Johannes Brahms Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 73
Un poco sostenuto – Allegro
Andante sostenuto
Un poco Allegretto e Grazioso
Finale. Adagio. Più Andante. Allegro non troppo, ma con brio
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Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Claus Peter Flor Direttore
A partire dal 26 febbraio 2021, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ha reso fruibile sul portale streaming (streaming.laverdi.org) la Sinfonia n.1 in do minore op.68 di Johannes Brahms, interpretata dal Direttore Musicale di Largo Mahler, Claus Peter Flor.
Una volta cominciata l’epopea sinfonica del grande compositore amburghese, non resta che proseguirla, e offrire alla rete la Seconda Sinfonia in Re maggiore op.73, disponibile online a partire da venerdì 16 aprile alle ore 21.
Due lavori sinfonici, potrebbe dirsi, quasi opposti, sia come tempi di gestazione, sia come clima generale, sia come espressività. Se per la generazione della Prima Sinfonia Brahms aveva impiegato ben quattordici anni, per mettere al mondo la Sinfonia n.2 occorreranno solamente pochi mesi, a cavallo tra estate e autunno del 1877. Iniziata durante uno dei suoi soggiorni estivi a Portschach sul Wörther See, in Carinzia, la sinfonia fu condivisa per la prima volta in ottobre, nella versione per pianoforte a quattro mani, di fronte a una piccola platea di lusso, capeggiata, come spessissimo accadeva, dai coniugi Schumann e l’amico Joseph Joachim. E se la Sinfonia n.1 fu ribattezzata “la Decima di Beethoven”, la Sinfonia n.2, secondo alcuni, poteva rappresentare la “Decima di Schubert”, per quel suo carattere cantabile, quel suo dipanarsi serena in un clima lirico e disteso. Non è un caso che l’altro attributo che è stato conferito a questo lavoro orchestrale è l’aggettivo “Pastorale”, laddove tuttavia, in Brahms, questa caratteristica si accompagni costantemente a una interiore tensione lirica che rende “palpitanti i suoi temi anche nei momenti di più pacata distensione naturalistica”, come ci ricorda Giacomo Manzoni.
E se l’eredità brahmsiana di Beethoven, secondo Hans von Bülow, raggiunge la sua concretizzazione nella Prima Sinfonia, forse la Seconda Sinfonia rappresenta un altro esempio lampante dell’analogia compositiva tra questi due giganti della musica: il principio di rielaborazione tematica, ovvero la capacità di strutturare, a partire da cellule motiviche minute, costruzioni complesse, dense ma pienamente rispondenti alle esigenze espressive, attraverso un lavoro minuzioso di elaborazione plastica degli incisi tematici. Ed è così che il Primo movimento (“Un poco sostenuto – Allegro”) si apre con la cellula “Re-Do diesis-Re”, enunciata dai Violoncelli e dai Contrabbassi, e tale inciso, rielaborato e variato nelle più disparate maniere, sarà il filo conduttore di tutta la sinfonia, fino all’ultimo movimento, che si apre proprio con queste tre note, sotto un profilo ritmico diverso, passando per il lirico secondo movimento (“Adagio ma non troppo”), e il terzo tempo (“Un poco Allegretto e Grazioso”), che Hans Richter, alla prima esecuzione assoluta della Sinfonia, si sentì in dovere di proporre come bis, visto il clamoroso successo che ottenne.
Claus Peter Flor, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, si misura con un altro gioiello del repertorio, la seconda tappa dell’avventura sinfonica brahmsiana, venerdì 16 aprile alle ore 21 sul portale streaming dell’Orchestra.
In Streaming sul portale web dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (streaming.laverdi.org)
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Prima del concerto, alle ore 18.00, sarà possibile partecipare alla videoconferenza introduttiva su Microsoft Teams “Un Brahms gaio e innocente?”: Il 30 dicembre 1877 Hans Richter diresse i Wiener nella prima esecuzione della Sinfonia n. 2, che ebbe immediato successo. Come quella d’esordio era parsa nordica e “prussiana”, ora il pubblico trovava nella nuova la Sinfonia felix dell’autore. Natura sfuggente, Brahms la chiamò in un’occasione “una piccola sinfonia gaia e innocente”, “una suite di valzer”. Ma all’editore scrisse: “non ho mai scritto nulla di altrettanto triste: la partitura deve uscire listata a lutto”. Una ambiguità umorale che bene si cela dietro la perfezione formale, forse il culmine del sinfonismo brahmsiano. Relatore Marco Brighenti. Per partecipare scrivere all’indirizzo federica.candela@laverdi.org.
Esattamente come accade per i concerti dal vivo, laVerdi non rinuncia agli approfondimenti. Ed è così che, insieme ai concerti, anche i programmi di sala approdano online, e diventano consultabili sul portale online de laVerdi. Un ulteriore modo di rendere la fruizione musicale ancor più completa e consapevole, una strategia per avvicinare ancor di più la modalità di ascolto online a quella dei concerti dal vivo.
E’ possibile destinare il proprio 5×1000 all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, contribuendo alla missione della Fondazione: diffondere cultura, emozione e bellezza attraverso concerti, attività educative e un’offerta musicale tra le più variegate e prestigiose del nostro paese.
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Biografia
Claus Peter Flor direttore
Rispettato in tutto il mondo come direttore d’orchestra con una musicalità istintiva e incisiva, Claus Peter Flor mantiene una prestigiosa carriera internazionale, rinomata in particolare per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-germanico, tra cui Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms e Schumann. Il Maestro Flor ha anche una grande affinità con le opere di Shostakovich, così come con il repertorio ceco di Dvorak e Suk, avendo registrato molti dei loro lavori durante il suo mandato come direttore principale della Malaysian Philharmonic. Nato a Lipsia nel 1953, il Maestro Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino a Weimar e Lipsia, prima di dedicarsi alla direzione d’orchestra con Rolf Reuter e successivamente con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling. Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni. Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi presso un gran numero di importanti orchestre, tra cui la Philharmonia Orchestra di Londra, la Dallas Symphony Orchestra, la Tonhalle Orchester Zürich e la Malaysian Philharmonic Orchestra. Prima di ricoprire la carica di Direttore Musicale della Malaysian Philharmonica dal 2008 al 2014, il Maestro Flor ha ricoperto la carica di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003-08) su invito personale del loro Direttore Musicale Riccardo Chailly, dove è stato successivamente nominato Direttore Musicale dalla stagione 2017/2018, con il compito di sviluppare il lavoro dell’orchestra nel repertorio mitteleuropeo. Nella stagione 2018/2019, il Maestro Flor è nominato Direttore Ospite dell’Het Gelders Orkest. Nelle ultime stagioni, ha diretto con successo di pubblico e di critica concerti con la London Symphony Orchestra (la Sinfonia n. 3 di Bruckner) e l’Orchestra Santa Cecilia di Roma in un programma interamente dedicato a Mozart. Tra i recenti e i prossimi impegni di rilievo la collaborazione con la Het Gelders Orkest così come il ritorno alla South Netherlands Philharmonic, alla Dallas Symphony Orchestra, allo Hyogo Performing Arts Centre Orchestra in Giappone e il debutto con la Philharmonic Orchestra di Sofia. La sua grande esperienza in ambito lirico lo ha portato a instaurare una lunga collaborazione con il Théâtre du Capitôle di Tolosa, dirigendo celebri produzioni di Le Prophète di Meyerbeer, Tiefland di d’Albert e Die Walküre di Wagner. Tra le produzioni passate si ricordano Faust di Gounod, Tristan und Isolde di Wagner, Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hänsel und Gretel di Humperdinck. Per queste produzioni il Maestro Flor ha collaborato con diversi registi, fra i quali Götz Friedrich, Joachim Herz, Harry Kupfer, Nicolas Joël, Mariame Clément e Walter Suttcliffe. Altri impegni lirici includono una produzione di Siegfried di Wagner, diretto da David McVicar, con l’Opéra National du Rhin a Strasburgo, Le Nozze di Figaro e Die Meistersinger alla Monnaie di Bruxelles, quest’ultimo anche in tournée a Tokyo, Die Zauberflöte di Mozart per la Houston Grand Opera, Euryanthe di Weber per la Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra, e La Bohème per la Dallas Opera. Ha anche diretto una pletora di altri titoli con la Staatsoper di Berlino, la Deutsche Oper e i teatri lirici di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Il Maestro Flor ha una discografia ampia e diversificata, che include una serie di registrazioni di Mendelssohn con la Bamberg Symphony, recentemente ristampata dalla Sony/BMG. Il suo rapporto di lunga data con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ha anche portato l’orchestra a diventare la prima orchestra italiana a registrare tutte le Sinfonie di Mahler come produzioni concertistiche dal vivo per Idagio. Il Maestro Flor ha registrato anche l’Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n.7 e 8 di Dvorak (2012) con la Malaysian Philharmonic per l’etichetta BIS.