Si è spento all’età di 66 anni, all’ospedale sirio libanese di San Paolo del Brasile, Ismael IVO, coreografo internazionale e danzatore afro brasiliano, dopo un mese di ricovero, vittima della pandemia Covid19.
Dal 2005 al 2012 Direttore del settore Danza alla Biennale di Venezia, aveva saputo ammaliare con la sua capacità comunicativa nel radunare artisti e creativi da tutto il mondo, stravolgendo per le scelte proposte e l’ecletticità con cui riusciva a fare interagire culture altre.
Mentore, oltre che maestro per i giovani danzatori dell’Arsenale Danza di Venezia, per i quali ha firmato alcune scritture coreografiche, quali Oxygen, Babilonia, Il Terzo Paradiso, The Waste Land, Biblioteca del Corpo.
Con l’allora direttore Paolo Baratta si era instaurata una sinergia speciale, per cui IVO, con empatia, riusciva a condurre per mano lo spettatore, facendolo calare perfettamente nella dimensione della rassegna del Festival, con un filo conduttore sempre chiaro e preciso nel suo contenuto artistico.
Nella fucina dei laboratori teatrali e luoghi performativi lungo i canali lagunari di Venezia, da cui Ismael stesso attingeva ispirazione nelle edizioni che ha diretto, ha proposto e rotto con gli stereotipi per cui il pensiero conservatore relega l’arte della danza contemporanea spesso in un mero e puro gesto estetico.
Under Skin, Body & Eros, Beauty e Body in Progress sono i titoli dei festival da lui diretti che hanno portato a re-identificare il rapporto del corpo al centro dell’attenzione creativa del gesto artistico nel e con movimento, in progressione, scavando sotto pelle, ponendo sotto i riflettori stereotipi e tabù ancora vigenti nel terzo millennio, per dare estrinsecazione alla bellezza, senza escludere l’eros, inteso spesso e solo, come pruderie.
Invitato presso l’Accademia D’Arte Drammatica P. Grassi di Milano nella sezione di Teatro Danza, diretta da Marinella Guatterini, nel 2004, per e con gli Allievi, crea il progetto coreografico Medea Material. Nel 2007 è testimone al Teatro DUE di Parma con l’assolo struggente “Delirium of Childhood”.
“La Danza, può incidere sulla realtà contemporanea, come strumento di trasformazione, influenzando il percorso personale e sociale di una moltitudine di individui, ridefinendo la vita e il destino di giovani di talento”. Ismael IVO
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Lente d’ingrandimento su Ismael IVO
Performer, danzatore e coreografo , attivo in Germania, Ismael IVO, intreccia la scrittura di danza europea e nordamericana, con una cultura del corpo, che affonda nelle sue origini. Nato a San Paolo del Brasile, dove ha studiato danza e recitazione, vincendo il premio come migliore danzatore solista nel 1979, 1981 1982, chiamato a New York e poi a Berlino, da cui gli inizi del suo percorso artistico. Nel 1983, diventa membro della Compagnia Alvin Ailey Dance Center, la prima multiraziale, che mescola con geniale maestria, i generi della danza classica, moderna, jazz e afro. Dal 1985, IVO, collabora in Europa a Berlino, con Johann Kresnik, portavoce del TanzTheater, ed esponenti massimi del teatro Butoh, quali, Ushhio Amagatsu e Sankai Juku. Numerose le partiture coreografiche firmate come autore ed interprete, tra cui si ricorda, Tristan und Isolde, realizzato insieme alla danzatrice Marcia Haydée, per il Theaterhaus di Stoccarda. Con la coreografia Aura, un omaggio a Miles Davis e Alvin Ailey, premiato nell’ottobre 2000. Nel 2001, la creazione Medea e nel 2002, Callas. Nel 2005 riceve il prestigioso “Premio Time Out Award for the most outstanding, performance of the year”, per l’interpretazione di The Maids, tratto dall’omonimo testo di Jean Genet, partner di Koffi Koko, per la regia di Yoshi Oida (l’attore feticcio di Peter Brook). Alla Biennale Danza di Venezia, dove IVO, ha ricoperto il ruolo di Direttore Artistico, ha presentato un assolo dedicato al fotografo Robert Mapplethorpe, estratti da Gabriel Garcia Marquez.