Max Casacci è produttore e compositore di Earthphonia, un prodotto atipico nel panorama musicale italiano contemporaneo. Pubblicato l’11 dicembre da Sugar Music/Universal Music Italia l’album musicale è accoppiato ad un libro omonimo edito da Slow Food Editore. Il libro Earthphonia è scritto da Max Casacci assieme al divulgatore scientifico Mario Tozzi e con il coinvolgimento, tra gli altri, di Michelangelo Pistoletto, Mariasole Bianco, Carlo Petrini, Vasco Brondi e Stefano Mancuso. Il libro raccoglie testimonianze sia complementari all’ascolto (che aiutano a capire il processo creativo che ha portato alla nascita di ogni brano) sia di natura scientifico divulgativa.
Tutti i brani all’interno di questo album sono il prodotto della campionatura e rielaborazione dei suoni della natura: durante l’ascolto di Earthphonia, infatti, non si incontrerà nessuno strumento musicale e nessun suono di origine antropologica. Possiamo invece sentire le vibrazioni sonore dei vulcani, il ronzio delle api, il crescere delle radici, il sibilio del vento e lo scrosciare delle onde.
Ci sono diversi esempi di album musicali costruiti grazie suoni della natura. Il più celebre è forse Songs of the Humpbach Whale del bioacustico Roger Payne uscito nel 1970. In questo disco a carattere ecologista Payne propone i canti delle megattere captati tramite un idrofono: un microfono utilizzato per registrare le vibrazioni sonore in acqua. Questo filone musicale che utilizza registrazioni di suoni della natura per la creazione di brani ricade sotto l’etichetta di ecomusicologia, ovvero lo studio della relazione tra il suono e la musica e l’ambiente naturale.
Ta’Cenc (Sounds from stones) è un ottimo esempio di questo processo di campionatura e riarrangiamento di suoni registrati. Questo brano nasce dall’esperienza di Casacci nella località Ta’Cenc sull’isola di Gozo. Qui Casacci scopre che alcune pietre, se percosse, restituiscono suoni e che i suoni generati sono in relazione armonica gli uni con gli altri. Il risultato è un brano con una forte componente ritmica e armonica dove i suoni percussivi generati dalle pietre sono protagonisti.
In Roots Wide Web (Sounds from plants) questo processo di elaborazione sonora è portato all’estremo. Questo brano, nato grazie alla collaborazione con Stefano Mancuso, ha come protagoniste le radici delle piante, radici che emettono suoni per orientarsi e sono in grado di captare frequenze sonore. Il suono impercettibile generato dalle radici, elaborato per creare un intricato intreccio sonoro, è stato registrato all’interno di una camera anecoica – ovvero un ambiente privo di qualsiasi eco e contaminazione sonora esterna.
Questo processo di campionatura, manipolazione e arrangiamento del suono al fine di ottenere materiale musicale risale agli anni ’50 del Novecento quando i primi sistemi di registrazione del suono su nastro magnetico si diffondono. In particolare, è la corrente artistica della musica concreta che fa uso massiccio di registrazioni di suoni per la composizione di brani musicali. Questi primi esperimenti però, più che a brani musicali con elementi melodici, armonici e ritmici gradevoli, portavano a brani di sperimentazione e studio sulla natura stessa del suono.
I brani di Earthphonia sono invece composizioni ritmicamente, armonicamente e melodicamente compiuti. Per esempio, The Queen (Sounds from bees) ottenuto dall’elaborazione di suoni ricavati da un’arnia, è un brano strutturato per mimare un’orchestra barocca e nell’ascoltarlo ci si immagina in mezzo all’operosità delle api. Strombolian activity (Sounds from volcanos) invece nasce dai suoni del rotolamento dei massi alle pendici dello Stromboli. Qui Max Casacci dilata, intona e arrangia questi frammenti sonori fino a restituire un affresco della potenza dell’attività vulcanica. Il risultato è un brano ritmato e vitale che testimonia una forza incontenibile.
Ascoltando Earthphonia, ci troviamo quindi davanti a una serie di paesaggi sonori, ovvero composizioni musicali frutto della combinazione di suoni provenienti dall’ambiente circostante. Nonostante in Earthphonia Max Casacci modifichi profondamente i suoni registrati in modo che siano funzionali all’architettura dei brani, ogni pezzo rimane un ritratto sonoro dell’ambiente di riferimento. Mentre ascoltiamo Strombolian Activity (Sounds from volcanos), non siamo di fronte ad una registrazione vergine dei suoni alle pendici di Stromboli, siamo però testimoni della forza immensa di un vulcano. Quando ascoltiamo The Queen (Sounds from bees) non sentiamo (solamente) il ronzio delle api ma siamo immersi nell’operosità delle api, e nella loro attività frenetica. E queste testimonianze sonore presentate da Max Casacci sono coniugate ritmicamente, armonicamente e melodicamente in modo da essere comprensibili e piacevoli per l’ascoltatore.
Delta (Sounds from air) è un brano che nasce come commissione dell’Ente Delta del Po della Regione Emilia-Romagna. Questo brano rappresenta l’aria, ed è stato sviluppato con l’arrangiamento del canto degli uccelli e il rumore del vento e dei tuoni e il risultato è una atmosfera eterea e sospesa: una mappa sonora del Delta del Po. Oceanbreath (Sounds from the sea) invece nasce come collaborazione con Worldrise Onlus, ente che si occupa di salvaguardia dei mari. L’incipit di questo brano è il respiro del mare, respiro che si fa via via più affannato e pesante fino a culminare in un grido di allarme a ricordare i rischi di uno sconvolgimento climatico pendente sull’ecosistema marino. Proseguendo con l’ascolto, si ha la sensazione di essere avvolti da un mondo di suoni ai quali non abbiamo mai fatto attenzione e sorge l’idea che oltre a noi vi è un altro pianeta sconosciuto.
Il compositore statunitense John Cage sosteneva che siamo immersi nella musica e questa si trova sempre tutta attorno a noi, basta soffermarsi e ascoltare le vibrazioni che ci circondano. Mentre il musicista futurista Luigi Russolo declinava questo concetto di musica come vibrazione che ci circonda in qualsiasi momento attraverso i suoni della città e della modernità, Max Casacci declina questo concetto attraverso i suoni della natura. Come per Luigi Russolo, la scelta di Max Casacci è figlia della storia, ovvero influenzata delle forze che oggi spingono verso una più attenta considerazione verso la natura e l’ambiente. La musica è sì vibrazioni intervallate da silenzi, ma sta al musicista scegliere a quali vibrazioni dare risalto. Earthphonia è quindi un prodotto rappresentativo di questo particolare momento storico, un momento nel quale siamo alla ricerca di un nuovo equilibrio con la natura, e di un nuovo spazio da occupare senza ledere gli altri abitanti del pianeta. A mio parere il protagonista di questo disco non è la natura, piuttosto è l’uomo e la sua percezione dell’ambiente circostante.
Earthphonia di Max Casacci è un progetto complesso, risultato di una importante mole di lavoro e studio. Le fonti sonore dalle quali nasce questo disco, seppur processate attraverso strumenti digitali, sono chiaramente riconoscibili e costituiscono i mattoni per la costruzione di complesse architetture sonore. Il disco è un prodotto autentico e piacevole, adatto sia all’easy listening che ad un ascolto più approfondito.
****
Brani:
1. Delta (Sounds from air)
2. Watermemories (Sounds from water)
3. Ta’Cenc (Sounds from stones)
4. Oceanbreath (Sounds from the sea)
5. Roots Wide Web (Sounds from plants)
6. Strombolian Activity (Sounds from volcanos)
7. The Queen (Sounds from bees)
8. Terre Alte (Sounds from mountains)