto è che a molti di noi, nell’emergenza che la pandemia da COVID-19 ha messo nelle nostre vite, è proprio successo questo: siamo diventati più forti. E forse anche un po’ migliori. Perché è successo? Come è successo? Cosa è successo realmente? E soprattutto cosa abbiamo appreso e dobbiamo imparare a tenere con noi anche nei tempi di quiete, perché ci rende migliori?
Sono le domande che accompagnano la riflessione di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta autore di numerose pubblicazioni fra cui “Mentre la tempesta colpiva forte. Quello che noi genitori abbiamo imparato in tempo di emergenza”.
L’autore, che doveva essere a Bolzano, sul palco del Cristallo, per presentare il suo lavoro nell’ambito del percorso “Educare alla giustizia”, sarà comunque ospite in remoto, nell’ambito del ciclo di incontri e dialoghi on line sulla pagina Facebook del Teatro Cristallo (www.facebook.com/teatrocristlobz) lunedì 30 novembre alle ore 18. L’incontro sarà moderato da Annalisa Pasini
Ciò che ha sconvolto il mondo – questo i tema dell’incontro – ha cambiato anche il nostro modo di essere famiglia. E probabilmente ci ha reso anche più forti. Il rischio potrebbe essere, dopo una grande fatica, di cancellarne la memoria, rimuoverla da noi e ributtarsi in ciò che eravamo prima di viverla. Ma così facendo staremmo solo in un territorio vuoto e deserto, che non sa far tesoro dell’esperienza che ci è data per elaborarne significati e contenuti. Occorre invece partire proprio da quel tesoro. Da ciò che l’emergenza COVID-19 ci ha lasciato. E che non deve essere più dimenticato. Ma integrato nelle nostre storie di vita, nei nostri rapporti più intimi, nelle nostre relazioni familiari.