Sarà inaugurato giovedì 8 aprile, nella sede dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo Studio Paolo Ketoff, uno studio di ricerca per la musica elettronica e le nuove tecnologie, centro permanente di formazione, produzione e ricerca musicale primo nel suo genere tra le Fondazioni Lirico-Sinfoniche. L’Accademia è la prima Istituzione quindi che apre alla musica elettronica attraverso un laboratorio di ricerca accessibile a studenti, compositori, musicisti e ricercatori – e pone uno sguardo alla musica del futuro con una visione allargata alle sconfinate potenzialità che l’elettronica può offrire ai nuovi autori e anche al repertorio della musica sinfonica e da camera. Concepito come un laboratorio creativo aperto, lo Studio Ketoff sarà presto connesso a realtà internazionali: a disposizione dei compositori, musicisti e studenti saranno i mezzi più avanzati e i più moderni supporti professionali di cui si avvale oggi la produzione musicale come sistemi di intelligenza artificiale e di analisi acustica per gli strumenti d’orchestra. L’inaugurazione del laboratorio, dedicato alla figura dell’ingegnere del suono di origini russe e figura emblematica della ricerca sperimentale musicale degli anni Cinquanta e Sessanta, inventore di uno dei primi sintetizzatori, è in occasione del centenario della nascita di Ketoff – il cui archivio è stato donato all’Accademia di Santa Cecilia dai figli Andrea e Fulvia – e risponde alle esigenze di avere a Roma un centro tecnologicamente avanzato nell’ambito di un programma che colloca con autorevolezza la musica elettronica nel percorso formativo, produttivo e di ricerca dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La dedica a Paolo Ketoff è un tributo a un uomo dall’inventiva multiforme e al suo interesse appassionato per la musica elettronica, al suo sapere tecnologico e al prodigioso orecchio assoluto messo al servizio dei musicisti. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta le sue macchine – i sintetizzatori musicali Fonosynth e Synket – hanno aperto gli orizzonti della creatività sonora internazionale, nella musica d’avanguardia e nella musica per film.
“Solo la nostra perseveranza”, afferma il Presidente Michele dall’Ongaro “ha consentito di concretizzare le intuizioni, le aspettative e le volontà dei musicisti ci hanno preceduto. La direzione del laboratorio l’abbiamo affidata al compositore Michelangelo Lupone, che ne gestirà le attività come un ‘Hub culturale’, un polo rivolto alla formazione dei giovani musicisti, al sostegno di attività sperimentali e di ricerca, alla collaborazione con le arti della visione e del teatro.”
Il percorso dedicato alla musica elettronica e all’importanza della valorizzazione del legame tra musica e scienza è iniziato nel dicembre 2020 con il sostegno di Leonardo con i webinar – realizzati in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma e il CRM – in diretta dalla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma coordinati da Michele dall’Ongaro – compositore e Presidente-Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia – ai quali hanno partecipato personalità illustri legate al mondo della musica contemporanea e che si concluderà con una mostra dedicata all’opera di Ketoff che si inaugurerà entro giugno.
Uno sguardo al futuro e uno al passato, quando già negli anni Sessanta la necessità di un laboratorio per la musica elettronica, da realizzare con l’Accademia di Santa Cecilia, era stata espressa e dibattuta dai musicisti che animavano la scena romana dell’avanguardia. Nel 1969, in anticipo sulle mode e le politiche culturali dell’epoca, Franco Evangelisti aveva ideato, con l’adesione unanime del Consiglio Accademico, un ‘Centro per la sperimentazione sonora’ che non fu realizzato allora solo per la mancanza di fondi per l’acquisto di apparecchiature elettroniche. Nel 2000 l’allora Presidente Luciano Berio, in una assemblea degli Accademici, aveva nuovamente ribadito la volontà di realizzare un centro per la musica elettronica all’Auditorium Parco della Musica.
Paolo Ketoff nato a Roma nella famiglia russa del giornalista Konstantin Ketoff, della madre Zina si sa solo che aveva frequentato a Mosca la scuola di pittura del Fante di quadri (Bubnovyj valet) e conosciuto Michail Larionov e Natalija Gon
arova, che saranno spesso ospiti dei Ketoff durante i loro soggiorni romani. Ha due fratelli: il grafico Ivan e l’architetto Serge (1918-2005), che nel secondo dopoguerra diventerà famoso in Francia. Il suo primo contatto con il mondo del cinema è come attore: recita in una pellicola propagandistica, firmata da Giorgio Ferroni nel 1940, Ebbrezza del volo, in cui si celebrano le imprese di un gruppo di aspiranti aviatori. Nello stesso anno si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, Sezione Fonici e Tecnici del Suono. Nel 1941 è chiamato alle armi e inquadrato nel 52° Reggimento Fanteria; l’8 settembre 1943, all’indomani dello sbandamento dell’esercito, raggiunge le truppe alleate, alle quali mette a disposizione le sue competenze tecniche; ingaggiato dall’esercito americano, arricchisce la propria esperienza nel campo della radiofonia e delle comunicazioni, partecipando ai lavori di ripristino e messa in opera degli studi RAI distrutti durante la guerra (Napoli, Roma, Firenze, Bologna e Genova); negli anni seguenti l’esperienza fatta lo aiuta ad affrontare qualsiasi problema tecnico, creando l’oggetto in grado di risolverlo. Alla fine della guerra torna a lavorare nell’industria cinematografica e prende parte alla produzione di diversi film, come fonico per la presa diretta. Contemporaneamente partecipa alla costruzione degli impianti dello stabilimento di doppiaggio della Titanus in Via Margutta; la società gli affida anche il sonoro di due importanti produzioni del 1953: Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini e Café Chantant di Camillo Mastrocinque; dal 1953 al 1957 gli è affidato lo Studio di registrazione della RCA. Nel 1957 passa a lavorare negli studi della Fonolux S.p.A., dove rimane fino all’aprile 1965 come direttore tecnico, poi dal 1966 diventa progettista freelance di studi di registrazione e costruttore di apparecchiature personalizzate. In questi anni partecipa alla realizzazione della colonna sonora di film come Kapo (1959) di Gillo Pontecorvo, Il Generale della Rovere (1959) di Roberto Rossellini, L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni, Banditi a Orgosolo (1961) di Vittorio De Seta e altri; scrive anche articoli per le riviste specializzate “Discoteca” e “Musica e Dischi”.
Il contesto sperimentale in cui Ketoff si muove è in stretto contatto con il mondo della produzione musicale ‘applicata’, un contesto in cui spesso gli stessi compositori erano dotati di ottime competenze tecniche. Considerandosi un liutaio al servizio dei musicisti, nel 1957-1958 alla Fonolux inventa insieme al compositore Gino Marinuzzi jr. (1920–1996), significativa figura della Roma elettroacustica degli anni Sessanta, il primo strumento elettronico per la sintetizzazione dei suoni: il Fonosynth. Successivamente, nel 1964-1965, da solo, brevetta un altro strumento per eseguire musica elettronica direttamente in orchestra, il Synket (al quale lavora per oltre quindici anni), esposto alla ХLII Biennale di Venezia (oggi al Museo della scienza e della tecnica di Monaco di Baviera). Alla fine degli anni Sessanta la personalità di Ketoff e il rilievo del suo lavoro sono riconosciuti in ambito internazionale: ad es., realizza la parte elettronica di alcuni brani dei Song Books di John Cage per il concerto parigino del 26 ottobre 1970. Le sue invenzioni gli portano la fama nel mondo musicale: diventa leader dell’avanguardia musicale italiana insieme ai compositori Domenico Guàccero (1927–1984), Franco Evangelisti (1926–1980) e Egisto Macchi (1928–1992). Con loro nel 1956 crea un Centro di musica elettronica presso l’Accademia filarmonica romana e nel 1967-1968 lo Studio sperimentale R7, la cui ambizione era finanziare la ricerca e la sperimentazione con un’attività imprenditoriale multiforme che spaziava dal noleggio delle apparecchiature alla fornitura di service audio, dal doppiaggio e la sonorizzazione all’affitto dello studio. La moglie Landa Ketoff (1922–2011) è stata una famosa giornalista musicale.
Michelangelo Lupone La sua attività si distingue per l’approccio interdisciplinare che ha permesso l’integrazione dell’ambito musicale con quello scientifico e tecnologico. Scrive musica per solisti, ensemble, orchestra con elettronica. Per la realizzazione di proprie opere ha progettato due sistemi digitali innovativi: Fly10 (1983) e Fly30 (1989). La collaborazione con artisti visivi e coreografi come Momo, Pistoletto, Uecker, Moricone, Galizia, Paladino, ha segnato un percorso artistico che sempre più si è rivolto all’uso integrato dell’ambiente di ascolto, dando origine a grandi installazioni musicali basate su tecnologie d’invenzione Tubi sonori, Planofoni®, Olofoni, Schermi riflettenti; Opere ambientali permanenti e Strumenti aumentati (Feed-Drum, SkinAct, WindBack). Ha ricevuto premi e riconoscimenti dall’Accademia Ungherese delle Scienze di Budapest, dalla Japan Foundation, dal MIUR, e dal Ministero della Cultura Francese. Ha ricevuto inoltre incarichi di consulenze dalla Texas Instrument, dal Centro Ricerche Fiat e commissioni da Istituzioni musicali (Tanzhaus di Dusseldorf, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Regio di Parma, Kyoto Philarmonic Orchestra, INA-GRM, Festival Aujourd’hui Musique, GRAME). Nel 2004 la Soprintendenza archeologica di Pompei gli ha commissionato un’istallazione permanente interattiva nella Palestra grande degli Scavi di Pompei e nel 2014 ha ricevuto una commissione dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma per la creazione di un’opera musicale adattiva (permanente) per le fontane del museo. Co-fondatore e direttore artistico del Centro Ricerche Musicali – CRM di Roma.