3 febbraio 2021 ore 20.30
AGATA 2021 | Il documentario | In assenza
un documentario di Roberto Zappalà
da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà
montaggio Andrea Di Giovanni e Giuseppe Tiralosi / Alain El Sakhawi
una produzione Scenario Pubblico Centro Nazionale di Produzione della Danza
———
4 febbraio 2021 ore 20.30
A.semu tutti devoti tutti ?
3° tappa dal progetto “re-mapping Sicily”
coreografia e regia: Roberto Zappalà
musica originale (eseguita dal vivo): Puccio Castrogiovanni (Lautari)
altre musiche Dire Straits, Rosario Miraggio, Gustav Mahler, Burt Bacharach
drammaturgia: Nello Calabrò e Roberto Zappalà
danzatori: Adriano Coletta, Alain El Sakhawi, Alberto Gnola, Salvatore Romania, Antoine Roux-Briffaud, Fernando Roldan Ferrer, Massimo Trombetta, Valeria Zampardi
musicisti Lautari: Giovanni Allegra, basso | Puccio Castrogiovanni, corde, marranzani e fisarmonica | Salvo Farruggio, percussioni | Peppe Nicotra, chitarre
video: regia Nello Calabrò e Roberto Zappalà/ interprete Carmen Consoli
scene e luci: Roberto Zappalà – costumi: Marella Ferrera, Roberto Zappalà – testi: Nello Calabrò
assistente ripetitrice: Ilenia Romano – realizzazione scene e costumi e assistente: Debora Privitera
direttore tecnico: Sammy Torrisi – ingegnere del suono Gaetano Leonardi
direttore di produzione e tour manager Maria Inguscio
una coproduzione Teatro Stabile di Catania e Scenario Pubblico/ Compagnia Zappalà Danza Centro Nazionale di Produzione della Danza
la compagnia è sostenuta da MIBACT e da Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
VINCITORE PREMIO DANZA&DANZA 2009 MIGLIOR SPETTACOLO ITALIANO
——–
Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, la Festa di Sant’Agata a Catania non potrà svolgersi con le consuete modalità. Per questo motivo la Compagnia ha deciso di regalare alla città e all’Italia intera una serata di rievocazione di questo appuntamento così importante e sentito.
Il 3 e 4 febbraio Scenario Pubblico dedica due serate in streaming alla figura e alla Festa della patrona di Catania.
Il 3 febbraio alle 20.30 Agata 2021| In assenza un documentario di Roberto Zappalà diviso in due parti: la prima, Prova sicura, è costituita da interviste e momenti delle prove dello spettacolo A. semu tutti devoti tutti, con il montaggio a cura di Andrea Di Giovanni e Giuseppe Tiralosi. La seconda, Tra sacro e profano è a cura di Alain El Sakhawi e ci regala una suggestione di immagini storiche della celebre Festa catanese. Il documentario è prodotto da Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro Nazionale di Produzione della Danza.
Avendo superato il primo decennio della creazione che Roberto Zappalà ha costruito sulla grandiosa festa di Sant’Agata, terza festa cattolica più grande al Mondo, si è pensato di creare una testimonianza che mettesse in rapporto le tante immagini veicolate durante lo spettacolo con le immagini della Festa, alcune delle quali selezionate dall’archivio dell’Istituto Luce e dalla gentile concessione delle immagini di repertorio della Ciclope film.
Il progetto è pensato ideato e firmato a quattro mani da Roberto Zappalà e Nello Calabrò.
Il 4 febbraio alle ore 20.30 sarà trasmesso in streaming A. semu tutti devoti tutti?, co-produzione tra il Teatro Stabile di Catania e Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza e Premio Danza&Danza 2009 come Miglior spettacolo italiano
La “A” sta per Agata, la santa patrona della città di Catania. La santa martire a cui sono stati strappati i seni per punizione al rifiuto delle avances del proconsole. A lei Catania dedica ogni anno una festa, che figura tra le più importanti del mondo cattolico. Quel giorno la città si riempie di un solo grido martellante, “siamo tutti devoti tutti!”. Nell’aggiungere un punto interrogativo (siamo tutti devoti tutti?) Roberto Zappalà pone delle domande che disturbano e affrontano il non-detto.
Il 25 marzo 2021, lo spettacolo è in programma, in un’unica data dal vivo, sul palcoscenico dell’Opera Madlenianum di Belgrado – con il titolo tradotto: A.Jesmo li svi mi žrtvovani? – in occasione del Belgrade Dance Festival.
«Uno spettacolo di grande e densa qualità in cui ciò che conta non è la denuncia ma la capacità attraverso la rappresentazione di costruire una storia vera”. «Scena fatta di pareti di reggiseni bianchi che ricordano la tragedia della santa, i sette danno corpo al’eccitazione della massa. E’ una danza d’urto, potente e d’effetto tra autoflagellazioni e processioni, parossismo e brama d’estasi. La donna è sollevata, rigirata tra le mani, esposta, bramata. La processione è estenuante come l’attesa di “lei” in Piazza Borgo a Catania il 5 febbraio. Non c’è confine tra rito e parata: la musica accosta l’adorazione per la Santa all’inno del Catania, in un video Carmen Consoli rielabora alla chitarra il famoso canto per la festa delle monache benedettine, dal vivo i musicisti rincarano l’effetto con percussioni, marranzani e fisarmonica… e la danza si fa mezzo di discussione politica mentre gli applausi per i danzatori e il loro coreografo scrosciano caldi e motivati». Francesca Pedroni, Il Manifesto
«Zappalà non eccede mai, procede per simboli compiuti, ma mai traboccanti e compiaciuti, ha da dire la sua e la dice con la sua danza, ma senza che il messaggio arrivi a sovrastare un’estetica assoluta, in perfetto equilibrio tra ricerca della verità e sua rappresentazione». Filippa Ilardo, Sipario
«Affrontare in scena un tema del genere era un grosso rischio. Zappalà, voce singolare e autorevole della danza contemporanea al sud, c’è riuscito, rinunciando agli aneddoti ma lavorando sui simboli, depurandoli e trasformandoli in elementi astratti di una danza tutta al maschile, piena di energia, ma anche ossessiva, isterica, ora rapida ora rallentata, impregnata di fanatismo come la processione della martire. Uno spettacolo che sottolinea i risvolti SM del martirio di Sant’Agata, nella scenografia fatta di reggiseni bianchi sui tre lati della scena, nel corpo femminile nudo, apparentemente privo di vita, trasportato, bistrattato, sospeso dai sette danzatori». Sergio Trombetta, La Stampa
«Porta in scena una Agatha Patiens, di castissima nudità, circondata da un arredo di straziata corsetteria che richiama la mercificazione quotidiana della femminilità attuale. E quel corpo glorioso e inerte viene sballottato, portato in interminabile processione, per essere riposto dopo il concreto insulto della indifferenza ai valori morali in una parete di muro da dove finalmente volgerà le spalle allo strazio della bestemmia. Potenza di concezione che lascia sbalorditi. Roberto Zappalà e i suoi collaboratori fanno diventare coreografia, musica e scene un tutt’uno espressivo e trasformano l’arte in grido di sdegno». Sergio Sciacca, La Sicilia
«L’impegno” dà vita a uno spettacolo di grande e densa qualità in cui ciò che conta non è la denuncia ma la capacità attraverso la rappresentazione di costruire una storia “vera”, un dramma. Al centro di questo dramma – dopo un vibrante inizio in cui le movenze e i gesti si scontrano con parole che li smascherano – è il martirio di Sant’Agata, ma quello nuovo e contemporaneo inflitto da luciferini “devoti” che della festa hanno fatto un “affare”. Per gran parte dello spettacolo il corpo bianco, nudo della Santa passa di corpo in corpo, di spalla in spalla, di mano in mano in balia a “devoti” vestiti di un nero saio, disegnando con grande bravura e professionalità quadri caravaggeschi di martirio, scene di flagellazione, crocifissione e deposizione». Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Catania
INFO: 4 gennaio 2021 ore 20.30 live streaming su canale youtube https://youtube.com//CompagniaZappala e sulla pagina Facebook https://fb.com/compagniazappaladanza