Nel rispetto degli obblighi e del principio di trasparenza pubblica, il Teatro di Roma – Teatro Nazionale intende smentire fermamente il contenuto di notizie e commenti diffusi in questi giorni su alcuni organi di stampa in relazione a rilievi mossi al Consiglio d’Amministrazione. Si ritiene doveroso chiarire la situazione del Teatro di Roma, al fine di confutare e dipanare le contestazioni infondate che gli vengono attribuite, attraverso una informazione completa e dettagliata rivolta soprattutto alla Città, ai cittadini, agli artisti e al pubblico.
Di seguito le risposte di chiarimento alle questioni sollevate dal Collegio dei Revisori dei Conti nei verbali del 14 ottobre e del 3 novembre e dalla informativa ai Soci del 23 novembre, che testimoniano con vigore e responsabilità che il Teatro di Roma non ha mai inteso ignorare, così come non ha mai trattato con sufficienza i rilievi presentati dallo stesso Collegio; al contrario, ha fornito prontamente le precisazioni del caso anche in occasione del Consiglio d’Amministrazione di lunedì 30 novembre 2020. Inoltre, è sempre stata buona pratica da parte dello Stabile Nazionale segnalare prontamente ogni eventuale irregolarità gestionale ai Soci, agli organi preposti alla vigilanza e, dunque, al Collegio dei Revisori.
(1) Sulla necessità delle consulenze. Il Teatro di Roma è un sistema culturale complesso e articolato sul territorio, da fine 2017 ampliato a 8 sale teatrali; una rimodulazione che ha trasformato le funzioni e la connotazione dello Stabile, rendendo necessario attivare procedure soggette al codice degli appalti nonché reperire professionalità specialistiche di cui il Teatro non dispone, per rispondere efficacemente all’incremento di attività, e al coordinamento gestionale dei Teatri in Comune (Biblioteca Quarticciolo, Tor Bella Monaca, Villa Pamphilj, Lido di Ostia, Silvano Toti Globe Theatre), oltre che alla gestione dei propri spazi (Argentina, India, Torlonia e la programmazione temporanea del Teatro Valle). A riguardo, il Teatro di Roma ha chiarito all’organo di controllo che le attività svolte dai consulenti sono un servizio irrinunciabile ed essenziale alla struttura interna per garantire la missione di Teatro pubblico plurale.
(2) Potenziale rischio di danno erariale per gli incarichi esterni. Occorre precisare che per questo intervento di supporto amministrativo e gestionale è comprovata l’inesistenza di alcun danno erariale e di alcun rischio di lavoro subordinato dei consulenti, i cui apporti professionali sono volti alla fluida operatività del Teatro. La pluralità e diversità degli incarichi di consulenza non implicano una duplicazione delle prestazioni né una sovrapposizione, al contrario ciascuna professionalità specialistica garantisce competenze e risorse urgenti e necessarie affinché il Teatro possa proiettarsi con rinnovato slancio ad affrontare non solo la crisi emergenziale da Covid-19, ma anche la sfida culturale di consolidarsi come Istituzione di riferimento per la comunità e a difesa del valore dell’arte e degli artisti.
(3) Sulla selezione e affidamento delle consulenze. Si chiarisce che gli incarichi di consulenza oggetto delle specifiche segnalazioni effettuate non necessitano di una procedura di evidenza pubblica poiché sono contratti sottosoglia (pari a € 40.000,00 e oggi individuata in € 75.000,00 per le forniture di beni e servizi) e, nella maggior parte dei casi, caratterizzati dalla particolare rilevanza delle qualità personali dei soggetti contraenti.
(4) Sull’intervento delle forze dell’ordine. Si precisa che l’episodio sollevato dalla stampa in merito a un intervento dei carabinieri per presunte irregolarità del teatro, non è corretto in quanto tale intervento ha coinvolto gli amministratori in qualità di persone informate sui fatti per un’indagine che esulava completamente lo Stabile.
(5) Sull’assegnazione dei lavori di manutenzione. Si chiarisce, nuovamente, che l’episodio sollevato dalla stampa in merito all’assegnazione di una porzione dei lavori di ristrutturazione del Teatro India, è stato rilevato dallo Stabile e tempestivamente affrontato secondo adeguate procedure, aggiornando contestualmente tutti gli organi di amministrazione e vigilanza.
(6) Sulla legittimità delle attribuzioni gestionali ad interim del Presidente su delega del CdA. Si ribadisce che il Presidente è il Legale rappresentante come da legge e da Statuto del Teatro di Roma e che, in assenza della figura del Direttore, i poteri vengono automaticamente avocati alla sua figura. Ogni singolo passaggio dei poteri di delega e delle vicende concernenti le procure conferite temporaneamente al direttore, è stato oggetto di discussione, condivisione e conseguenti deliberazioni da parte del CdA.
(7) Sull’inerzia del precedente CdA nel nominare un direttore generale. Si afferma che nessuna inerzia è stata commessa dal precedente CdA, né da quello attuale nella nomina del direttore generale, essendo evidente che la concomitanza della rimessione dei poteri del precedente Direttore con il rinnovo imminente del CdA e la sopraggiunta pandemia, ha comportato un ritardo nella pubblicazione dell’avviso pubblico di ricerca dei candidati. Il precedente CdA ha ritenuto opportuno attendere la nomina e l’insediamento della nuova consigliatura avvenute rispettivamente in data 01.06.2020 e 17.06.2020. È opportuno ricordare che la pubblicazione del suddetto avviso è avvenuta a luglio, a distanza di un solo mese dalla riapertura dei teatri e dell’insediamento del nuovo CdA. La prima selezione è stata affidata a una commissione esterna di esperti, alla quale il MIBACT, invitato a nominare un rappresentante, ha declinato la partecipazione.
(8) Sull’inopportunità, secondo l’opinione del Collegio dei Revisori dei conti, di nominare un consulente per il controllo di gestione (scelto dal CdA sulla base di una terna di offerte). Nell’attesa di selezionare un nuovo responsabile amministrativo, la cui manifestazione di interesse è stata pubblicata sul sito dello Stabile, e per non lasciare scoperto tale settore nevralgico, il Teatro di Roma ha avviato una collaborazione annuale con una società specializzata nel controllo di gestione, ad un costo notevolmente vantaggioso, che abbia, quale ultimo scopo, quello di formare le risorse interne allo svolgimento e alla internalizzazione del servizio.
Il Teatro di Roma respinge le accuse di irregolarità di gestione e sperpero di denaro pubblico, consapevole del ruolo e del servizio pubblico che è chiamato a svolgere per l’intera comunità di spettatori, cittadini e artisti, a cui vuole garantire la prosecuzione del progetto e delle attività culturali che compongono lo scopo sociale primario dello Stabile Nazionale, soprattutto in questa era pandemica.
È opportuno ricordare le coincidenze destabilizzanti che si sono susseguite nella prima settimana di marzo, e le cui conseguenze si sono protratte a causa dei provvedimenti autoritativi restrittivi che hanno determinato mesi di lockdown e l’impossibilità di procedere con la gestione ordinaria delle attività: la scadenza del precedente CdA (07.03.2020), la rimessione dei poteri dall’ex Direttore Giorgio Barberio Corsetti (02/03/2020) e la pandemia (dal 07/03/2020). La chiusura dei teatri, la gestione straordinaria del personale, lo smart-working, l’attivazione degli ammortizzatori sociali, i rapporti con i partner sono solo alcuni esempi degli impegni che hanno preso il sopravvento e hanno determinato nella governance del Teatro di Roma la scelta di convergere tutta la propria azione a garanzia dei bisogni primari dell’Istituzione.
In conclusione preme sottolineare che durante il Consiglio d’Amministrazione di lunedì 30 novembre 2020 non è stato deliberato né il rinnovo dei contratti di consulenza, né tantomeno l’ammontare del compenso del futuro Direttore, tema che è stato discusso e valutato attraverso una analisi della media delle retribuzioni dei Direttori degli altri sette Teatri Nazionali, e sul quale il CdA si riserva di valutarne la compatibilità con il budget 2021. Inoltre, è stato inviato ai Soci il dossier dettagliato dei chiarimenti rispetto ai rilievi presentati dal Collegio dei Revisori dei conti.