Ci sono storie alle quali non viene quasi mai riservata attenzione: stupisce che spesso raccontino di chi non accetta di conformarsi alle aspettative generali, di chi dice “no” quando ci si aspetterebbe un “sì”, di chi segue idee e comportamenti differenti da quelli degli altri? Eppure, quei momenti segnano davvero la Storia e hanno la capacità di farla svoltare in direzioni nuove, se solo si dà loro voce.
Paolo Colombo, professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso l’Università Cattolica a Milano, dove insegna anche Storia contemporanea, dopo due stagioni di grandi successi al Teatro Carcano, propone a marzo e aprile tre avvincenti “assaggi” online degli history telling previsti per la stagione 2020/2021: soprattutto oggi serve infatti pensare con la propria testa, recuperare la capacità di dire “no” a ciò che non ci sembra giusto, tornare ad ascoltare storie dimenticate e diverse.
Storie “controcorrente”.
I tre appuntamenti saranno visibili gratuitamente al link https://www.youtube.com/user/TeatroCarcano dal primo giorno di pubblicazione a tempo indefinito.
CONTROCORRENTE è realizzato grazie alla collaborazione tra Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, Centro di Produzione Multimediale dell’Università Cattolica e Storia & Narrazione.
info@teatrocarcano.com – + 39 02 55181377 (WhatsApp)
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Lunedì 15 marzo 2021 ore 20.30
Cos’altro vi serve da queste vite? Il Congo: lo sfruttamento del ‘continente nero’
di e con Paolo Colombo
Raccontare un pezzo di storia africana, quella del Congo, anche alla luce dei recenti, tragici avvenimenti costati la vita a due nostri connazionali, è un modo per puntare il riflettore su una parte di storia mondiale che si dimentica troppo spesso. Ma è anche un modo per parlare di un tema ancor più ampio: quello dell’identità ‘nera’ e dell’imposizione di modelli ‘bianchi’ a popolazioni lontanissime da essi.
Ne viene un racconto avvincente e drammatico, che parte dallo sfruttamento europeo delle terre africane, dall’ipocrisia delle versioni di comodo imposte da chi detiene il potere, dagli enormi interessi economici che ruotano attorno alle risorse minerarie africane… Un racconto che parte da lontano ma arriva dritto dritto dentro la nostra vita quotidiana di oggi.
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Lunedì 29 marzo 2021 ore 20.30
Born to be alive. Disco music e comunità gay negli anni ‘70
di e con Paolo Colombo
Ecco un’altra storia che pochissimi – soprattutto fuori dagli Stati Uniti – conoscono: quella che negli anni ’70 lega tra loro la nascita della Disco Music e il coming out dei gay a livello sociale. È una storia fatta di lotte contro l’emarginazione e la discriminazione (che accomunano agli omosessuali gli afroamericani, le donne, gli italoamericani…) e che parte dal desiderio di trovare un luogo dove sentirsi liberi creando ed ascoltando una musica nuova. Una storia di sfrenato divertimento e di sfrenata perdizione. Una storia di genialità creativa e di smaccato business.
Una storia che si può raccontare partendo da noi italiani e da come ascoltavamo la musica cinquant’anni fa.
Una storia dal ritmo incalzante come… un pezzo Disco.
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Lunedì 12 aprile 2021 ore 20.30
Gli Internati Militari Italiani: i soldati che dissero no al nazifascismo
di Paolo Colombo e Valentina Villa
con Paolo Colombo
con i disegni di Michele Tranquillini
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, più di 600.000 soldati italiani vengono fatti prigionieri dagli ex-alleati tedeschi e deportati nei territori del Terzo Reich. Verranno ripetutamente blanditi con l’offerta di tornare in Italia e combattere per la neonata Repubblica Sociale di Mussolini. Ma la quasi totalità di quei nostri compatrioti rifiuterà sempre, preferendo il lager e il lavoro forzato.
Perché? Quanto costò loro una tale, ostinata, scelta? Come mai si parla così poco di questa epopea?
Oltre mezzo milione di IMI – “Internati Militari Italiani”, come verranno chiamati, per non equipararli neppure ai ‘normali’ prigionieri di guerra – disse con caparbietà ‘no’ (quali che ne furono le molte e diverse ragioni) alle dittature più esecrabili di quel tempo.
Conoscere meglio questa storia avrebbe potuto dare un senso diverso al nostro antifascismo e alla nostra esperienza democratica e repubblicana. Ma non è mai troppo tardi.