Il libro Anime semplici (Graus Edizioni, pp. 96) dell’attore Corrado Taranto, figlio di Carlo e nipote diretto di Nino Taranto, è un lavoro che trasporta il lettore in una realtà ucronica, attraverso le (nuove) vite di personaggi, più o meno famosi, che a suo tempo hanno cambiato il corso della storia. Fa da sfondo un’Italia che non è mai stata unita, dove il Sud è ancora Regno e gestisce, attraverso l’industria e il lavoro, un Nord povero e malfamato.
“È il libro di un ‘auttore’ – scrive nella prefazione il noto attore Massimiliano Gallo – avete letto bene: auttore! Un attore/autore e viceversa. Chi meglio di un attore può vivere mille vite? Immedesimarsi in un personaggio? Scavare intimamente nell’importanza dell’animo umano? E Taranto lo fa, fino in fondo. […] Con grande sensibilità affronta i fatti della ‘nostra’ storia. Ma li legge con un’ottica tutta nuova: scende con i personaggi in prima linea in una sorta di ‘viaggio nel tempo’”.
Il narratore impersona, di volta in volta, personalità storiche e controverse, proiettandoci, attraverso i loro occhi, nelle ultime fasi della loro esistenza. Come nel racconto “E se Garibaldi avesse perso la guerra”:
“Il mio corpo è morto proprio alle prime luci dell’alba, il 5 maggio 1860, durante uno scontro con dei giovani vestiti con delle camicie rosse. […] Un colpo amico mi centrò in piena fronte. E fu così che in quella calda mattina lasciai quel giovane corpo… senza aver capito perché”.
Passando da Hitler a Marilyn Monroe, dal fioraio di Al Capone al kamikaze delle Twin Towers, eventi storici noti e realtà appena immaginate diventano reali tra le pagine di questo manoscritto, fornendo un epilogo alternativo alle storie che tutti conosciamo. È il modo che Taranto sceglie per trovare un’altra possibile soluzione rispetto a quanto in realtà è successo. Racconti divertenti, ironici e a tratti malinconici che invogliano il lettore ad andare avanti.
La scrittura ci consente anche di poter riscrivere la storia, di analizzare da un altro punto di vista gli avvenimenti passati, ed è proprio questo che fa Corrado Taranto: un viaggio nel passato – soffermandosi su alcuni momenti o personaggi – con epiloghi inaspettati.
“Ed eccomi qua, padrone di una vita che ho voluto fosse la mia vita, occhi che guardando alle mie spalle mi mostrano il passato e guardando davanti a me si aprono su un orizzonte infinito, che dà un senso di pace, che dà un senso di vuoto”.