«Macerata è una piccola città di grande bellezza incastonata nella regione italiana più dolce e gentile, fatta di paesaggi di infinita suggestione, cucina eccellente, gente cordiale. Un’Italia di antica civiltà, orgogliosamente provinciale, accogliente e sorridente, dove il milanese imbruttito trasecola quando gli viene detto “buongiorno” entrando in un negozio».
Ecco alcune righe scritte dal giornalista Alberto Mattioli nel paragrafo del suo nuovo libro Pazzo per l’opera. Istruzioni per l’abuso del melodramma (Garzanti 2020, pp. 216, euro 16) dedicato al Macerata Opera Festival e allo Sferisterio che, venerdì 4 dicembre alle ore 18.30, sarà presentato sulla pagina Facebook del MOF (@MacerataOperaFestivalSferisterio) da Luciano Messi, Barbara Minghetti e Francesco Lanzillotta con l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta e naturalmente l’autore. Sarà un’occasione per ritrovarsi, seppur virtualmente, insieme e chiacchierare sui vizi e le manie del pubblico dell’opera, commentare le considerazioni di Mattioli sul festival maceratese e scoprire altre curiosità del mondo dell’opera visto da un appassionato giramondo come il giornalista della «Stampa».
«Di tutte le seccature inventate dall’uomo, l’opera è la più costosa», diceva Molière. Ma per Alberto Mattioli questa geniale invenzione italiana è soprattutto una magnifica e folle ossessione. Ha assistito infatti a quasi 1.800 recite in tre continenti, decine di Paesi e centinaia di teatri; ovunque si alzi un sipario, per lui vale il viaggio perché l’opera lirica mantiene intatto il suo misterioso potere emozionale, la sua capacità di parlare al cuore e al cervello degli spettatori. Raccontando della sua inguaribile passione – o, a suo dire, malattia – l’autore descrive questo affascinante mondo non solo per chi all’opera ci va, ma anche per chi ci vorrebbe andare o ne è solo incuriosito: dai teatri italiani che hanno reso nazionalpopolare il melodramma, quando Rossini, Verdi e Puccini erano la colonna sonora della vita di molti, all’opera di oggi, fenomeno globale e multimediale. Mattioli ci mostra le ragioni di un amore irrazionale e sfrenato per uno spettacolo capace con i capolavori del passato di leggere il nostro presente e di continuare a farci piangere, ridere e riflettere. Perché finché c’è opera c’è speranza.
Alberto Mattioli (Modena 1969) è giornalista del quotidiano «La Stampa». Esperto d’opera, ha collaborato con molti teatri e riviste italiani e internazionali. Ha scritto quattro libri, tre libretti d’opera, molti saggi e qualche migliaio di articoli. Con Garzanti ha pubblicato Meno grigi più Verdi (2018) e Il Gattolico praticante. Esercizi di devozione felina (2019), entrambi disponibili anche in edizione tascabile.