Suoni, parole, storie collettive, racconti intimi, realtà e finzione, storia e presente, tradizione e sperimentazione. Lucia, il festival che celebra l’arte di raccontare senza immagini curato da Radio Papesse e co-prodotto da NAM – Not A Museum, torna a Firenze il 12 e 13 dicembre in diretta streaming dagli spazi di Manifattura Tabacchi e in ascolto online su luciafestival.org e manifatturatabacchi.com.
Una seconda edizione radiofonica e digitale che ospiterà live talk, digital masterclass, sessioni guidate di ascolto, narrazioni sonore, podcast, curiosità e backstage di produzioni audio da tutto il mondo. Durante Lucia si potranno ascoltare documentari e fiction, produzioni radiofoniche e podcast internazionali, molti dei quali saranno sottotitolati per la prima volta in assoluto in lingua italiana.
Racconti che ampliano le frontiere dell’ascolto e viaggiano al confine tra Stati Uniti e Messico, a Kobane, nel Ruanda degli anni Novanta, in un albergo occupato lungo la Prenestina, a Roma, in Amazzonia, a Chernobyl ma anche tra le ombre di storie familiari e casi personali. Lavori che invitano ad andare oltre la pura comprensione antropocentrica del mondo e che, attraverso l’ascolto, ci portano a contatto con quegli altri non umani – oggetti, paesaggi e persino bot – che Timothy Morton chiama strange strangers.
“Tra squilibri catastrofici, naturali, sociali, emotivi, dopo mesi in cui ci siamo aggrappati alla voce per non perdere il mondo esterno e quello degli affetti, ci sembra necessario ribadire l’importanza dell’ascolto come spazio di relazione e di costruzione di senso. Ci fa piacere riportare Lucia alla radio, a questo medium che da sempre, ci tiene vicini, seppur lontani” – affermano le curatrici del Festival Ilaria Gadenz e Carola Haupt.
Lucia, la radio al cinema prende il via sabato 12 dicembre con “Das Lied der Salatschleuder” di Johanna Fricke (ore 12:35). In questo breve ritratto audio, la documentarista tedesca ci porta nel mondo gioioso e rumoroso di Frederik, il suo nipotino ipovedente. Un delicato inno all’udibile, vincitore del Create Gold Award al HearSay International Audioarts Festival e il Ganbéarla Award nel 2019.
Può sbocciare l’amore fra bot? Stando a quanto racconta Vladimir Kryuchev in “Bots and spammers dating club” pare proprio di sì. Le fastidiose chiamate e risposte automatiche di questi robot sono ormai diventate parte del nostro quotidiano, ma nel podcast di Vladimir Kryuchev sembrano avere una vita parallela (ore 12:40). Nel pomeriggio – dopo un appuntamento con “Metti una cumbia a pranzo” un dj set da tavola di G-Amp | Dancity – spazio a “Accumulation over time” di Adriene Lilly: un’esperienza claustrofobica di ascolto, che traduce in audio la sensazione di oppressione, emotiva, fisica, mentale, ambientale che si ha quando si accumulano le cose. (ore 14:30).
Alla nostalgia di casa, ovunque essa sia, è dedicato “Pure” di Żenia Klimakin & Wojciech Oleksiak (14:45). Chernobyl ha gettato un’ombra lunga sull’infanzia dei due autori e secondo quanto riferito, è stata la causa di tutte le loro malattie croniche. Due anni fa ci sono andati, volevano entrare nella pancia della bestia, volevano capire, ascoltare, vedere coi propri occhi cosa era rimasto. Con i tempi incerti che ci attendono tutti, ciò che trovano a Chernobyl ci ricorda che c’è vita dopo la catastrofe.
Il podcast – un episodio di “Stories From The Eastern West” prodotto da Culture.pl – sarà oggetto di un Talk live con Wojciech Oleksiak, che introdurrà la sua messa in onda.
Composto a partire da registrazioni ambientali fatte nei territori di Amanã e Mamirauá, nell’Amazzonia centrale, “Strange Strangers” di Pablo Sanz si sviluppa attraverso prospettive di ascolto insolite – sopra e sott’acqua o sulle frequenze degli ultrasuoni – invitandoci ad ascoltare (da dentro) un mondo unico di vitalità e di alterità non umana (ore 15:20).
“Innocent” di Amelia Umuhire (ore 16:15) è un ritratto intimo che resiste al canone narrativo che l’Occidente bianco impone alla recente storia ruandese. In questo toccante documentario radiofonico, Amelia Umuhire racconta di Innocent Seminega, suo padre. Dapprima giovane studente, poi insegnante, marito e padre e infine vittima degli estremisti Hutu in Ruanda
La prima giornata del Festival si chiude infine con una produzione di BBC World Service, “Goodbye to all this – A Shadow” di Sophie Townsend: una storia d’amore e di perdita, di lutto e di rinascita che commuove e dà speranza: cosa vuol dire perdere l’amore e sopravvivere (ore 17:30).
Domenica 13 dicembre Lucia Festival torna in onda con “Oltre il confine” di Matteo Caccia, racconto audio dedicato alla storia di Karim Franceschi, nato nel 1989 a Casablanca da padre italiano, ex partigiano, e madre marocchina. Cresciuto a Senigallia, nel 2015 Karim parte per Kobane con un progetto umanitario, poi decide di restare in Siria e unirsi alla lotta armata contro l’Isis. Nel 2016 fonda una brigata internazionale che avrà un ruolo importantissimo nella caduta di Raqqa, capitale dello Stato Islamico. Due anni di lotta, le paure, le speranze, le ragioni di una scelta estrema, sul solco tracciato anche dal fiorentino Lorenzo Orsetti. L’ascolto sarà introdotto da un talk con l’autore Matteo Caccia, che sarà trasmesso anche in diretta video sui canali facebook di Lucia – la radio al cinema, Manifattura Tabacchi, Radio Papesse e Ful Magazine (ore 11:30).
La mattinata si conclude con “Armen” di Andrius Arutunian, un lavoro sonoro che dal 2016 cresce con l’interesse dell’autore per la musica della diaspora armena, una delle più grandi al mondo. È un’opera polifonica che tra atmosfere nostalgiche e texture glitch, si compone di brani prodotti tra gli anni Settanta e Ottanta da musicisti armeni residenti all’estero (ore 12:40).
Nella pausa pranzo (ore 13:15) a cura di OOH-sounds “Commuting Self”, un ascolto/set non lineare sugli s-confinamenti del presente: l’immobilità, la partenza, l’arrivo, il corpo, la percezione dell’altro attraverso i ‘micro-spostamenti’ che il nostro sé sperimenta nella rete.
Alla crisi umanitaria al confine tra Stati Uniti e Messico è dedicato invece il lavoro “Cruces en el desierto” di Catalina May e Martín Cruz. Nel deserto di Sonora l’artista colombiano Álvaro Enciso mette una croce laddove vengono ritrovati i corpi dei migranti, di chi non ce la fa ad arrivare in America. Nel “campo di battaglia” e di morte delle politiche migratorie degli Stati Uniti, Álvaro restituisce dignità a chi ha tentato di vivere una vita migliore (ore 14:30).
Con “The Cliff” Cristal Duhaime, Mira Burt-Wintonick e Jodie Taylor raccontano una storia d’amore ai tempi di una delle più grandi ondate migratorie degli ultimi anni. Il podcast si alimenta e cresce nel campo profughi più grande d’Europa e ci conduce laddove le narrazioni classiche della crisi dei migranti non arrivano. “The Cliff” è parte di “Love Me”, un podcast originale della CBC, il servizio pubblico radiotelevisivo canadese (ore 15:00).
A seguire, Andrea Borgnino, Rodolfo Sacchettini e Luisa Santacesaria conducono “DAL CORTILE ALLA FABBRICA: l’Italia degli anni ’60” ascolti guidati dalle Teche Rai. L’incontro come tutti i contenuti del Festival andrà in onda su luciafestival.org e manifatturatabacchi.com, ma sarà inoltre trasmesso su Rai Radio Techetè e in streaming video sui canali facebook di Lucia – La radio al cinema, Manifattura Tabacchi, Radio Papesse e Ful Magazine.
Il primo ascolto guidato dedicato all’Italia degli anni Sessanta sarà “Giochi di Fanciulli” Di Giorgio Pressburger. Tra le opere sperimentali più significative della radio italiana, “Giochi di Fanciulli” è un radiodramma che ibrida documentario e opera astratta, non utilizza un vero e proprio testo, ma non è privo di narrazione: tramite la registrazione di ventisei giochi di bambini Pressburger rappresenta il ciclo della vita, con i suoi riti e i suoi passaggi. L’ispirazione arriva dall’omonimo quadro di Pieter Bruegel il Vecchio, che ritrae una piazza di paese piena di bambini intenti a giocare.
Il secondo ascolto invece s’intitola “Intervista Aziendale” di Carlo Quartucci da un’idea di Primo Levi. “Intervista Aziendale” è un radiodramma-documentario che seppe rinnovare il canone radiofonico, confondendo generi e linguaggi e giocando sul confine sottile tra finzione e realtà. Un inviato speciale visita una grande fabbrica e intervista una giovane saldatrice, un addetto alle torri, un’impiegata del reparto contabilità, un caporeparto. Si rende conto che gli operai e gli impiegati sono tutti condizionati, psicologicamente e psichicamente, dal sistema di produzione dello stabilimento. Ma la fabbrica e i suoi dipendenti sono reali? o sono l’immagine costruita della fabbrica e dei suoi operai?
A seguire (ore 18:15) il programma di LUCIA prosegue con “Preguntan por ti” di Isabel Cadenas Cañón: Rosana ha diciotto anni quando a casa suona il telefono. Cercano sua madre, non si sa bene chi sia ma questa telefonata svelerà molti dei misteri che da sempre la circondano. Chi è Manuela, sua madre? Chi è questa donna che l’abbandona per ore e giorni, senza spiegazioni? Preguntan por ti è un viaggio nel passato, ma soprattutto tra i segreti di una famiglia come tante… perché tutti abbiamo segreti.
Lo spettro dello sgombero coatto e della precarietà e il tema intorno a cui ruota “La mia vista al quattro stelle” di Alice Gussoni. Da oltre 6 anni la protagonista di questo documentario vive con i suoi fratellini e i genitori dentro un ex hotel occupato illegalmente alla periferia di Roma, insieme ad alcune centinaia di persone in emergenza abitativa. Il suo diario è un’incursione nella vita reale. Il microfono, affidato alla giovane protagonista, raccoglie un mondo di suoni, che svelano la nuda precarietà della loro vita quotidianità (ore 19:00).
La seconda edizione del Festival si conclude con la premiazione dei due progetti vincitori del Premio LUCIA per la produzione audio, iniziativa realizzata in collaborazione con la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale (ADN) Pieve Santo Stefano.
Nel piccolo comune della provincia aretina è custodito un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere, composto di oltre 9000 tra diari, memorie ed epistolari. Sono storie private, letteratura involontaria, scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia, e che poi hanno trovato spazio in numerose pubblicazioni.
Tra questi diari, Radio Papesse e Fondazione Archivio Diaristico Nazionale ne hanno selezionati sei. Ai partecipanti al bando è stato richiesto di sceglierne uno e pensare a come vorrebbero raccontalo nel formato del documentario radiofonico. Le domande di partecipazione sono oltre 100 e sono giunte da tutta Italia. Per questa prima edizione del premio sono stati istituiti due premi: il primo di 2500 € e il secondo di 1000 €.
Le storie audio di Lucia, la radio al cinema 2020, saranno disponibili online anche dopo il Festival e grazie alla collaborazione con MLOL (MediaLibraryOnLine) – la piattaforma di prestito digitale che riunisce biblioteche pubbliche, accademiche e scolastiche – accessibili anche agli utenti iscritti alle biblioteche dello SDIAF (Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina).
Il programma di mentorship YASS! You are so sound!
Tra le novità di questa edizione di LUCIA YASS! You are so sound!, il programma europeo di mentorship e digital masterclass per producer audio. Ideato da Radio Papesse, ambisce a contribuire a una maggiore diversità di prospettive, linguaggi e rappresentazione nella produzione audio europea, fornendo ad autori e produttori audio europei e mediterranei, le competenze e le risorse per avanzare nei loro progetti e nelle loro carriere.
L’open call sarà lanciato nel corso del Festival, così come le prime due masterclass – andate sold out in pochissimi giorni – che avranno come mentori Ann Hepperman, Catalina May e Martín Cruz.
La prima – produttrice radiofonica, sound artist e docente con base a Brooklyn – è stata descritta da Bitch Magazine come una “sorta di divinità del podcasting”. Le storie di Hepperman sono state trasmesse da NPR e BBC – tra gli altri – e presentate in programmi come This American Life, 99% Invisible e Radiolab. Insieme a Martin Johnson ha fondato The Sarahs Audio Fiction Award ed è attualmente produttore esecutivo per Audible US.
Catalina May invece è una giornalista cilena di base a Santiago del Cile, ed è senior editor di Adonde Media; mentre Martín Cruz è ingegnere del suono, sound designer e musicista. Insieme sono i creatori e le voci di Las Raras, un podcast in lingua spagnola, dedicato alle storie di chi resiste e sfida lo status quo, di chi lavora per il cambiamento sociale.
YASS! è realizzato in collaborazione con Oorzaken Festival (Amsterdam), Atelier de Création Sonore et Radiophonique (Bruxelles), Tempo Reale (Firenze). È supportato dalla European Cultural Foundation, dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e da Publiacqua. Maggiori informazioni sono disponibili su luciafestival.org/yass.
Lucia è un festival curato da Radio Papesse e co-prodotto da NAM – Not A Museum e Manifattura Tabacchi, è realizzato con il contributo di Regione Toscana, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Toscanaincontemporanea 2020, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, European Cultural Foundation e Publiacqua. In collaborazione con RAI Radio Techetè, Archivio Nazionale dei Diari (ADN), ESAD Grenoble Valence e Villa Romana. Partner del progetto sono RAI Radio 3, Musicaelettronica.it, SDIAF, MLOL, Falling Tree Production, Ful Magazine.
LUCIA, la radio al cinema – www.luciafestival.org
Manifattura Tabacchi – www.manifatturatabacchi.com
NAM – Not A Museum – www.notamuseum.it/