di Juan Mayorga
traduzione Adriano Iurissevich
con Roberto Abbati, Alessandro Averone, Massimiliano Sbarsi
video Lucrezia Le Moli
costumi Emanuela Dall’Aglio
luci Luca Bronzo
regia Gigi Dall’Aglio
produzione Fondazione Teatro Due
Streaming dello spettacolo in collaborazione con Teatro dell’Elfo
A seguire incontro in diretta con
Paola Donati, Direttore Fondazione Teatro Due
Juan Mayorga, Drammaturgo
e gli artisti della compagnia
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Il 27 gennaio 2021, Giornata della Memoria, alle ore 18.30 Himmelweg (La via del cielo) sarà trasmesso in streaming dal Teatro Due di Parma e dal Teatro Elfo Puccini di Milano, per tributare un affettuoso ricordo al regista Gigi Dall’Aglio, recentemente scomparso.
A oltre trent’anni dalla messa in scena de L’Istruttoria di Peter Weiss, diventata di culto non solo per la sua longevità, ma anche per la potenza del racconto scenico, Gigi Dall’Aglio nel 2014 tornava ad occuparsi dell’olocausto. Lo fece attraverso l’opera del madrileno Juan Mayorga mettendo in scena Himmelweg (La via del cielo); ed è in occasione del Giorno della memoria che Fondazione Teatro Due ripropone questo spettacolo nell’ambito di Teatro Due Classic, la programmazione on line di spettacoli tratti dal proprio ricchissimo archivio.
Lo spettacolo interpretato da Roberto Abbati, Alessandro Averone e Massimiliano Sbarsi, con i video di Lucrezia Le Moli, i costumi di Emanuela Dall’Aglio e le luci di Luca Bronzo, sarà trasmesso in streaming sui canali social di Fondazione Teatro Due (YouTube: TeatroDueParma / Facebook: TeatroDueParma) e sul sito e sulla pagina Facebook del Teatro dell’Elfo di Milano.
Alla trasmissione dello spettacolo seguirà (alle ore 20.30 circa) un incontro in diretta con la direttrice di Fondazione Teatro Due Paola Donati, con l’autore Juan Mayorga e gli artisti della compagnia.
Matematico, filosofo, traduttore e drammaturgo, Juan Mayorga nel marzo del 2014 in occasione del debutto dello spettacolo Himmelweg tenne a Teatro Due anche una conferenza che giovedì 28 gennaio sarà riproposta sul sito teatrodue.org.
Il potere delle immagini, la percezione e la restituzione della realtà, la retorica sono alcuni dei temi toccati da Mayorga in questo affascinante testo che dimostra quanto forte ed efficace possa rivelarsi l’artificio teatrale, seppur utilizzato a fin di male.
Himmelweg è ispirato a una storia vera: durante la seconda guerra mondiale, nel giugno del ’44, i nazisti elaborarono un espediente per occultare lo sterminio degli ebrei, ingannando gli ispettori internazionali della Croce Rossa inviati nella città ghetto di Terezin per verificare le condizioni dei deportati. In occasione della visita fu organizzata una sorta di messinscena all’interno del campo, affinché questo prendesse le sembianze di un villaggio modello in cui agli abitanti era permesso vivere serenamente sotto il protettorato del comando militare tedesco.
Nel suo testo Mayorga aggiunge dettagli alla vicenda: ai prigionieri viene imposto di recitare una parte diretti da un ufficiale nazista colto e garbato, che cita Spinoza e prende spunto dalla Poetica di Aristotele nel comporre e montare le scene fittizie di vita quotidiana cui l’ispettore dovrà assistere. La messa in scena, preceduta da intense prove, diviene nel testo, come fu nella tragica realtà, un imponente spettacolo di massa, di cui l’ufficiale tedesco fu il grande regista, orribile deus ex machina delle vite dei prigionieri. E nella realtà come nel testo l’ispettore della Croce Rossa lascia il villaggio convinto delle buone condizioni dei detenuti, portando con sé una ricca documentazione e Terezin, campo dal quale i prigionieri proseguivano poi il cammino della deportazione verso Auschwitz, diventò uno straordinario ed efficace strumento di propaganda nazista.
Himmelweg parte da un tragico fenomeno epocale e ne fa uno strumento di indagine sulle responsabilità dell’uomo nel presente, “mettendo in campo – scrisse Dall’Aglio – tre figure simboliche e paradigmatiche di quelle che sono, secondo l’autore, tre essenziali condizioni umane. La posizione di chi guida il gioco, nell’illusione di potersi arrogare il diritto di manipolare la vita degli altri; quella, all’inverso, di chi vive l’esperienza di una vita reale e che, pur privo di mezzi adeguati, si rifiuta di sottostare al disegno di un altro, conservando l’illusione di poter controllare la propria esistenza; infine la posizione di chi, come arbitro, non sa trovare in sé stesso gli strumenti per indagare nel profondo un mondo di cui intuisce la falsità ma che non riesce a smascherare, aspettando dall’esterno l’autorizzazione a spingere oltre la sua indagine. Gli attori in scena interpretano questi tre stati della condizione umana, circondati da un mondo di “ombre” (in questo caso cinematografiche) che, come nella caverna di Platone, sono solo il riflesso di un mondo reale e sfuggente. L’ardita scrittura meta-teatrale di Mayorga li costringe a muoversi, con la coscienza nel mondo dei nostri affetti quotidiani e con la ragione negli ambigui meandri della finzione teatrale”.
Un gioco teatrale che pone domande scottanti sulle cecità storiche di chi l’Olocausto lo vide ma non lo guardò e di chi ieri come oggi non osa indagare la verità, ma ne è passivo spettatore.
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INFO:
mercoledì 27 gennaio 2021 (spettacolo disponibile online fino a domenica 31 gennaio)
Streaming su:
www.teatrodue.org / YouTube: TeatroDueParma / Facebook: TeatroDueParma
www.elfo.org / Facebook