Nei tempi complessi che stiamo vivendo a fronte della nuova fase di chiusura delle sale teatrali, il Teatro di Roma reimmagina anche gli spazi del Teatro Valle che, tra dicembre e gennaio, diventa un palcoscenico di lavoro come tutti gli altri, trasformandosi in uno studio di registrazione in cui più di sessanta artiste, artisti e tecnici registreranno nove radiodrammi tra scienza e fantascienza (di prossima programmazione nel palinsesto digitale #TdRonline).
Testi classici e di letteratura contemporanea italiana e internazionale proposti, fra gli altri, da Paola Rota con Silvia Gallerano, Manuela Cherubini, lacasadargilla/Lisa Ferlazzo Natoli, Roberto Rustioni, Giacomo Bisordi, Francesco Villano, Duilio Paciello, saranno accompagnati da nove podcast di divulgazione scientifica, abbinando scienza e fantascienza, teatro e divulgazione, in un percorso formativo e artistico con contenuti introdotti da esperti, giornalisti e scienziati. Una straordinaria opera comune per mezzo radiofonico, tra la voce degli interpreti e la creazione attiva degli ascoltatori, in cui l’immaginazione del pubblico darà corpo e volume ai personaggi e ai paesaggi sonori.
Il Valle, luogo della memoria per eccellenza, si trova infatti proprio in questo momento a poter ribaltare la sua condizione di “doppia chiusura” – necessaria per questioni di sicurezza strutturali e ora sanitarie – proponendosi come spazio di registrazione e avamposto dell’ascolto, ma anche e soprattutto come luogo di lavoro dove le compagnie possano tornare in prova, come già accaduto per lo spettacolo La metamorfosi di Giorgio Barberio Corsetti, e dove pubblico e artisti possano ancora una volta “incontrarsi” nello spazio virtuale di un racconto sonoro e video.
Già con il lancio della Stagione 20/21, il Teatro di Roma aveva voluto prevedere una nuova destinazione per il Teatro Valle, gioiello architettonico ricco di storia e fascino spettacolare, ripensando i suoi spazi come una cornice ideale per progetti dedicati all’ascolto, estensione della sua vocazione espositiva, con istallazioni audiovisuali dedicate al teatro – dai linguaggi classici del radiodramma e dell’intervista alle sperimentazioni dei nuovi linguaggi. Oggi, con la chiusura dei teatri, il Valle diventa centro di produzione di quegli stessi percorsi istallativi attraverso il gruppo di artisti e artiste al lavoro per produrre nuovi radiodrammi che, quando sarà possibile aprire al pubblico, trasformeranno il Teatro in una scatola sonora, luogo di fruizione di oggetti artistici d’ascolto.
In questo momento sospeso e d’attesa, vede luce dunque la riattivazione del Valle come luogo di lavoro e di ritorno degli artisti e delle artiste al suo interno. Le prove per La metamorfosi hanno segnato infatti soltanto il primo passo di una presenza che porta altre compagnie e gruppi di artiste/i ad abitare i suoi spazi, di nuovo al servizio della comunità artistica contemporanea, oltre che come luogo della memoria e Cantiere di esplorazione, ricerca e costruzione del processo creativo.
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