Il Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo va online per le feste di Natale. Dal 24 dicembre 2020, sul sito www.galleriatoledo.info, saranno disponibili gratuitamente un film e due spettacoli: tre produzioni originali con la regia e la drammaturgia di Laura Angiulli, direttore artistico del teatro, tratte da William Shakespeare, con le scenografie di Rosario Squillace e le luci di Cesare Accetta. La prima visione al pubblico de “Il re muore“, online dal 24 al 28 dicembre, unico film italiano nel Concorso Lungometraggi alla 66esima edizione del Taormina Film Fest dello scorso luglio, aprirà il palinsesto digitale, che includerà “Riccardo III, invito a corte“, online dal 29 dicembre al 1 gennaio, e “Una dodicesima notte“, online dal 2 al 6 gennaio.
“Il re muore“, girato a Napoli nel 2019 con il contributo della Regione Campania, è la trasposizione del dramma di William Shakespeare “Riccardo II”, ambientato alla fine del XIV secolo, sulla deposizione e tragica morte di Riccardo II di York, Re d’Inghilterra, per mano del cugino Bolingbroke di Lancaster, futuro Enrico IV. “Il re muore” nasce da un’attiva ricerca nell’ambito interlinguistico, tesa fra messinscena teatrale e traslazione verso il linguaggio cinematografico, con un attento lavoro di traduzione, approfondimenti critici e immersione nel contesto della materia scespiriana. Nel cast Luciano Dall’Aglio (Riccardo II), Gennaro Maresca(Bolingbroke di Lancaster), Alessandra D’Elia, Stefano Jotti, Maria Roveran, Michele Danubio, Lello Serao, Paolo Aguzzi, Antonio Speranza, Monica Demuru, Filippo Scotti e la partecipazione di Paolo Graziosi ed Enzo Decaro. Il montaggio è di Alessio Doglione, le musiche originali di Pasquale Barbaro e i costumi di Grazia Colombini.
Con questa versione cinematografica, le pagine della pièce originale trovano una nuova e suggestiva ambientazione nelle architetture di antichi e prestigiosi monumenti di Napoli e dintorni: Castel Sant’Elmo, Capodimonte, Real Sito di Carditello, Castel Capuano, Museo Diocesano Donnaregina, Teatro di San Carlo, Succorpo dell’Annunziata, Teatro Tempio di Pietravairano, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze, Archivio notarile distrettuale di Napoli ed Ex Ospedale Militare.
“Riccardo III, invito a corte” è una rilettura del dramma in cinque atti di William Shakespeare “Riccardo III”, ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore del Bardo sulla storia inglese, in cui si narrano gli eventi storici conclusisi nel 1485, quando il potere dei Plantageneti in Inghilterra fu sostituito dalla dinastia Tudor, e la sconfitta del malvagio re Riccardo III nella battaglia del campo di Bosworth. Nello spettacolo, gli attori Giovanni Battaglia, Alessandra D’Elia e Stefano Jotti.
“Un’opera che trabocca di passione e dolore”, come affermato da Laura Angiulli nelle note di regia, che mette in scena la vanità di un sovrano in conflitto con la natura a causa della propria deformità fisica, evidente traccia di una profonda distorsione interiore, propenso alla violenza e al delitto. Con lui, il personaggio di Buckingham, votato ad una visione spregiudicata del bene comune e della solidità dello Stato, impegnato in speculazioni e azioni intorno a concetti come quello della tenuta del potere, mutuati dalle più moderne dottrine politiche del tempo, le stesse che prendono forma nel De principatibus di Niccolò Machiavelli. Presenti e incisivi anche i personaggi femminili, vittime di una storia che concretizza nell’assassinio il suo farsi, affascinate dalla regalità e attirate nelle loro stesse trame, in cui mettono in gioco se stesse e il proprio destino.
Lo spettacolo “Una dodicesima notte“, con Paolo Aguzzi, Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Alessandra D’Elia, Luciano Dell’Aglio, Michele Maccagno, Gennaro Maresca, Vittorio Passaro, Caterina Pontrandolfo, è tratto da “La dodicesima notte, o quel che volete”, commedia in cinque atti scritta in prosimetro, ambientata in una fantastica Illiria senza confini né tempo. L’intero impianto narrativo, articolato e dai ritmi sostenuti, è attraversato dall’argomento amoroso, gestito attraverso rapporti di contrapposizioni, contrasti, rispecchiamenti e imprevedibili soluzioni. Fondamentale, nel testo, la caratterizzazione dei personaggi, definiti dalla regista come “finemente intagliati, sempre credibili, anzi portatori di una necessaria verità nell’essere; e al tempo stesso gonfi di potenzialità teatrale”.