La compagnia ormai residente sul palco, e non solo, del Teatro Argentina – formata da Giorgio Barberio Corsetti, Giulia Trippetta, Francesca Astrei, Giovanni Prosperi e la Piccola Compagnia del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli – continua ad accogliere il pubblico nella sua casa d’eccezione domenica 10 gennaio (ore 19) per la quarta puntata di METAMORFOSI CABARET. Un appuntamento digitale che è divenuto in breve tempo consuetudine per moltissimi spettatori, il cui grande interesse è evidenziato da numeri in costante e quotidiana crescita che, ad oggi, hanno già registrato circa 26.000 visualizzazioni per un totale di oltre 70.000 utenti raggiunti, aprendo finestre di dialogo e mantenendo vivo il contatto fra pubblico e teatro.
Attraverso l’inedito format in cinque appuntamenti – 23, 27 dicembre e 3 gennaio disponibili sul canale YouTube e 10 e 17 gennaio trasmesse in streaming sulla pagina Facebook del Teatro di Roma – per un ritratto plurale di Roma a cavallo tra teatro, cabaret e racconto del presente, si riallaccia il dialogo con i tanti volti della città in compagnia di attori, attrici, musicisti/e e rappresentanti della vita associativa, che nella penultima puntata avrà, tra gli ospiti sul palco, anche i contributi di Filippo Timi, Daniele Parisi, Laura Scarpini/mk, Vania Castelfranchi del Teatro Ygramul, sempre accompagnati dagli interventi musicali di Luca Nostro e Ivan Talarico.
In un flusso leggero, spensierato, a tratti assurdo e onirico, che parte dalla città e attraversa il corpo, la letteratura antica si fa danza, per poi trasformarsi in poesia. Si comunica attraverso le parole, ma a volte queste si fanno stranamente inascoltabili, sembra dirci con ironia Daniele Parisi nel suo monologo, e sarebbe forse possibile capirsi davvero solo avendo trascorso del tempo gli uni nel corpo dell’altro e viceversa, come accadde a Tiresia, pastore indovino di cui Ovidio racconta il mito nelle sue Metamorfosi, e che viene qui interpretato da Giovanni Prosperi. Oppure ancora, «cosa accadrebbe se per comprenderci fino in fondo ognuno di noi indossasse la testa dell’altro?»: Francesca Astrei illustra le conseguenze surreali interpretando il brano Vorrei proprio sapere che cazzo c’è da ridere del regista e drammaturgo Rodrigo Garcia. Direttamente da un altro cabaret – metafisico più che metamorfico – accende poi questa puntata un ospite d’eccezione, Filippo Timi, che gioca con l’immaginario favoloso di Napoli per dar vita a una Immacolata Concezione ribaltata nel genere e trasfigurata nelle narrazioni. Un corpo in trasformazione, questa volta grazie al movimento, è anche quello di Laura Scarpini della compagnia mk, che attraverso la sua danza rivoluziona lo spazio dell’Argentina nel momento stesso in cui lo abita e lo percorre. Si torna a esplorare la periferia romana raggiungendo San Basilio, dove Vania Castelfranchi, fondatore del Teatro Ygramul, racconterà com’è cambiata la realtà del loro teatro, e del quartiere, con l’avvento della pandemia.
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METAMORFOSI CABARET
CON IVAN TALARICO I LUCA NOSTRO I GIORGIO BARBERIO CORSETTI I GIULIA TRIPPETTA I GIOVANNI PROSPERI I DANIELE PARISI I FRANCESCA ASTREI I FILIPPO TIMI I VANIA CASTELVECCHI (TEATRO YGRAMUL) I LAURA SCARPINI/ mk
E CON LA PICCOLA COMPAGNIA DEL LABORATORIO TEATRALE INTEGRATO PIERO GABRIELLI
CONTRIBUTO VIDEO E IMMAGINI TEATRO YGRAMUL
MONTAGGIO LAURA ACCARDO, ELEONORA MATTOZZI, MARIA GIOVANNA SODERO / DIVINA MANIA