Con la scomparsa di Christa Ludwig il mondo della musica perde la protagonista di un’epoca luminosa e irripetibile. Erede diretta di una cultura interpretata con mezzi vocali e intelligenza musicale infallibili, la Ludwig è stata artista di riferimento in un repertorio che spazia da Mozart a Wagner e Strauss fino a Verdi e al Lied.
È Karajan a portarla alla Scala nell’aprile 1958 come Waltraute in Die Walküre insieme a Suthaus, Rysanek e Nilsson, mentre pochi mesi più tardi Georg Szell la dirige nella Missa Solemnis.
Nel 1960 è Barbarina nelle Nozze di Figaro dirette da Karajan con Sena Jurinac e Graziella Sciutti, ma soprattutto Adalgisa nella registrazione di Norma con Maria Callas e Franco Corelli sotto la guida di Tullio Serafin.
Nel 1961 è per una sera la Principessa Eboli nel Don Carlo diretto da Gabriele Santini accanto a Leyla Gencer. Nello stesso anno porta a Milano il suo leggendario Oktavian in uno storico allestimento di Der Rosenkavalier diretto da Karl Böhm con Elisabeth Schwarzkopf.
Torna in concerto nel 1969 con Das Lied von der Erde diretto da Eliahu Inbal e nel 1971 con un insolito impaginato diretto da Zubin Mehta che accosta i Kindertotenlieder di Mahler alla Nona di Beethoven.
Claudio Abbado la dirige nel 1975 in un concerto per gli studenti in Conservatorio con i Lieder da Des Knaben Wunderhorn insieme a Siegmund Nimsgern, mentre nel 1978 è la volta di un recital di canto interamente dedicato a Schubert insieme al pianista Erik Werba.
L’ultima apparizione scaligera di Christa Ludwig risale al 1992 e si colloca nella Stagione della Filarmonica con i Rückert-Lieder diretti da Riccardo Muti.