Barbara Gabriella Renzi ha studiato filosofia, lingue e psicologia in Italia e nel Regno Unito e insegna italiano agli stranieri presso la Technische Hochschule (TH) di Colonia, ed è una scrittrice stellare in viaggio nel mondo complesso di essere donna. Ha pubblicato libri di filosofia e antropologia in italiano e in inglese. Ha tradotto storie di vita e racconti sui “The Troubles” nord-irlandesi. Ha scritto fin da quando era una bimba. La sua prima storia s’intitolava “Marzietto e Marzieto: i due fratelli stellari”. Aveva sette anni. Ha pubblicato sia storie brevi sia poesie: “Scaglie di Sapone”, un libro di racconti poetici, e “Storie di Donne” (PAV edizioni), “Storie Stellari” (Ensemble), “Donna. Filari d’alberi in voci” (Edda edizioni), “Voci di Stelle” (CTL edizioni). Ha curato due antologie con la PAV edizioni “Parole migranti” e “Il presente nel dopo”. È in uscita con Gpm edizioni “Le porte delle parole: microcosmo d’anime”. Si potrebbe aggiungere molto altro. Ma lasciamo che siano le sue parole a raccontarci qualcosa in più.
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Ci vuoi raccontare di cosa parla questo tuo ultimo lavoro letterario?
Il libro è composto da brevi storie, in alcuni case il mondo interiore e quello esteriore si incontrano attraverso metafore visive e immaginifiche. Squarci di inconscio appaiono per spiegare la vita, come nel caso di streghe, di mostri che mangiano le povere e bambine minute come una mano che ci trasportano in giardini segreti. In altri le storie sono realiste e secche e raccontano la vota senza veli e senza immagini. Il mio non è un libro per bambini, ma uso un tono fiabesco per raccontare il duro e il bello della vita, cercando di seguire le orme dell’umanità, in fondo le fiabe hanno sempre fatto così. Johanna Finocchiaro ha scritto l’introduzione di questo testo e colgo qui l’occasione per ringraziarla.
C’è un altro libro a cui sei particolarmente legata, anche non tuo? E perché?
Nella mia memoria non rimangono libri precisi con titoli e dati di pubblicazione, non sono una storica o forse non sono semplicemente interessata a date e a numeri. Nella mia mente si posano sensazioni come un retrogusto dolce, amaro, forte e indimenticabile: sono le spore di versi sparsi, immagini che si inseguono, si scontrano e si incontrano, colori che definiscono le forme. Alle opere si attaccano colori e ritmi che scandiscono memorie. Se devo essere più precisa mi è sempre piaciuta la letteratura dell’impero austro-ungarico, scritta in lingua tedesca. Ricordo ancora con piacere gli scrittori della Vienna di fine secolo, quella che Karl Krauss aveva definito come il laboratorio della fine del mondo. Ho amato anche Joseph Roth in gioventù e, tornando più vicino a noi spazialmente, ho amato Montale.
Qualche riconoscimento, anche personale, di cui vai fiera?
Se parli di premi e riconoscimenti, ne ho vinti, ma il riconoscimento più grande viene dai bambini. Ho scritto delle storie per bambini che in questo momento vengono raccontate ai bimbi da una mia amica, maestra elementare e i bambini le adorano. Appena avrò avuto la loro approvazione le spedirò per pubblicarle. A dire il vero mi sono arrivati anche dei commenti non completamenti soddisfatti sulla storia del pinguino-orologio: sto cercando di renderla più adatta ma forse quella è proprio un racconto per grandi. Vi saprò dire…
Quale peso o responsabilità credi che abbia la cultura nella società di oggi, anche alla luce del drammatico momento che stiamo vivendo?
La cultura ha sempre una grande responsabilità ma mi chiedo quale cultura? Dove? Dove si è nascosta? Forse si è nascosta nei cassetti sempre disordinati o è finita tra gli ingredienti di una torta e l’abbiamo inghiottita, digerita e rifatta? Forse grazie a un raggio cosmico è divenuta trasparente. Pandemia o non pandemia bisogna fare le cose seriamente e le favole ci insegnano che senza attenzione e con la superficialità delle chiacchiere veniamo mangiati dal lupo nel bosco e non sempre ci sono i cacciatori a salvarci, anche perché io preferirei essere salvata dalla nonna. Le nonne ne sanno di cose: tutta una vita sulle spalle, madri prima e poi madri delle madri vuoi paragonare una nonna a un cacciatore? Non credo che ci possa essere paragone: le nonne vincono sempre, soprattutto quella di mio figlio, che saluto.
Prosa e poesia. Quale di queste due modalità espressive senti più tua e perché?
Non so la mia prosa è sempre molto ritmata, quasi poetica. A volte talmente densa di immagini, che bisogna staccare gli occhi dal foglio prima che un folletto ci tiri il naso. Scherzo! Adoro entrambe. Ecco un brano tratto “Voci di stelle”, pubblicato con CTL editore: “Filava, fra le mani filava il dramma della/ memoria e cuciva, fra i gradini cuciva sullo/ schermo le ombre./ La lanterna magica masticava il vetro/ bruno tabacco; trasparente la musica s’inchinava/ lievemente e scivolava fra i tendaggi/ accostati, impacciata dipingeva di/ pallido viola due donne, lì sedute a pensare:/ tu e io, il mio passato e il mio futuro.”Questa è la parte iniziale del brano “la memoria delle donne”.
Parlando dei tuoi scritti ricordi un passo a memoria? Come mai proprio questo?
La mia memoria fa spesso cilecca: ecco se penso che imparare a memoria sia importantissimo, soprattutto per i bimbi. Ora mi viene in mente questa poesia, scriita in adolescenza: “S’annuvola la sera in pensieri/ e in immagini si sfalda.” (Mnamon, 2018, “Schegge di tempo”) Erano preoccupata quella sera e mi osservano come in uno specchio, notando quanto le immagini con il sonno si disperdevano sul cuscino.
Sicuramente i lettori di Teatrionline vorranno sapere: qual è il tuo rapporto con il teatro?
Scrivo anche per il teatro: ho un racconto corale sulle donne, strutturato con immagini, monologhi e dialoghi. Mi metti in contatto con un regista? È un testo che parla di ingiustizia e forza prendendo a spunto immagini fotografiche. Deriva da un libro pubblicato con la PAV, “Storie di Donne”. Aurora di Giuseppe mi ha spinto a scriverlo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho scritto con Chiara Rantini: “il rosso e il blu”, un libro di poesie che spero trovi presto una casa editrice. Il sole scende nel mare e si bagna, sparendo: era l’immagine prima alla base di questo testo. Ho coinvolto Chiara, semplicemente perché è brava e ogni tanto ci sentiamo e parliamo della vita. Sono i colori che danno la forma alla vita, che danno la forma. Punto. Questo dice la pittrice in me e ci sono poesie che sono blu e alcune sono rosse: noi vi presentiamo le nostre in questo futuro libro. Quali sono le poesie blu? E quali quelle rosse? Chiudete gli occhi e immaginate i colori, quali sensazioni vi danno? Abbiamo suddiviso le poesie in accordo a quelle sensazioni. Non scrivo per abbracciare il lettore e nemmeno per far in modo che cuore rimi con amore: scrivo per parlare di emozioni e nominarle, una volta nominate diventano individui unici e sono parte di noi, come un personaggio che conosciamo ma che non ci trasporta e non ci comanda. Conoscere le emozioni, solo le parole per nominarle è qualcosa di importanza fondamentale, nel mio lavoro di terapeuta rientra sempre questo aspetto. Descriverle ci aiuta a capirle e quello che è conosciuto spaventa sempre meno. Capire e nominare le emozioni ci aiuta a comprenderci meglio e a guidare la nostra vita, passo dopo passo, emozione dopo emozione. In fondo è proprio l’intelligenza emotiva quella che garantisce i migliori risultati. Con un gruppo di amici lavoriamo anche all’erboristeria delle lettere. Chiara Rantini, Anna Rampini, Stefano Toson e Benedetto Glielmi: ecco chi siamo. Non solo sulla nota romantica di una idea che vede la natura riflettere i nostri stati d’animo, intrecciamo natura e letteratura in pensieri ed emozioni. Pubblichiamo articoli sul Corriere della Puglia e Lucania e abbiamo tanti progetti di condivisione e crescita. Vediamo anche la letteratura come modalità pedagogica e ricerca del senso della vita, essenziale come gli alberi e le piante: sono le lettere e la vegetazione il nostro ossigeno, parte di noi e con noi le vogliamo far crescere. Finisco con il donarvi una delle mie poesie ancora inedita, uscirà in versione inglese con CTL editore.
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SEI DONNA di Barbara Gabriella Renzi
Quando il tuo volto si smembra fra gli altri volti
ricordati
chi sei donna.
Sei la pioggia che lava la polvere della solitudine.
Sei il vento che disperde paure.
Sei rughe, tempo amato e sogni vissuti.
Sei onde che superano i timori e disegnano la sabbia.
Sei impronte che tracciano i segni dei cammini futuri.
Sei la lama che taglia la roccia in segmenti di passione.
Sei donna.
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Barbara Gabriella Renzi è una scrittrice stellare, in viaggio nel mondo complesso di essere donna.