Nell’anno delle celebrazioni del sommo poeta il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli propone PER CORRER MIGLIOR ACQUE ALZA LE VELE, un progetto teatrale e musicale dedicato al Purgatorio di Dante, che coinvolgerà un grande numero di ragazzi/e, docenti e artisti/e, nutrendo l’esperienza di chi si trova a studiare la seconda cantica della Commedia sui banchi di scuola attraverso la pratica artistica, esplorandone i temi universali, come il vizio e il perdono, e le loro connessioni con l’attualità.
L’iniziativa si inserisce nel programma DANTE A MEMORIA con cui il Teatro di Roma si unisce agli eventi in corso – grazie al contributo del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – offrendo un percorso di appuntamenti alla riscoperta dell’opera del poeta attraverso il linguaggio artistico e il dialogo con le nuove generazioni.
PER CORRER MIGLIOR ACQUE ALZA LE VELE prende il via con un ciclo di laboratori teatrali, da marzo a giugno, in undici scuole superiori di Roma e Lazio per un viaggio didattico-artistico nei versi del Purgatorio che attraverserà gli istituti del territorio cittadino: da ‘Giordano Bruno’ alla Bufalotta al centro con ‘Vittoria Colonna’ e ‘Augusto Righi’; dal Confalonieri-De Chirico’ a San Giovanni e ‘Vittorio Gassman’ a Primavalle; al ‘Virgilio’ di Trastevere e ‘Lucio Lombardo Radice’ di Cinecittà; per arrivare al ‘Santa Maria’ all’Esquilino e ‘Amerigo Vespucci’ sulla Tiburtina; passando per ‘IIS Falcone’ alla Borghesiana fino al Liceo ‘Majorana’ di Latina. Un tracciato teatrale e musicale curato da sei attori e attrici – Roberto Baldassari, Jessica Bertagni, Teresa Campus, Simonetta Graziano, Lorenzo Parrotto e Tiziana Scrocca – con il coordinamento artistico di Roberto Gandini e il supporto di Maria Irene Sarti (consulente specialistica) e Anna Leo (consulente pedagogica).
Così, la seconda cantica della Divina Commedia, quella “di mezzo”, diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia da avviare con ragazzi e insegnanti sui grandi temi legati ai vizi capitali e nuovi vizi, come l’omologazione e l’intolleranza, mettendo in discussione anche l’utilizzo contemporaneo delle parole come comunicazione, social, fake news, infopatia, rabbia, che animano pericolosamente il presente e riguardano l’intera collettività. Sarà, inoltre, un’occasione per ragionare sul nostro tempo e creare confidenza con i versi del Sommo Poeta, sfruttando gli strumenti online, video e social del Piero Gabrielli (laboratoriogabrielli.it;facebook.com/LTIPieroGabrielli; facebook.com/purgatorio21gabrielli).
Il ciclo laboratoriale confluirà in una performance finale sul palcoscenico del Teatro Argentina (in presenza, se possibile, e in live streaming), in programma il 3 giugno, con la collaborazione musicale di Roberto Gori e di Massimo Massara Sigillò per la parte corale.
«L’atipica condizione di isolamento vissuta durante il confinamento ha fatto percepire alla comunità Gabrielli la voglia di stare insieme anche se solo virtualmente. Nei vari gruppi social, i saluti, la condivisione di informazioni, i reciproci incoraggiamenti a reagire e a non sentirsi soli, sono stati la forma che esprimeva la voglia di appartenenza ad una comunità che include e integra attraverso l’arte teatrale – commenta Roberto Gandini – La situazione contingente ci ha fatto scoprire nuovi mezzi espressivi non usuali per chi fa teatro. Mezzi che sicuramente entreranno a fare parte di un nuovo modo di lavoro che si attuerà anche dopo la pandemia». Parole che sostanziano l’impegno mai interrotto del Piero Gabrielli che ha dovuto far fronte alle limitazioni imposte dalla pandemia, registrando un grande coinvolgimento da parte dei ragazzi con numeri notevoli: in piena emergenza Covid nel 2020 sono stati coinvolti circa 2.443 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, di cui il 816 con disabilità, in attività online e in presenza, operando nelle scuole di Roma di ogni ordine e grado, e privilegiando gli istituti scolastici con maggiore presenza di alunni disabili e più elevato tasso di dispersione scolastica; oltre all’impiego di circa 60 scritturati, tra artisti, tecnici e maestranze, per un totale di 2260 giornate lavorative.
L’emergenza pandemica ha costretto a rimodulare il lavoro teatrale, ma ha anche scardinato una serie di punti fermi per le persone con disabilità, che faticosamente cominciavano a uscire dal proprio mondo chiuso e astratto per entrare in quello fisico e tangibile del teatro. L’intrattenimento, lo svago e il divertimento sono sembrati improvvisamente superflui e inappropriati in un contesto dominato da dolore e sofferenza. Eppure, le prime proposte, affiancate a quelle di protezione e cura, sono state le iniziative che avevano a che fare con il desiderio di distrazione, la voglia di uscire dall’isolamento, il desiderio di stare insieme. Ed ecco il senso della sperimentazione, nel progetto Gabrielli, di nuove strategie nella cornice di un sistema comunicativo mai utilizzato nell’ambito delle pratiche teatrali, come per l’esperienza collettiva di costruzione musicale della canzone Chiuso dentro casa (www.youtube.com/watch?v=UTSH5hKLgyc).
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