Sessanta spettacoli in prima italiana, oltre 500 artisti provenienti da 13 diversi paesi in 15 sedi: questi numeri imponenti della sessantaquattresima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto in programma per tre weekend consecutivi dal 25 giugno all’11 luglio. La prima edizione dell’era Monique Veaute, neo direttrice artistica (dal Romaeuropa Festival) che succede alla presenza ultradecennale di Giorgio Ferrara, si conferma all’insegna dell’eccellenza e della proposta multisciplinare fra Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attingendo ai migliori artisti e compagnie internazionali e si apre venerdì 25 giugno ore 20 in Piazza del Duomo all’insegna della musica francese di inizio Novecento fra Darius Milhaud, Erik Satie, Maurice Ravel con la Budapest Festival Orchestra al debutto al festival con il suo direttore principale e fondatore Iván Fischer. “Già esiste la possibilità di poter riaprire i luoghi della cultura nelle zone gialle – spiega nel suo intervento il Ministro della Cultura Dario Franceschini con un cauto ottimismo – lo spettacolo dal vivo si chiama così perché è nella sua natura l’esecuzione dal vivo, ma dobbiamo lavorare ulteriormente sulle nuove regole che consentano di procedere con le aperture con numeri maggiori rispetto a quelli attuali, 200 al chiuso e 400 all’aperto, naturalmente nel rispetto delle misure di sicurezza. Dobbiamo lavorare soprattutto per lo spettacolo all’aperto per poter avere delle regole che garantiscano la sicurezza con numeri alti, naturalmente guardando alla curva dei contagi. Nel prossimo incontro con il CTS avanzeremo delle proposte concrete di poter riavviare gli eventi, soprattutto all’aperto, nella piazze, nei borghi, nelle arene, in presenza”.
La città diventa si prepara a diventare ancora una volta magicamente un palcoscenico dove la realtà si sovrappone alla finzione per raccontare la nostra società nelle più diverse sfaccettature in tutti ls complessità della modernità per favorire l’incontro del pubblico animando i tre weekend da giugno a luglio in 15 luoghi unici, teatri, chiese, piazze, chiostri e palazzi storici, come il nuovo Auditorium della Stella, ex chiesa dei Santi Stefano e Tommaso, Casa Menotti, Chiesa di Sant’Agata, i Giardini della Casina dell’Ippocastano, San Simone, il Complesso monumentale di San Nicolò, la magnifica Piazza Duomo, Palazzo Collicola, la Rocca Albornoziana, ma anche il Teatro Caio Melisso lo Spazio Carla Fendi, il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, il Teatro Romano.
Il festival, che resta uno dei momenti più qualificanti della regione Umbria, identificato con la città di Spoleto, nato nel 1958 grazie alla geniale intuizione di Gian Carlo Menotti, si conferma il binomio perfetto fra classicità e modernità in un dialogo costante e stimolante favorendo le occasioni di incontro del pubblico.
Ottimismo nel futuro da parte della neo direttrice artistica Monique Veaute che illustra un ricco programma all’insegna della interdisciplinarità che torna a puntare molto sulla musica senza tralasciare il forte impulso dato alla prosa da Ferrara nel corso degli ultimi anni.
“Sono rimasta fortemente colpita dal rapporto fra città e cittadini, nell’incontro fra antico e contemporaneo a Spoleto che è una città medievale contaminata con la contemporaneità – spiega la Veaute che ricorda quanto sia importante il rispetto delle norme sanitarie nel festival ricordando l’assenza di contagi nella pur ridotta scorsa edizione del festival – Un connubio che funziona perfettamente e che sarà ulteriormente rafforzato nei prossimi anni”.
La musica torna a a essere il cuore pulsante della programmazione con l’avvio, già annunciato qualche mese fa, della residenza quinquennale a Spoleto della Budapest Festival Orchestrae dell’Accademia e dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, protagonista, domenica 27 in Piazza Duomo con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Pascal Rophé per l’esecuzione di Oedipus rex di Igor Stravinskij, omaggio al compositore russo nel cinquantesimo anniversario della scomparsa con un cast strepitoso che riunisce llan Clayton, Anna Caterina Antonacci, Andrea Mastroni, Mikhail Petrenko, John Irvin con la voce recitante recitante di Pauline Cheviller.
Affidata all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia la chiusura del festival, domenica 11 luglio in Piazza Duomo, con un concerto diretto da Antonio Pappano per un concerto a cavallo fra Oriente e Occidente fra Rossini Rimskij-Korsakov e il violino di Friedemann Eichhorn per 1001 Nights in the Harem del compositore turco Fazıl Say. Tornano i concerti di mezzogiorno del primo weekend (25-27 giugno) con una rassegna di otto appuntamenti da camera a cura di musicisti ed ensemble della Budapest Festival Orchestra, con una proposta che dal Barocco arriva al secondo ’900, passando da pagine per archi di Dmitri Šostakovic, Ernő Dohnányi e Astor Piazzolla. Spazio ai concerti da camera (8/10/11 luglio) con professori dell’Accademia impegnati in una matinée dedicata a Francis Poulenc, i Quartetti per archi e pianoforte di Gustav Mahler e Robert Schumann con il Quartetto Werther un concerto dedicato alla musica di Johannes Brahms con Antonio Pappano, Luigi Piovano e Alessandro Carbonare. Ancora musica con il Coro di Santa Cecilia diretto da Alvise Casellati (8 luglio Piazza Duomo), il debutto a Spoleto della pianista Marie-Ange Nguci (2-4 luglio, Chiesa di Sant’Eufemia), la musica elettronica di Francesco Tristano in Piazza Duomo (3 luglio) accostata alle note di Johann Sebastian Bach, senza dimenticare il grande jazz di Brad Mehldau (4 luglio, Piazza Duomo) e il pianista statunitense Fred Hersch (2 luglio, Teatro Romano) con Drew Gress e Joey Baron, presenze arrivate grazie alla collaborazione con Umbria Jazz.
Se l’edizione 2021 del Festival si colora anche di pop con Colapesce e Dimartino (9 luglio, Piazza Duomo), esponenti del cantautorato indie siciliano, le restrizioni imposte dalla pandemia “condannano” alle limitazioni l’opera Jeanne d’Arc au Bûcher di Arthur Honneger, per la regia di Romeo Castellucci che sarà proposta in video nella versione ripresa al Teatro La Monnaie De Munt di Bruxelles (26 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) e impongono anche la versione cinematografica, la nuova creazione di Lucia Ronchetti Inferno, nuova produzione di teatro musicale con la regia di Kay Voges e Markus Lobbes (11 luglio, San Simone) realizzato in coproduzione con Opera und Drama Theatre Frankfurt am Main. Lo spettacolo rientra anche in Spoleto64 per Dante, iniziative del Festival dei Due Mondi in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Fra le altre iniziative di teatro, musica il regista Piero Maccarinelli che porta in scena la parola dantesca leggendo La Divina Commedia (8-10 luglio, San Simone). Insieme a Fausto Cabra, Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi, Manuela Mandracchia. La musica dei trovatori ascoltata da Dante sarà al centro del concetto dell’Ensemble Micrologus (9 luglio, Chiesa di Sant’Eufemia). Spazio agli approfondimenti con un convegno di studi (9 luglio, Museo Diocesano) organizzato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a cura di Agostino Ziino per svelare gli aspetti letterari dell’universo dantesco.
Spazio alla danza con Le Lac des Cygnes (9-11 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) di Čajkovskij con la coreografia di Angelin Preljocaj che torna al balletto narrativo e arrangiamenti contemporane, ma contaminazione dei generi tocca anche la danza con Folia di Mourad Merzouki (26-27 giugno, Teatro Romano) tra mescolanze hip-hop e musica barocca ed elettronica, balletto classico e dervisci rotanti, cede il passo al il surrealismo di Coin Operated di Jonas Lopes e Patrick Lander (3-4 luglio, Chiesa di Sant’Agata) installazione performativa all’insegna del dialogo con il pubblico, indaga il connubio fra voce e movimento per raccontare la donna in Muyte Maker (9-10 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) con la coreografa franco-portoghese Flora Détraz. Circa, ensemble australiano di circo contemporaneo del direttore artistico Yaron Lifschitz, porta in scena Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij che viene proposto sul Digital Stage che ospita anche il docu-film Dancing at Dusk – A moment with Pina Bausch’s The Rite of Spring di Florian Heinzen-Ziob che racconta l’ultima prova della compagnia che interpreta la coreografia sulla spiaggia di Toubab Dialaw in Senegal per un’ultima prova prima dell’isolamento.
La continuità con l’attenzione al teatro lanciato da Ferrara passa attraverso l’attenzione alla drammaturgia internazionale con The American Moth (2-4 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), performance di narrazione, danza e teatro sul tema della rete del regista e coreografo norvegese Alan Lucien Øyen, la serata omaggio a Giorgio Strehler (10 luglio, Teatro Romano), in occasione del centenario della nascita animata da Andrea Jonasson che ripercorre con Monica Guerritore e Margherita Di Rauso, la vita artistica del grande regista italiano attraverso lettere autografe, brani teatrali e appunti di prove. L’attenzione alle nuove leve del panorama italiano si conferma con il debutto a Spoleto di Leonardo Lidi che punta tutto sul testo nella prima assoluta di La signorina Giulia di August Strindberg in prima assoluta (26-27 giugno, San Simone), il teatro classico di Cechov secondo Liv Ferracchiati con La tragedia è finita, Platonov (9-11 luglio, Auditorium della Stella) in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria, il ritorno di Lucia Calamaro con il suo nuovo Darwin Inconsolabile (Un pezzo per anime in pena) (2-4 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) interrogazione sull’evoluzione della specie umana, il debutto come autore teatrale di Massimo Recalcati che in Amen (8 luglio, Teatro Romano) diretto da Valter Malosti racconta l’ineluttabilità della fine per l’essere umano e l’importanza di affermare la vita. Sul Digital Stage, causa pandemia, approda il regista canadese Robert Lepage con la nuova versione di Progetto Hiroshima: I sette rami del fiume Ōta.
Consistenti i progetti speciali con il primo Festival per il sociale (2-4 luglio, Complesso di San Nicolò) che si concentra sulla sostenibilità ambientale ed economica al centro del dibattito culturale, sulla coesione e l’inclusione, sul ruolo delle donne, delle nuove generazioni e del valore della memoria e tra cui spicca lo spettacolo La leggenda dell’Olandese Volante (2-4 luglio, Auditorium della Stella).
La Fondazione Carla Fendi, Main Partner del Festival, con un omaggio a Spoleto dedica un video (presentazione dal 27 giugno, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi poi a Palazzo Collicola) il progetto Art&Science into Spoleto a due grandi artisti che hanno animato il territorio dagli anni Sessanta, Sol LeWitt, tra i massimi esponenti del concettualismo e Anna Mahler, scultrice figlia di Gustav e Alma Mahler (presentazione dal 27 giugno, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi poi a Palazzo Collicola) con gli interventi del critico Achille Bonito Oliva e del neuro-scienziato cognitivo Vittorio Gallese, seguono il percorso di visita alle residenze d’artista Mahler & LeWitt Studios, da Piazza Duomo alla torre Bonomo, e la consegna del Premio Carla Fendi a Carol LeWitt e Marina Mahler, in occasione del concerto che chiude il Festival 2021 (11 luglio).
Spoleto ospita la prima edizione del Festival Rai per il Sociale, dedicato alla sostenibilità in ambito economico, ambientale e sociale. In tre giornate (2-4 luglio, Complesso di San Nicolò) firme autorevoli della redazione Rai accompagnano i partecipanti nel dialogo con personalità illustri delle istituzioni nazionali ed europee, per riflettere sull’Agenda 2030 in un momento in cui l’Europa si appresta a destinare ingenti risorse ai paesi membri per uscire dalla crisi. Realizzato in collaborazione con il Festival è anche lo spettacolo La leggenda dell’Olandese Volante (2-4 luglio, Auditorium della Stella), dedicato ai giovani delle scuole di Spoleto per affrontare insieme il tema della sostenibilità ambientale.
Confermata la vocazione alla sperimentazione di giovani attori e registi della rassegna teatrale e dei laboratori internazionali, organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico dal 25 giugno all’11 luglio, la rassegna di La MaMa Spoleto Open (dal 25 giugno all’11 luglio), dieci spettacoli a cura di La MaMa Umbria International, la nona edizione della rassegna da camera Musica da Casa Menotti, residenza spoletina del Maestro Gian Carlo Menotti, la mostra Pina Bausch e la sua rivoluzione: il teatro della commedia umana (dal 24 giugno) che raccoglie gli scatti di Piero Tauro alla grande coreografa e al suo Wuppertal Tanztheate.
Fra i numerosi eventi collaterali, gli incontri quotidiani con i protagonisti degli spettacoli che incontrano il pubblico, prima della prima, nella splendida Sala dei Vescovi del Museo Diocesano, l’incontro dell’Associazione Donne per (2 luglio, Museo Diocesano), l’appuntamento con Federico Garcìa Lorca (3 luglio, Museo Diocesano) che racconta il suo rapporto con l’Italia.
Informazioni e prenotazioni dei biglietti tramite il Call Center del Festival da venerdì 9 aprile al numero +39 0743 776 444 (dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 18) oppure inviare una mail a biglietteria@festivaldispoleto.com. A partire da lunedì 10 maggio i biglietti e gli abbonamenti per tutti gli spettacoli in programma saranno in vendita anche su www.festivaldispoleto.com. Info e dettagli su www.festivaldispoleto.com